24/6/2017
L’AMERICA DI TRUMP
Il dossier segreto presentato a Obama, l’azione del Cremlino pro Trump Eppure la Casa Bianca tentennò, come ricostruisce il “Washington Post”
ALBERTO FLORES D’ARCAIS
NEW YORK.
Quella che agli inizi di agosto 2016 arrivò via corriere alla Casa Bianca era una lettera molto particolare, sigillata e top secret. Il mittente era il direttore della Cia John Brennan, i destinatari Barack Obama e tre dei più stretti collaboratori del presidente Usa. Un documento “eyes only”, solo da leggere e da restituire con urgenza dopo la lettura al servizio di spionaggio ad evitare fughe di notizie. Il contenuto era definito “bombshell”, un’informazione- bomba destinata (forse) a cambiare le sorti elettorali di Hillary Clinton e Donald Trump: il presidente russo Vladimir Putin aveva ordinato personalmente agli hacker al servizio del Cremlino di “interferire” nelle elezioni per scegliere il nuovo “Commander in Chief” degli Stati Uniti d’America.
Il nuovo scoop — siglato ancora una volta dal Washington Post — è arrivato ieri: una lunghissima e dettagliata ricostruzione messa sul sito del quotidiano di proprietà di Jeff Bezos (patron di Amazon) all’ora del brunch sulla costa Est. I reporter del Post hanno avuto accesso al dossier della Cia (lungo 300 pagine) che ricostruisce il Russiagate.
«In particolare la Cia ha ottenuto, ai primi di agosto, informazioni da fonti all’interno del governo russo che riportavano le istruzioni specifiche date dal leader del Cremlino ai suoi subordinati riguardo agli obiettivi dell’operazione: puntare alla sconfitta della candidata democratica ed aiutare a consegnare la Casa Bianca a Trump».
Il documento consegnato ad Obama era così scottante che il Washington Post lo definisce (con un po’ di esagerazione) «il crimine politico del secolo, un attacco alla democrazia americana destabilizzante, senza precedenti, e coronato dal successo». Vista la delicatezza della notizia — un intervento personale del presidente russo — la Cia decise di trattare il dossier con la stessa super-segretezza usata nei preparativi del riuscito raid contro Osama bin Laden, il leader di Al Qaeda ucciso dagli uomini delle forze speciali Navy Seal nel suo rifugio di Abbottabad in Pakistan nel maggio 2011. Tanto che decisero che lo avrebbero potuto leggere solo tre persone (oltre Obama) e che non sarebbe stato incluso nell’abituale “briefing” di Intelligence che si svolge ogni mattina alla Casa Bianca tra il presidente Usa e gli alti dirigenti delle diverse agenzie di spionaggio.
Nonostante Obama avesse definito la vicenda «un attacco al cuore del nostro sistema» — secondo quanto riferito dal capo del suo staff Denis McDonough — la ritorsione americana si limitò all’espulsione di 35 diplomatici russi e alla requisizione di due edifici usati dal Cremlino (o dagli eredi del Kgb stando agli analisti Cia). Un primo, più completo, documento venne consegnato alla Casa Bianca nell’ottobre 2016 (a un mese dalle elezioni) e fu solo allora che l’amministrazione democratica rese pubblico il fatto che le mail compromettenti di responsabili della campagna di Clinton e altro materiale (pubblicato da Wikileaks) erano stati rubati da hacker russi nell’ambito di un’operazione di spionaggio che «solo funzionari russi di massimo livello possono aver autorizzato».
Il 5 settembre, ricostruisce il
Post, durante il vertice tra leader internazionali di Hangzhou, Obama lo disse in faccia a Putin (tramite l’interprete): «Sappiamo quello che stai facendo, è meglio che la smetti». Il presidente russo negò tutto, chiedendo le prove. Ma fu solo all’inizio di gennaio — con Obama ancora formalmente in carica ma con Donald Trump già eletto presidente — che anche le altre agenzie di Intelligence Usa arrivarono alla stessa conclusione di Brennan e della Central Intelligence Agency: Putin non solo ordinò personalmente di interferire nelle elezioni Usa ma mobilitò cyber- agenti russi per fare in modo che l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton — che il presidente russo sospettava di aver ‘aiutato’ l’opposizione interna russa al Cremlino — perdesse le elezioni contro Donald Trump.
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L’ex presidente Usa avvertì l’omologo russo “Sappiamo che cosa state facendo, smettetela”
ELLEKAPPA
Il presidente russo, Vladimir Putin