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Decreto dignità nel caos coperture trovate in extremis

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12/7/2018
ECONOMIA
Il caso

barbara ardù,
roma
Il fantasma si è dissolto. E il decreto dignità è pronto. Ma la bollinatura non c’è ancora. C’è però l’accordo a far rientrare dalla finestra ( come emendamento in fase di conversione) i voucher su turismo e agricoltura. Sono passati dieci giorni da quel 2 di luglio quando venne annunciato il decreto. Perché su alcuni punti ci sono stati problemi di copertura. Non è stata dunque la burocrazia a bloccarne il via libera, come diceva Di Maio. Il decreto in realtà è stato fermato dalla Ragioneria generale dello Stato perché alcune coperture mancavano. Cosa ben diversa. Mattarella non l’avrebbe certo potuto firmare. Lo stop alla pubblicità sui giochi e l’abolizione dello split payment avrebbero aperto dei buchi. Coperti ora dal lavoro della Ragioneria.
In quella che dovrebbe ormai essere l’ultima bozza è scritto che le misure per il contrasto al precariato saranno a somma zero. Salta però il comma che prevedeva la non applicazione di alcune norme anti- precarietà. Il testo infatti non contiene più il riferimento di esclusione per l’aggravio contributivo di 0,5 punti percentuali in occasione del rinnovo di un contratto a tempo determinato, anche in somministrazione. Esclusione prima prevista in alcuni casi.
Lo stop alla pubblicità sui giochi verrà coperto invece con un aumento del prelievo erariale che pesa sui possessori delle macchinette collegate in rete ( new slot), che salirà a partire dal 1° maggio 2019. Arriverà al 19,5 e al 6,5% sull’ammontare delle somme giocate a seconda delle tipologie degli apparecchi. Il gettito previsto è di 150 milioni per il 2019 e di 200 per gli anni a decorrere dal 2020.
Più salato il costo dell’abolizione dello split payment, che costerà da qui al 2021 ben 174 milioni di euro, che verranno recuperati da Fondi fino a oggi destinati ad altro da alcuni ministeri. Nel decreto c’è anche la salvaguardia per le maestre d’asilo con il solo diploma. Sul ritardo delle bollinature ieri è stato chiamato a rispondere, su sollecitazione di Leu, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, che invece di calmare le acque le ha agitate. Tira dritto invece Luigi Di Maio: « Tra oggi ( ieri,
ndr) e domani ci sarà il testo definitivo » , dichiara. E intanto apre ai voucher, ma solo in agricoltura e nel turismo. Non aveva dubbi il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio, che aveva promesso di convincerlo. L’ha fatto. Solo che la cosa non è passata inosservata. Traballa il fronte Lega e M5S e si formano nuove stravaganti maggioranze trasversali, con una parte del Pd, Orlando in testa, pronto ad appoggiare i 5 Stelle. Un’idea che fa rabbrividire l’ex ministro Carlo Calenda, che chiede che il segretario Maurizio Martina smentisca. La Lega trascina con sé Forza Italia sui voucher, ma non sui contratti a termine, che alle imprese non piacciono. Fratelli d’Italia è preoccupata sui voucher. Uno scontro rimandato all’Aula della Camera, dove il decreto dovrebbe approdare il 24 luglio e dove la maggioranza gialloverde ha numeri più corposi rispetto al Senato.

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