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Veronica perde con Silvio “Deve restituirgli 60 milioni”

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Politica e società

I giudici: l’ex consorte di Berlusconi ha redditi, restituisca quanto già ottenuto Ma c’è un contenzioso da 16 milioni. Nelle carte villa Macherio e le estati in yacht
EMILIO RANDACIO
MILANO.
I due patrimoni – 300 milioni per Miriam Bartolini e «circa 9 miliardi» per l’ex marito Silvio Berlusconi non sono certo paragonabili. Ma all’ex consorte del Cavaliere non va comunque riconosciuto alcun «assegno di divorzio ». L’ex attrice, conosciuta sui palcoscenici e poi anche dopo come Veronica Lario, è infatti in grado di «procurarsi i mezzi adeguati di sostentamento», e non ha dimostrato di non essere in grado di compiere «attività lavorative ».

LA SENTENZA GRILLI

La sentenza della Corte d’appello civile (presidente Canziani, giudici a latere Caccialanza e Domanico) è una indubbia vittoria per Berlusconi (avvocati Pier Filippo Giuggioli e Valeria De Vellis). L’assegno da un milione e 400 mila euro al mese riconosciuto nel febbraio 2014 dal Tribunale di Monza, non solo viene cancellato in un solo colpo, ma viene anche bloccato per il futuro. E per la signora Lario, dopo il verdetto di ieri che non ha voluto commentare facendo però trapelare «amarezza», i guai non sono finiti: dovrà risarcire quanto ottenuto fino a oggi, poco meno di 60 milioni, a cui ne potranno essere detratti circa 16, oggi al centro di un contenzioso.
I giudici, valutando i ricorsi, si sono adeguati al nuovo orientamento della Cassazione che, analizzando il caso di un altro politico, l’ex ministro delle Finanze Vittorio Grilli, avevano negato l’assegno «divorzile». Il principio sancito pochi mesi fa è questo: quando l’ex consorte ha comunque redditi sufficienti per mantenersi, non è più necessario che il marito versi un contributo economico.

25 UOMINI DI SCORTA

La sentenza svela i dettagli di un contenzioso che, da quel che si legge, non ha risparmiato colpi bassi. I legali della ex signora Berlusconi (Cristina Morelli e Maria Serena Ciccarese) avevano impugnato il primo grado per chiedere un assegno ben più sostanzioso, ricordando il tenore di vita tenuto in ventisette anni di matrimonio dalla loro assistita. Così si sono consumate le cause prima della sentenza Grilli, così si giustificano i dati sugli agi garantiti alla signora Lario-Bartolini. I legali chiedevano di ripristinare un assegno da 3,6 milioni di euro, cioè quanto riconosciuto in sede di separazione. E per arrivare a questa cifra hanno elencato i “benefit” di Veronica Lario. Dall’appartamento in centro a Milano a due palazzi a Milano 2, appartamenti a Bologna, Porto Rotondo, ma anche a Londra (quartiere Chelsea) e New York, una villa in Svizzera intestata alla madre. Tutti immobili comprati con i soldi dell’ex marito. I legali ricordano i doni da «circa 10 milioni di euro in gioielli», le vacanze nel lusso, i 25 «addetti alla sicurezza di Villa Belvedere a Macherio» in servizio 24 ore su 24, i contanti per le «spese minute» consegnati prima dei viaggi, i «voli di linea nelle classi massime» e «l’utilizzo di aerei ed elicotteri delle società di Berlusconi ». I legali di Veronica Lario elencano i suoi viaggi intercontinentali (negli ultimi periodi Fiji e Brasile) e ricordano che «durante il matrimonio, per 4-5 settimane all’anno », l’allora signora Berlusconi «abbia svolto crociere ai Caraibi sull’imbarcazione Morning Glory del consorte».

EFFICACIA IMMEDIATA

La sentenza ha efficacia immediata. La difesa di Veronica Lario dovrà rifondere le spese legali (circa 50 mila euro) e risarcire l’ex marito di quanto avuto in questi anni. Il modo in cui ciò avverrà va stabilito. Dallo staff di Berlusconi (il quale da Vespa ha ricordato «l’amarezza» provata per questa vicenda) trapela l’intenzione di non forzare i tempi: «Si confronteranno gli avvocati, senza fretta».
Per Veronica c’è la possibilità di ricorrere in Cassazione, sperando che il giudizio venga ribaltato.
Difficile ipotizzare, però, che l’obiettivo sia centrato. Sono stati proprio gli “ermellini” ad aver sancito in maggio, con la sentenza favorevole all’ex ministro Grilli, i nuovi orientamenti. Orientamenti che hanno già trovato applicazione in altre cause riguardanti persone ben meno note. D’ora in poi - questa la linea della Cassazione - occorre «superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come “sistemazione definitiva”».
©RIPRODUZIONE RISERVATA


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