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SIMONE MARCHETTI
UN’OPERA in quattro atti: il padre, il video, il clan e il marito. Così si potrebbe riassumere l’epopea di Kim Kardashian e dei suoi familiari, una commedia frivola nei contenuti ma molto, molto seria quando si mette mano al portafoglio degli interessati. Perché se tutti impallidiscono di fronte al valore dei gioielli rubati durante la recente rapina a Parigi ai danni della “socialite” (si stimano oltre 10 milioni di euro), in realtà bisognerebbe riflettere sulle ingenti somme che questa compagine di donne più un uomo più un ex uomo ora diventato donna riescono a raccimolare. Spesso non facendo nulla di speciale.
Ma procediamo dal primo capitolo, il padre, Robert Kardashian. Avvocato e imprenditore di Los Angeles, finisce sotto i riflettori per il duplice omicidio imputato all’amico O.J. Simpson, il famoso giocatore di football americano che nel 1994 viene accusato di aver ucciso la moglie e l’amante di lei. Kardashian lo aiuterà ad uscire innocente dal processo grazie alla costruzione di un pull milionario di avvocati. Alla morte di Robert, nel 2003, i quattro figli (Kim, Kourtney, Khloé e Robert Jr) ereditano il business di famiglia mentre la madre Kris, divorziata da lui nel 1989, è intanto diventata compagna del famoso atleta Bruce Jenner (che l’anno scorso ha cambiato sesso diventando Catlyn Jenner e finendo sulla copertina americana di Vanity Fair).
E qui inizia il secondo atto. Kim smania per diventare famosa. Prova prima con i video di fitness, ma poi arriva alla notorietà grazie alla divulgazione non autorizzata in rete di un filmato che la ritrae mentre fa sesso con il rapper Ray J. I 13 minuti bollenti, fatali per chiunque ragazza, rappresentano la sua consacrazione. Da lì a poco, il network televisivo E! lancia il reality “Keeping up with the kardashian” (Al passo con i Kardashian), programma di grande successo che porta al terzo atto, il clan. Nel format, Kim regna regina ma accanto a lei ci sono le sorelle, la madre, il compagno di lei e le loro figlie, Kendall e Kylie.
È il 2007, i social network sono appena nati e nessuno del clan Kardashian ha ancora chiaro come monetizzare la fama. Nel 2010, intanto, Kim si sposa col giocatore di basket Kris Humphries salvo poi divorziare dopo 72 giorni. Passano gli anni, Facebook, Twitter e Instagram diventano un’ossessione planetria. Il clan vi si avventa come nessun altro: se si sommano oggi tutti i profili Instagram dei suoi appartenenti, si raggiunge la cifra di 345 milioni di follower, ovvero la più grande emittente televisiva esistente. E secondo le indiscrezioni pubblicate dai siti di gossip, ogni post su questo “network” costerebbe a un’inserzionista 400 mila dollari. Contando le molte foto sponsorizzate che pubblicano ogni giorno, non c’è da soprendersi sul giro d’affari.
All’inizio del 2016, poi, Kim pensa bene di lanciare i Kimoji, ovvero gli emoji fatti a sua somiglianza. Per il New York Post, la prosperosa imprenditrice avrebbe guadagnato 1 milione di dollari al minuto per le prime ore del debutto dell’app, che costa 1,99 dollari e viene scaricata da 9.000 persone al secondo.
E si arriva al finale: il marito, il rapper e produttore Kanye West, sposato nel 2014 a Firenze con una cerimonia da 12 milioni di dollari e da cui ha avuto due figlie, North e Saint. Nonostante quest’ultimo dichiari debiti personali per 53 milioni di dollari ( Forbes però spiega che è normale per il suo business), tuttavia ogni cosa che tocca diventa oro. Il debutto dell’ultimo disco, per esempio, pubblicizzato con un solo tweet ha mandato Tidal, l’app che lo distribuisce in esclusiva, tra le prime più scaricate negli Usa. E Yeezy, la linea d’abbigliamento che crea in tandem con Adidas, al primo lancio è andata sold out online in 12 minuti. Serve aggiungere altro?
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Tutto è partito da un filmato porno rubato. Poi sono arrivate le serie tv, le app e il business Dal processo a O.J. Simpson alle nozze da 12 milioni, una famiglia destinata alla fama