Presidente dal 1953 al 1961, voleva frenare la corsa al riarmo nucleare, ma il piano naufragò. Negli ultimi anni dipinse 300 quadri. Diceva: «Odio la guerra, da soldato che ne conosce brutalità, inutilità e stupidità»
di Fernando Masullo
Dette un solo ordine spietato: sparare agli scoiattoli che devastavano il campo da golf della Casa Bianca ma gli animali se la cavarono con la deportazione in un parco vicino. Era un uomo forte e gentile che seppe tenere testa a Churchill e a de Gaulle.Dwight David Eisenhower era nato in Texas nel 1890 ma presto la famiglia, emigrata dalla Germania, si trasferì in Kansas. Terzo di sette figli maschi, Dwight frequentò West Point. Un bravo studente ma anche un grande giocatore di football americano, cosa che lo aiutò nella carriera militare. Lo fermò una grave frattura ad un ginocchio e passò al poker che definiva «il mio sport indoor favorito». Nel 1916 sposò Mamie ed ebbe due figli (il primo morì a soli 3 anni). Poco dopo, quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, Eisenhower ricoprì ruoli organizzativi, rivelandosi un grande pianificatore.
Nell'intervallo tra le due guerre mondiali, Ike (come lo chiamavano tutti) proseguì la carriera militare, con tanti incarichi e altrettanti trasferimenti. Era Generale di Brigata all'inizio della Seconda guerra mondiale, la finì da Comandante delle Forze alleate. Neanche un giorno di combattimento in 35 anni da militare, notavano i suoi avversari, ma Eisenhower lasciò la sua impronta negli episodi decisivi della guerra, dall'invasione della Sicilia allo sbarco in Normandia. Si oppose all'uso della bomba atomica convinto, a differenza del presidente Truman, che il Giappone fosse già pronto ad arrendersi. Sia i democratici che i repubblicani volevano candidarlo nel 1948 ma lui non volle schierarsi in politica. Cambiò idea nel 1952, riportando alla Casa Bianca il Partito Repubblicano dopo venti anni. Il suo slogan semplice e vincente: «I like Ike».
Da Presidente, in pieno clima anti-comunista, Eisenhower propose un piano per frenare la corsa al riarmo nucleare, che naufragò, per la reciproca diffidenza, nella Guerra Fredda. Fu allora che gli americani, per arginare l'influenza sovietica nel Medio Oriente, cominciarono a fornire armi e soldi ai Paesi Arabi, indiscriminatamente. Furono gli anni delle spie e del pilota americano Gary Powers catturato dai sovietici e liberato in uno scambio di prigionieri.
Eisenhower ebbe gravi problemi di salute, accentuati da tre pacchetti di sigarette al giorno. Nel 1955 passò due mesi in ospedale per un attacco cardiaco, sostituito dal vicepresidente Richard Nixon, ma la cosa non gli impedì una trionfale rielezione. Solo l'emendamento costituzionale che limitava a due i mandati lo spinse al ritiro. Svolse con grazia il ruolo di Presidente uscente incontrando più volte Kennedy che pure aveva definito «un dilettante che vuole comprare la Casa Bianca con i soldi del padre». Anni dopo ammise di avere sbagliato a giudicarlo così male.
Negli ultimi tempi, il Generale dipinse quasi 300 quadri, paesaggi e ritratti. Dwight D. Eisenhower morì a Washington il 28 marzo del 1969. La sua frase più famosa: «Odio la guerra, da soldato che ne conosce brutalità, inutilità e stupidità».
(26 agosto 2016)