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Dal 1921 al 1929, quando elementi reazionari, aiutati dagli inglesi, costrinsero Amanullah ad abdicare, i sovietici permisero l’avvio di progetti di infrastrutture economiche, come centrali elettriche, risorse idriche, trasporti e comunicazioni. Migliaia di studenti afgani frequentarono scuole tecniche e università sovietiche. Dopo la cacciata di Amanullah, i progetti languirono, ma il rapporto tra sovietici e afgani riaffiorò in seguito. Negli anni ’60, la rinascita di progetti congiunti afghani-sovietici incluse il Kabul Polytechnic Institute, la principale risorsa educativa del Paese per ingegneri, geologi e altri specialisti. Neanche l’Afghanistan fu immune dal fermento politico e sociale che ha caratterizzato il mondo in via di sviluppo del secolo scorso. Dagli anni ’20, molte correnti per la lotta progressista presero atto dell’esperienza dell’URSS, dove una nuova società equa apparve nelle terre dell’ex-impero russo. L’Afghanistan non fece eccezione. A metà degli anni ’60, le correnti rivoluzionarie democratiche nazionali si unirono formamndo il Partito Democratico Popolare (PDP).
Durante due visite nel 1980-81, vidi gli inizi del progresso: donne che lavorano insieme nelle cooperative artigiane, dove per la prima volta potevano essere pagate decentemente per il lavoro e controllare ciò che guadagnavano. Adulti che imparavano a leggere. Donne che lavorano come professioniste ricoprendo alti incarichi di governo, come ministro dell’Istruzione. Le famiglie povere lavorando potevano permettersi un medico e mandare i figli, ragazze e ragazzi, a scuola. La cancellazione del debito contadino e l’inizio della riforma agraria. Cooperative contadine in erba. Controlli sui prezzi e riduzioni dei prezzi su alcuni alimenti chiave. Aiutare i nomadi interessati a una vita stabile. Vidi gli amari risultati degli attacchi dei mujahidin degli stessi gruppi che ora compongono l’Alleanza del Nord, che in quegli anni presero di mira soprattutto scuole e insegnanti delle zone rurali.
Gli sviluppi dal 1978 includevano l’aiuto sovietico ai progetti economici e sociali su scala molto più ampia, con un nuovo Trattato di amicizia sovietico-afghano e vari nuovi progetti, tra cui infrastrutture, prospezione di risorse e miniere, servizi sanitari, istruzione e progetti dimostrativi agricoli. Dal dicembre 1978, quel ruolo includeva anche la presenza di truppe sovietiche su richiesta del governo del PDP sempre più vessato dai signori della guerra feudali e tribali sfollati, aiutati e organizzati da Stati Uniti e Pakistan.
Il resto, come si suol dire, è storia. Ma è significativo che dopo il ritiro delle truppe sovietiche nel 1989, il governo del PDP continuasse a funzionare, anche se sempre più assediato, per altri tre anni. Da qualche parte, sotto le rovine dell’odierno Afghanistan lacerato e sanguinante, ci sono i semi che rimangono anche nei momenti più difficili nei cuori del popolo che sa che c’è un futuro migliore per l’umanità. In un mondo che lotta per la giustizia economica e sociale, non per la vendetta, quei semi germoglieranno di nuovo.