10/6/2018
MONDO
I conti pubblici
Al G7 in Canada incontro tra il premier, Juncker e Tusk sul debito Lo scambio: sconto all’Italia se terrà a freno la spesa pubblica
Dal nostro inviato alberto d’argenio, charlevoix ( canada)
«Caro Giuseppe, sui conti pubblici possiamo offrirti un po’ di flessibilità ma in cambio il tuo governo deve mettere mano alle riforme strutturali e non deve spendere senza coperture».
E’ venerdì mattina quando il neo premier Giuseppe Conte nel chiuso del maniero de La Malbaie incontra i presidenti di Consiglio e Commissione Ue, Donald Tusk e Jean- Claude Juncker. Il G7 di Charlevoix deve ancora cominciare e Conte è alla sua prima riunione internazionale. Gli europei sono curiosi di conoscerlo e fedeli alla linea che poi sarà interpretata anche da Merkel e Macron decidono di non attaccare. Anzi, la strategia è di blandire il capo del governo potenzialmente in grado di affondare l’eurozona, di spiegargli come funzionano le regole europee e di coinvolgerlo nelle scelte dell’Unione nella speranza di tenerlo nei binari, di evitare sterzate italiane che potrebbero danneggiare tutto il continente.
E’ venerdì mattina quando il neo premier Giuseppe Conte nel chiuso del maniero de La Malbaie incontra i presidenti di Consiglio e Commissione Ue, Donald Tusk e Jean- Claude Juncker. Il G7 di Charlevoix deve ancora cominciare e Conte è alla sua prima riunione internazionale. Gli europei sono curiosi di conoscerlo e fedeli alla linea che poi sarà interpretata anche da Merkel e Macron decidono di non attaccare. Anzi, la strategia è di blandire il capo del governo potenzialmente in grado di affondare l’eurozona, di spiegargli come funzionano le regole europee e di coinvolgerlo nelle scelte dell’Unione nella speranza di tenerlo nei binari, di evitare sterzate italiane che potrebbero danneggiare tutto il continente.
E così anziché la faccia cattiva che arriverà in autunno se Roma deraperà sui conti - arrivano le aperture. Come quella sul debito, Russia e Trump a parte il dossier che maggiormente preoccupa le capitali di tutto il mondo. Secondo le regole Ue l’Italia nel 2018 dovrebbe correggere il deficit con una manovra bis di 5,2 miliardi e nella finanziaria di ottobre dovrebbe inserire tagli per 10,4 miliardi per il 2019. Interventi per tenere a bada il terzo debito pubblico del mondo e rassicurare i mercati. Tusk e Juncker vogliono evitare che il governo spenda decine di miliardi per onorare il contratto gialloverde con la conseguenza di mandare in fibrillazione lo spread e trascinare l’eurozona in una nuova crisi. Così giocano la carta dello sconto in cambio di riforme, ricetta per aumentare la competitività del Paese applicata anche con Renzi e Gentiloni.
Nel chiuso della riunione Conte apprezza, spiega che lui non è uno scapestrato ma anzi, è consapevole del « nervosismo e dell’incertezza » dei mercati e assicura « di non volere che la situazione precipiti». E’ già una promessa di tenere a bada la voglia di spesa di Salvini e Di Maio. Tuttavia la discussione non può essere approfondita perché il neo premier ammette di non conoscere ancora nel dettaglio l’andamento dei conti e le misure da mettere in campo. Gli europei mostrano comprensione e dispensano il consiglio paterno: devi metterti subito in contatto con il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, fallo lavorare con il ministro Tria per preparare il dossier così in autunno saremo pronti a chiudere un accordo che vi permetta di rispettare le regole Ue, trovare risorse e rassicurare i mercati. Non si parla di decimali, di quanti miliardi potrebbe valere la nuova flessibilità Ue ma una dritta arriva: tra i primi provvedimenti del governo a Bruxelles vedrebbero bene una riforma che dopo il Jobs Act apra ancora il mercato del lavoro creando occupazione.
Incassata l’apertura europea, Conte vive il G7 concentrato sui dossier in agenda, a partire dai dazi. Ma ieri torna a parlare di economia con Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario internazionale.
Nella sua prima conferenza stampa da premier, ieri al termine dei lavori, Conte afferma che « non c’è alcuna preoccupazione sui conti italiani » da parte dei partner. Ma proprio per non finire in fuorigioco dopo l’apertura degli europei resta cauto sui provvedimenti del governo e non spiega se metterà subito in campo flat tax e reddito di cittadinanza, le due misure care a M5S e Lega ma anche le più costose «L’agenda di lavoro è quella del contratto, tuttavia per la concreta declinazione e per i tempi prima lasciatemi parlare con i miei ministri » . Di fronte alle domande più scomode afferma di lavorare « in piena sintonia » con Salvini e Di Maio, ma rivendica di essere lui a «indirizzare l’azione del governo » . Sui migranti nega che le Ong siano il problema mentre conferma la collocazione italiana nella Nato e nella Ue.
Il momento da incorniciare per Conte è arrivato però venerdì sera, quando prima ha cenato a fianco a Trump e poi ha ottenuto una bilaterale con lui. L’uomo della Casa Bianca, come Putin interessato a indebolire l’Europa, loda la vittoria elettorale di Lega e M5S e invita Conte a Washington. Era lo scatto indimenticabile che la delegazione di Palazzo Chigi ha inseguito per tutto il G7 impreziosito dalla dichiarazione finale di Trump: « Il popolo italiano ha fatto bene».