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I fiancheggiatori del web in soccorso di Salvini dopo il crollo sui social

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5/1/2019
POLITICA
L’analisi
La comunicazione della Lega

Siti di news, portali specializzati in bufale e pagine Facebook Così la galassia leghista prepara la campagna per le europee
MATTEO PUCCIARELLI
L’argomento forte per le prossime Europee alla fine sarà quello di sempre, cioè l’immigrazione, con in più l’aggiunta di un nuovo nemico interno: i sindaci ribelli, o meglio «traditori». Per continuare a cavalcare sui social l’umore popolare, lo staff di Matteo Salvini attingerà a piene mani nella lunga lista di altre pagine e gruppi a sostegno del vicepremier che in questi anni sono stati fondamentali per orientare il dibattito pubblico e creare un "senso comune" in linea con la propaganda leghista. A maggior ragione adesso che, come raccontava il Foglio, le interazioni della potente pagina Facebook di Salvini (3,3 milioni di fan) si sono dimezzate nel giro di sei mesi: da 16 a 8 milioni, un chiaro segno di stanchezza dimostrato anche dal calo dei "like".
La "centrale operativa" del salvinismo social è il gruppo ufficiale collegato alla sua pagina Facebook, "Matteo Salvini leader", curato direttamente dal team comunicazione del segretario della Lega, con oltre 60mila iscritti: solitamente i membri dello staff del ministro pubblicano notizie prese da giornali e siti locali che lodano l’attività del governo, mettono in cattiva luce il Pd e/o qualche migrante trovato colpevole di qualcosa. È un po’ il bacino di link e meme da far condividere ai fan più attivi su Facebook secondo la diretta strategia di Luca Morisi e Andrea Paganella, fondatori della "Sistema Intranet" e oggi consulenti del Viminale.
Ma le pagine che sostengono Salvini sono numerose, e tutte da decine di migliaia di seguaci: il sito di news Il Populista (22mila), "Salvini condottiero della patria" (21mila), "Fermiamo l’invasione" (9mila), "Matteo Salvini il nostro Capitano" (23mila), "Il popolo di Matteo Salvini" (63mila), l’umoristico ma fiancheggiatore "Dal Vangelo secondo Matteo" (13mila), "L’Italia con Matteo Salvini", "Salvini premier" eccetera eccetera. C’è anche una pagina trash e ironica, ma il confine è davvero labile e difficile da definire, "Noi che amiamo il Capitano Matteo" (33mila fan); la quale scimmiotta la pagina Fb ufficiale con improbabili patchwork di foto (Salvini con padre Pio, le frecce tricolori, Gesù, Richard Gere, personaggi dei cartoni animati), «è un interessante esperimento di psicologia sociale», lo ha benedetto Morisi con un commento sotto ad un post.
In questo lavoro di costruzione del consenso attraverso la ramificazione e proliferazione di pagine ultrà è fondamentale la rassegna stampa. Giornali e siti locali spesso rappresentano una miniera di titoli "utili". Esempio: il caso dei migranti che a Vicenza avrebbero protestato perché non avevano Sky e aria condizionata nel centro di accoglienza, la scorsa estate. Occasione ghiottissima e non a caso dalla pagina ufficiale del ministro è partito il rilancio e relativo tam tam. Quando poi si è chiesto alla Questura come fossero andate le cose e si è scoperto che i richiedenti asilo non avevano fatto nulla del genere, era ormai troppo tardi.
Tanto più se a rilanciarla era stata direttamente il ministro dell’Interno.
In generale tutto il network sostenitore del salvinismo ha il vezzo di definirsi anti-sistema: una informazione che "vi svela la verità", "contro il pensiero unico", "libera e irriverente". La retorica funziona: le persone non si fidano più dei media ufficiali, così basta definirsi "fuori dal coro" per catturare l’attenzione. Negli ultimi anni pagine come "Informare per resistere", "Catena umana", "Tutti i crimini degli immigrati", "Imola oggi", "Vox news", "Piove governo ladro" o "Stop invasione" hanno creato più o meno intenzionalmente il clima adatto per l’ascesa della Lega. Siti che assicurano ai lettori di far sapere "ciò che gli altri non hanno il coraggio di scrivere". Ecco alcuni titoli, spesso falsi e distorti, propagandati in rete dai portali "controcorrente": "Profugo trascina via bambino per attirare mamma in trappola e stuprarla"; "Immigrata nigeriana partorisce e getta il feto nel secchio"; "Se sei immigrato il terreno da coltivare te lo regala lo Stato". Chi ammira l’uomo forte Salvini, molto spesso, fa lo stesso con l’altro uomo forte per antonomasia, il presidente russo Vladimir Putin. Pagine come "Figli di Putin" (492mila fan su Facebook) o "Putin Team Italia" (96mila) postano notizie di politica internazionale ("Orban in visita da Putin") ed esaltano, ovviamente, il vicepremier della Lega. Nulla di strano, in fondo: anche l’agenzia di informazione russa in Italia, Sputnik News, sostiene l’azione dell’esecutivo.
"Le dodici fatiche di Ercole Salvini", era un editoriale accorato di agosto: «Le statistiche dimostrano scientificamente che ogni volta che inserisci la parola "Salvini" nel titolo le visualizzazioni aumentano del 30 per cento!».

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