POLITICA
ll discorso
Dibattito in aula
La senatrice: "Votiamo la fiducia su un oggetto misterioso, mai successo nella storia della Repubblica". Napolitano: "Condivido l’allarme per la condizione del Parlamento"
Emma Bonino
Ecco l’intervento pronunciato da Emma Bonino in Senato giovedì sera per denunciare l’umiliazione del Parlamento durante i lavori sulla manovra.
Parole accorate, seguite dalle lacrime della senatrice. « Condivido profondamente l’allarme espresso dalla senatrice Bonino per la umiliante condizione riservata al Parlamento in occasione dell’esame della legge di bilancio » , dice a Repubblica il presidente emerito, Giorgio Napolitano
Confesso che prendo la parola in questa Aula con grandissimo disagio.
Col disagio di chi, per cultura, per tradizione, per pratica, ha fatto del rispetto delle Istituzioni il punto cardine della sua attività politica. E prendo la parola con disagio, perché a me pare che oggi compiate, in questi giorni già così cupi, un ulteriore grave attacco, il più grave nella storia della nostra Repubblica, alla democrazia rappresentativa, alla Costituzione, all’ordinamento liberale, così come, seppur imperfetto lo abbiamo conosciuto in questi anni.
Vedete, che il Parlamento sia umiliato, esautorato, ridotto all’irrilevanza, anzi quasi alla farsa — consentitemi — non è un trofeo di cui andare orgogliosi, non è un vulnus all’opposizione, è una ferita grave a tutti, al Paese, alla democrazia. Perché dico quasi una farsa?
Kafka a noi francamente ci farebbe un baffo, alla Camera avete preteso con la fiducia la votazione su una manovra farlocca che tutti sapevamo non esistere. Lo leggevamo ogni mattina. Qui pretendete altrettanto: una votazione con la fiducia su un oggetto misterioso che nessuno ha avuto la possibilità, oltre che il dovere, di esaminare.
Il Presidente Conte ieri ci ha dato alcune cifre, ma mi pare che più che altro, da molti, vengano dati i numeri. E dare i numeri non è sinonimo di partire dalle cifre, è dare i numeri. Questi 83 giorni e quelli prima non solo sono stati inutili, sono stati dannosi in termini politici, in termini di credibilità del nostro Paese e in termini economici per gli italiani e le italiane e le famiglie di questo Paese. I costi politici non li recupererà più nessuno e il tutto in questi mesi è stato accompagnato da esternazioni giornaliere dei due vice.
Salvini in particolare, irrispettoso, da bullo di periferia, volgare, quando non direttamente insultante verso chiunque.
Salvini in particolare, irrispettoso, da bullo di periferia, volgare, quando non direttamente insultante verso chiunque.
Se un magistrato osa dire che a indagini aperte sarebbe bene non twittare, gli si risponde che è stanco e che vada in pensione.
Se un alto funzionario prova a dire che i numeri sono una cosa e le cifre macroeconomiche sono altre, gli si risponde in modo sprezzante « si faccia eleggere, poi parla» , perché noi siamo eletti da 60 milioni di italiani ( e non è vero, sono tanti ma non sono 60).
Comunque 60 meno uno e sono contenta, perlomeno, di capire quali sono le nostre differenze di fondo sulla gestione politica e liberale di un paese come si deve.
Vogliamo continuare su tanti nemici, tanto onore? Oppure tireremo dritto? Oppure cacceremo 500 mila clandestini su cui ci avete rintronato per mesi di campagna elettorale?
Salvo che tra una birreria e una bocciofila a un certo punto il ministro degli Interni ha avuto persino il tempo di passare al ministero e qualcuno gli ha suggerito che non era possibile.
Glielo dicevamo da mesi e ha dovuto ammettere che in effetti ci vorrebbero 80 anni. E dopo tanto fracasso, dannoso e controproducente, dai più espliciti vicepresidenti, dicevo, dopo tanto fracasso, tanta volgarità, tanto disprezzo per le istituzioni, nazionali o no, una penosa e silenziosa retromarcia. Per nostra fortuna e per fortuna dell’intero Paese. E a coloro e a chiunque abbia evitato, abbia potuto evitare, che il vagone Italia precipitasse nel burrone, va il nostro apprezzamento e quello dell’intero Paese.
Eravamo vicini al burrone. E io che non apprezzo, per cultura, il tanto peggio- tanto meglio, devo pure dire che non precipitare nel burrone è un valore per tutti e anche per questo Paese.
Nel merito, molto è stato detto, vedete. è veramente bizzarro, per non dire di peggio, che un governo così sovranista, un governo " prima gli italiani", poi si facciadettare, dettaglio per dettaglio, la manovra, dalle istituzioni europee. Così è stato.
È una bella scoppola. Capisco le assenze di Salvini e di Di Maio ieri, uno impegnato in famiglia e poi in birreria e l’altro sicuramente in grandi attività.
Ma dopo tutte le limature — ben 10 miliardi, alla faccia delle limature — questa rimane una manovra spendacciona, in spese correnti, una manovra elettorale che niente affronta come i problemi, verso i problemi reali di questo Paese.
Un doppio sfregio, uno sfregio istituzionale e uno sfregio per il rilancio di questo Paese.
Sono seriamente tentata, per onorare quello che rimane di questa democrazia parlamentare, di non partecipare al voto. Non mi capita mai. Voi, che non capite il senso delle istituzioni, non avete idea di quanto è grave la decisione che sto per prendere, perché voi le istituzioni non le rispettate. Voi non capite quanto è grave la decisione che devo assumere. Per quanto riguarda l’attaccamento che ho alla democrazia aperta, alla democrazia liberale e alla democrazia che mi sembra il modo meno peggio per governare un Paese. Voi passate addosso come rulli compressori, alle istituzioni. Vedete, serviranno anche a voi un bel giorno. Serviranno anche a voi. Ne ho visti altri passare e andare. Ma quello che resta sono esattamente gli equilibri di potere tra i vari ruoli.
Qui non c’è neanche più la differenza tra l’esecutivo e il giudiziario, o tra l’esecutivo e il legislativo. E non c’è neanche il rispetto per le agenzie indipendenti. Chi non è d’accordo se ne vada o si faccia eleggere. Ma vi sembra il modo di parlare? Ho chiuso, io ho finito il mio tempo, ma non ho finito il mio impegno a difesa della democrazia liberale e dell’Europa così come la conosciamo.