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Il “Piano A” russo per l’Afghanistan

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Politika




Dopo la fuga di Ashraf Ghani e dei nordamericani da Kabul, Mosca e Pechino sostengono i taliban monitorando se il trasferimento di potere sarà pacifico e civile. Ciò significa aspettare e assicurarsi che i taliban riportino un’acquisizione pacifica e civile dopo la caduta della precedente amministrazione e la fuga di Ashraf Ghani. Mentre l’UE teme che Russia e Cina prendano il controllo dell’Afghanistan nel vuoto creato dal ritiro degli alleati della NATO, i diplomatici russi elogiano il comportamento dei taliban a Kabul finora e in qualche modo li incoraggiano a tenere la situazione sotto controllo. La dichiarazione del portavoce dell’ambasciata russa a Kabul, Nikita Ishenko, secondo cui Ghani fuggì con un’enorme quantità di denaro, li aiuterà sicuramente in questo. Aveva detto a RIA Novosti che quattro auto portarono i soldi all’elicottero e che ciò che non poteva entrarvi fu lasciato sulla pista dell’aeroporto.I russi negoziano da tempo coi taliban, anche se furono dichiarati organizzazione terroristica nella Federazione Russa, così come in molti altri Paesi. Dato che il governo del presidente Ghani era considerato un governo fantoccio degli Stati Uniti, la diplomazia russa si concentrava sul “controllo dei danni” per impedire la destabilizzazione nei Paesi vicini, del Commonwealth degli Stati indipendenti e persino in Russia. Ecco perché ora, per Mosca, non si intravede il passaggio al “Piano B”, che il direttore del Dipartimento per l’Asia del Ministero degli Esteri russo, Zamir Kabulov nemmeno volle rivelare. Disse che sperava che rimanessero ancora soldi per il bilancio afghano che servirebbero al nuovo governo come impegno a continuare a fare funzionare lo Stato. Per questo, per Mosca, è necessario che il governo talib rispetti i diritti umani fondamentali. Lo faranno per essere riconosciuti a livello internazionale, ed è probabile che facciano del loro meglio in questo senso, compresa la soppressione di intenzioni vendicative e mitigando il controverso trattamento delle donne. L’ambasciata russa a Kabul era presidiata dai taliban, ma funzionava senza interruzioni e con capacità immutate, e l’ambasciatore Dmitrij Zhirnov annunciava di camminere per Kabul coi taliban per “vedere con propri occhi se è veramente tranquilla”. Zhirnov disse a “Glas Moskve” che i taliban gli dissero di scegliere la strada da seguire e notò che la situazione a Kabul ora è migliore rispetto a quella di Ashraf Ghani. Per i russi e i loro partner, che sarebbero i primi ad essere colpiti dal movimento estremista, la cosa più importante ora è che l’Afghanistan non diventi la reincarnazione del cosiddetto Stato Islamico. In tale posizione si trovano anche Tagikistan e Uzbekistan, e il loro principale timore non sono le possibili provocazioni dei taliban, ma il pericolo di strutture terroristiche legate allo Stato Islamico.
Il Parlamento europeo annunciò che l’Unione europea, sconvolta dalla spietata evacuazione nordamericana (senza coordinamento coi partner della NATO) e da 20 anni di incapacità d’addestrare l’esercito afghano e impedire la corruzione del regime, ed ora ha bisogno di una nuova strategia per l’Afghanistan. Sembra troppo tardi crearla ora che Cina e Russia coordinano gli sforzi diplomatici verso lo stesso obiettivo. Sebbene il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi si impegnasse nei colloqui col segretario di Stato nordamericano Anthony Blinken per lavorare alla stabilità, la Cina invitava la Russia a cooperare per difendere i propri interessi in Afghanistan. In una conversazione con Sergej Lavrov, Wang osservò che Pechino e Mosca devono rafforzare i contatti strategici e sostenersi aiutando i taliban ad assumersi la responsabilità e garantire la sicurezza di personali e capitali cinese e russo. Se il governo talib riuscirà a perseguire una politica religiosa moderata e prudente, una politica inclusiva nella formazione del nuovo governo e non crea conflitti coi Paesi vicini, avrà il sostegno di Pechino e Mosca per essere riconosciuto a livello internazionale. Se la guerra in Afghanistan è davvero finita, come annunciato dai taliban, resta da vedere se rispetterà l’amnistia dichiarata e garantirà sicurezza a popolazione e missioni diplomatiche di tutti i Paesi. L’ex-presidente afghano Hamid Karzai, l’ex-comandante e primo ministro Gulbuddin Hekmatiar e l’ex-ministro degli esteri Abdullah Abdullah discussero a Doha del trasferimento del potere con alti funzionari taliban. Che ruolo giocherà il mullah Abdul Ghani Baradar, il capo politico del movimento dei taliban resta da vedere, data l’importanza per i talebani, ma anche per i suoi stretti legami coi nordamericani.
Secondo i media, i taliban si sono finora comportati in modo molto più sobrio della prima acquisizione, quando il massacro dell’ex-leader del regime post-sovietico Mohammed Najibullah divenne il simbolo del loro arrivo nel 1996, quando fu giustiziato pubblicamente dai taliban nella Missione delle Nazioni Unite. Finora, i peggiori orrori a Kabul furono causati dai soldati nordamericani, che sparavano agli afgani loro fedeli fino a ieri che cercavano di salvarsi. Alcuni di loro, che non avevano braccialetti speciali che gli permettesse si salire negli aerei dell’evacuazione, letteralmente caddero dalle ali e ruote degli aerei nordamericani.

Traduzione di Alessandro Lattanzio


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