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Torna l’incubo in Belgio Grida “Allah Akbar” e ferisce due poliziotte con un machete

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l’allarme terrorismo
L’attacco
Il reportage.
Davanti al commissariato di Charleroi Una terza agente lo uccide. Il premier rientra dalle vacanze: “È terrorismo”. Oggi vertice sulla sicurezza

PIETRO DEL RE
DAL NOSTRO INVIATO
CHARLEROI.
Una striscia di plastica chiude l’accesso alla strada del commissariato di mattoni rossi dove ieri pomeriggio la ferocia jihadista ha nuovamente traumatizzato il Belgio, colpendo due poliziotte in servizio. A Charleroi, popolosa città vallone a 60 chilometri da Bruxelles, mancano pochi minuti alle 16 quando un uomo, urlando “Allah Akbar” e brandendo un machete, si scaglia contro le due agenti. Una è più volte colpita al viso dai fendenti dell’aggressore, l’altra se la cava invece con qualche leggero taglio al braccio. A salvarle interviene una terza poliziotta che esplode diversi colpi di pistola contro l’assalitore per neutralizzarlo: raggiunto alle gambe e al torace l’uomo muore poco dopo in ospedale. Lo stesso dove una delle sue vittime subirà una lunga operazione per le profonde ferite riportate al cranio e al volto.
A tarda sera, davanti all’edificio dove s’è compiuto l’ennesimo attacco in nome di una fede sviata ci sono ancora due agenti che discutono. Uno fuma rabbiosamente, l’altro scuote ripetutamente il capo come se non riuscisse a capacitarsi di questo nuovo episodio di violenza di matrice islamica che riaccende la paura nel cuore dell’Europa. È ancora incerta la dinamica dell’attacco, ma ecco la ricostruzione dei fatti. Da quanto trapela dagli inquirenti, l’uomo si presenta da solo alle 15.58 al commissariato, il cui ingresso è sbarrato dal check-point di sicurezza, e mentre le due agenti gli vanno incontro lui tira fuori da un borsone sportivo l’arma con cui sferra violenti colpi al volto di una delle poliziotte, per poi prendersela con la seconda.
Gli investigatori stanno adesso cercando di accertare come l’assalitore sia riuscito a eludere le misure di prevenzione nell’area circostante il principale commissariato di Charleroi, tanto più che all’intero Paese resta in vigore l’allerta anti-terrorismo di livello 3, su un totale di 4, scattato dopo gli attentati dinamitardi che il 22 marzo fecero 32 morti all’aeroporto e a una fermata della metropolitana di Bruxelles.
Il luogo dell’aggressione è stato recintato per le indagini, e vi si sono recati il procuratore locale e il ministro belga dell’Interno, Jan Jambon, che ha definito l’attacco un «atto ignobile».
«Non sappiamo ancora se si tratta dell’azione di un lupo solitario, dobbiamo aspettare la valutazione dell’Ocam», ha scritto il ministro su Twitter, facendo riferimento al centro di crisi dell’antiterrorismo. Un analogo messaggio di condanna è arrivato anche dal premier belga Charles Michel che ieri pomeriggio si trovava in vacanza all’estero, ma che ha già fatto ritorno in Belgio per andare a trovare le due poliziotte ferite. Sono entrambe fuori pericolo, ma la più gravemente colpita dovrà subire nei prossimi giorni altri interventi riparatori. «L’autore dell’aggressione non è ancora stato identificato», ha detto in serata alla radio Rtl il premier belga, «ma sembra un nuovo attacco di matrice terroristica ». Appena rientrato a Bruxelles, Charles Michel ha convocato una riunione dei servizi di sicurezza del Paese per capire come reagire a un’eventuale nuova minaccia islamista. L’aggressione perpetrata ieri riporta alla memoria altri fatti altrettanto agghiaccianti. Il primo risale al 22 maggio del 2013, quando un soldato britannico fu ucciso a Londra con una mannaia utilizzata come machete da due uomini poi feriti e arrestati da agenti di polizia. Il fatto avvenne a pochi metri da una caserma della Royal Artillery, reparto di artiglieria di Sua Maestà di stanza a Woolwich, nel Sudest della capitale britannica. Il soldato fu decapitato dai suoi aggressori i quali, prima di accanirsi contro di lui, lo fecero cadere a terra investendolo con l’auto. L’altro episodio è più recente. S’è prodotto il 14 giugno scorso a Magnanville, in periferia di Parigi, dove un islamista ha sgozzato nel loro appartamento e sotto gli occhi del loro bimbo di 3 anni l’alto funzionario di polizia Jean-Baptiste Salvaing e sua moglie Jessica Schneider, anch’essa poliziotta, prima di essere a sua volta ucciso dalle forze speciali francesi.
Ieri, se non fosse intervenuta la terza poliziotta, forse l’aggressore delle due agenti avrebbe anche lui tentato di decapitarle per seguire quel macabro copione tanto in voga presso gli assassini seriali del Califfato. I lupi solitari, quei terroristi improvvisati che s’imbrancano autonomamente alla jihad, sono soliti compiere i loro attacchi contro obiettivi spesso casuali. Ma non c’è nulla di casuale nell’aggredire due poliziotte in servizio nel più grande commissariato di Charleroi. Fatto sta che dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi, orditi in Belgio e ai quali hanno partecipato diversi jihadisti belgi, la polizia di Bruxelles ha effettuato decine di perquisizioni e arrestato numerosi persone, molte delle quali proprio nella regione di Charleroi.
Nonostante l’aggressione di ieri, le autorità belghe hanno annunciato che non ci saranno modifiche nella programmazione né nell’apparato di sicurezza del
Brussels Summer Festival, la più importante manifestazione multi- culturale del Paese. Inaugurato ieri, il festival si concluderà domenica prossima, e prevede decine di eventi musicali tanto all’aperto quanto in una settantina di locali diversi. In barba alla minaccia jihadista, al momento è esclusa qualsiasi ipotesi di un suo annullamento.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Si è scagliato contro la prima colpendola più volte al viso poi sulle braccia della seconda
FOTO: ©EPA
L’ALLARME
Gli agenti presidiano l’area in cui ieri due poliziotte sono state ferite a colpi di machete da un uomo che gridava “Allah Akbar”. L’attacco è avvenuto davanti al check-point del commissariato di Charleroi, città a sessanta chilometri da Bruxelles: un luogo sottoposto a stretta sorveglianza
L’ARMA E IL LUOGO
Sopra, il machete utilizzato dall’aggressore contro le due poliziotte. A lato e sotto, forze dell’ordine circondano la caserma di Charleroi, nella provincia di Bruxelles, sede dell’aggressione

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