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La leadership non è l’unico problema

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L’ANALISI

FRANCESCO MANACORDA
L’INCONTRO tra ministri francesi e italiani di ieri sul caso Fincantieri-Stx non ha dato una soluzione immediata — che era del resto impossibile aspettarsi — al braccio di ferro tra Roma e Parigi sul controllo dei cantieri francesi di Saint Nazaire. Ma è servito perlomeno a rendere chiari due punti. Il primo è che i francesi non sono disposti in alcun modo a cedere sulla loro posizione attuale: anche se l’italiana Fincantieri ha comprato il 66,7% di Saint Nazaire da un venditore sudcoreano, che ne deteneva senza alcun problema la maggioranza, il nuovo acquirente non potrà avere più del 50% dei diritti di voto, recita monotono il diktat neoprotezionista macroniano. Il secondo punto è che se l’affare Stx è al momento fermo, c’è un’altra prospettiva che adesso Parigi propone, ossia quella di una maggior collaborazione della cantieristica nel settore militare.
SEGUE A PAGINA 27
NEI due mesi che i Paesi si sono dati per cercare di risolvere la questione si tratterà di andare a vedere nel dettaglio questa proposta, considerando anche che potrebbe rivelarsi una semplice dichiarazione d’intenti e non un piano articolato. Se invece la proposta francese apparirà convincente, l’Italia avrà molto da guadagnare a cercare di farla anche sua e in questo quadro complessivo potrà inserire la questione del controllo di Stx, che a quel punto potrebbe anche passare — sperabilmente non solo per noi — in secondo piano.
È saggio non trasformare la questione Stx in un semplice tema di puntiglio nazionale — come purtroppo pare aver fatto la Francia — e non cedere alle migliaia di nuovissimi esperti di politica internazionale che si scatenano anche sui social media chiedendo rappresaglie sanguinose allo schiaffo di Parigi. Ma è realista chiedersi quali prospettive di collaborazione ci siano anche in campo militare con un partner che in queste settimane ha dato prova di una certa tendenza all’egemonia.
Se poi l’alleanza civile-militare — che oggi, visti i presupposti appare più dubbia che ovvia — si farà davvero, allora sarà importante affrontare i temi di governance, ma anche quelli di indirizzo strategico del settore, che vede gli Stati come proprietari dei grandi gruppi della cantieristica,ma anche come committenti.
Da questo punto di vista il richiamo insistito da parte dei francesi a un progetto che potrebbe essere l’”Airbus dei mari” non è il migliore degli auspici. Non tanto per l’iniziale progetto di cooperazione aeronautica — che comunque era di iniziativa franco-tedesca, nel solco di una lunga tradizione di alleanze tra i due principali Paesi europei — quanto per le scelte che quel consorzio sta facendo. Proprio Airbus ha appena annunciato, per la seconda volta nell’anno, il taglio nella produzione dei suoi superjumbo 380S, meno interessanti del previsto per le compagnie aeree. Francia e Italia dovranno insomma avere le idee chiare non solo su chi comanderà, ma anche su chi comanderà per fare cosa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA “ È saggio non trasformare la questione Stx in un semplice tema di puntiglio nazionale come pare aver fatto Parigi

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