CRONACA
Il nipote dell’ex assessore: “Ho deciso di pentirmi” E racconta il meccanismo dei finanziamenti illeciti
DARIO DEL PORTO
DALLE «battaglie sul biotestamento e la fecondazione assistita», alle buste piene di soldi ricevute nelle scale di sicurezza del Centro direzionale o nel bar di una concessionaria d’auto. È la parabola di Antonello Sommese, 38 anni, una laurea in Economia aziendale, che aveva iniziato a coltivare la passione per la politica iscrivendosi all’associazione Luca Coscioni e frequentando i Radicali, per finire nella segreteria del cugino del padre, Pasquale Sommese ( foto sopra), ex Pd, poi assessore regionale di Ncd. Zio e nipote sono adesso entrambi coinvolti nell’inchiesta della Procura sugli appalti che coinvolge a vario titolo altre 75 persone, fra le quali il progettista Guglielmo La Regina. Pasquale Sommese, difeso dall’avvocato Vincenzo Maiello, è tornato libero nei giorni scorsi e non ha chiesto di rientrare in consiglio regionale. Respinge le accuse anche La Regina, difeso dagli avvocati Marco Campora e Michele Cerabona, che ieri ha lasciato i domiciliari ed è di nuovo libero.
Antonello Sommese, nel frattempo, ha deciso «di fare un passo indietro e quindi di pentirmi, dire quella che è la mia versione dei fatti», afferma nella prima udienza di incidente probatorio tenuta il 18 ottobre davanti al giudice Federica Colucci. Ai magistrati, Sommese junior ha consegnato una pen drive e biglietti manoscritti. «Sono colpevole di aver partecipato al meccanismo illecito che ha previsto una serie di finanziamenti illeciti nella campagna elettorale del 2015», dice. Il suo ruolo era quello di «parlare con sindaci e amministratori » interessati a progetti per lavori finanziari dalla Regione, tenere i rapporti con La Regina e la commercialista Loredana Di Giovanni (che come lui sta collaborando con i magistrati) e interfacciarsi «per poter poi segnalare ditte amiche che potevano essere d’aiuto durante la campagna elettorale sia attraverso l’acquisizione di voti, o attraverso il finanziamento della campagna ». A domanda del pm Maurizio Giordano, titolare delle indagini con i pm D’Alessio, Maresca, Sanseverino e il procuratore aggiunto Borrelli, Antonello Sommese ha aggiunto che quando sindaci o altri interlocutori affrontavano con l’assessore «questioni illecite» La Regina e Sommese senior «lasciavano il telefono in segreteria, le chiavi, e parlavano in giro per il Centro direzionale o in qualche bar».
Uno degli indagati, l’imprenditore Antonio Bretto, gli avrebbe consegnato complessivamente 50 mila euro per un appalto a Cerreto Sannita. Somma della quale, ha detto Sommese jr all’udienza del 30 ottobre, sarebbero andati 10 mila euro a lui, 10 mila a un tecnico del comune e «30 mila a Pasquale Sommese, di cui 15 mila euro furono utilizzati per la campagna elettorale per le spese non dichiarate». In un paio di gare, sarebbero state «poste in essere dinamiche illecite per le quali l’Ordine degli Architetti di Napoli per una gara a Cicciano o l’università per la gara di Alife ha nominato commissari vicini a La Regina e per le quali abbiamo fatto vincere due imprenditori».
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“Quando si parlava di affari Pasquale scendeva in strada e lasciava il telefonino e le chiavi in segreteria...”