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Speculazione all’attacco sulla Deutsche Bank tremano tutte le Borse

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Economia

Il titolo ai minimi, poi fa +8%. “Ma noi siamo sani” Il rimbalzo aiutato dall’ipotesi di una multa ridotta
TONIA MASTROBUONI
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BERLINO.
«Le voci sulla mia morte sono alquanto esagerate»: il più celebre aforisma di Mark Twain ben si adatta alle notizie che stanno massacrando Deutsche Bank. Il principale istituto europeo ha vissuto ieri una nuova giornata di passione sui mercati, dovuta soprattutto ad una pesante speculazione finanziaria partita nei giorni precedenti. In apertura dei listini il titolo è crollato al minimo storico di 9,90 euro. Ma nel pomeriggio le indiscrezioni su una possibile sanzione americana sul contenzioso legato ai mutui “spazzatura” più bassa del previsto hanno messo le ali al titolo, che ha chiuso a +7,9%.
È stata una notizia dell’Afp a regalare l’”happy end” alla giornata di fortissime turbolenze. Il dipartimento di Giustizia Usa potrebbe chiedere molto meno dei 14 miliardi di dollari emersi nelle settimane scorse: si parla di 5,4 miliardi. E gli analisti scommettono su un punto di caduta ancora più basso, attorno ai tre miliardi, per l’”affaire subprime”. Gli accantonamenti della prima banca europea per i contenzioni pendenti ammontano a 5,6 miliardi di euro; la querelle con gli Stati Uniti ne assorbirà la parte da leone. Dal governo tedesco bocche cucite, su Deutsche Bank, anche ieri. Una portavoce ha negato che l’argomento sia stato trattato da Angela Merkel nella lunga e “cordiale” telefonata di giovedì con Barack Obama. Ma ci sono voci su una telefonata tra Wolfgang Schaeuble e il suo omologo statunitense, Jack Lew. Mentre Renzi ha assicurato «pieno appoggio al governo tedesco nella speranza e nella convinzione che saprà fare fronte alle problematiche di Deutsche Bank».
Certamente continuano ad influire sul malumore degli investitori le inquietudini sulle sanzioni che la banca dovrà pagare sui contenziosi, il peso dei derivati che tiene in pancia o il futuro ancora incerto dopo la drastica trasformazione che l’ad John Cryan le sta imponendo. Ma la parte da leone del dramma vissuto nelle ultime 48 ore è da attribuire ad una robusta speculazione. Lo ha messo nero su bianco lo stesso Cryan, in una lettera ai dipendenti in cui ha denunciato che «la nostra banca è diventata oggetto di pesanti speculazioni, forze sul mercato puntano a indebolire la fiducia che c’è in noi». E ha ricordato che la banca dispone di una generosa riserva di liquidità: «Oltre 215 miliardi di euro».
Il titolo è stato oggetto negli ultimi due giorni di un massiccio “shorting”, in sostanza di una colossale scommessa sui ribassi. Chi fa questo tipo di operazioni guadagna soldi se il titolo perde. E ha tutto l’interesse che indiscrezioni nefaste lo schiaccino. Guarda caso, a far scattare l’ondata di vendite è stata la notizia che una decina di hedge fund americani avrebbero cominciato a ritirarsi dalla banca tedesca, usata per fare delle operazioni sui derivati. A parte la circostanza curiosa di dieci hedge fund che decidono di ritirarsi tutti insieme, è chiaro che molti investitori si sono spaventati alla notizia, leggendola come un sintomo di sfiducia. Ma secondo la Sueddeutsche Zeitung uno dei fondi usciti giovedì da Deutsche, AQR Capital, avrebbe shortato il titolo mercoledì. Giovedì pomeriggio la notizia è uscita poi sull’agenzia di stampa americana Bloomberg e sul principale quotidiano finanziario, il Wall Street Journal.
In tempo per avviare il massacro sui listini americani e asiatici. E ieri mattina i ribassi sono proseguiti sulle Borse europee.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il dipartimento di Giustizia Usa potrebbe chiedere 5,4 miliardi invece dei 14 previsti
FOTO: ©CARLO CARINO/IMAGOECONOMICA

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