Quantcast
Channel: Articoli interessanti
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4949

Perché adesso è il momento di pubblicare

$
0
0

 Loggia ungheria: ecco i verbali del caso Amara


Quando il 29 ottobre 2019 sono stati consegnati alla redazione del Fatto Quotidiano, con un plico anonimo, i verbali di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria, ci siamo rifiutati di pubblicarli. Per i seguenti motivi. Primo: erano fotocopie che potevano essere state costruite ad arte, possibili polpette avvelenate. Secondo: se fossero stati autentici, i verbali non erano firmati dai pm, quindi erano usciti illegalmente dalla Procura di Milano. Terzo: in entrambe le ipotesi, ci saremmo resi strumento di un danno; se falsi, pubblicando notizie inesistenti; se autentici, avvisando gli eventuali indagati dell’esistenza di un’indagine (molto delicata, visti i nomi citati) che sarebbe stata compromessa sul nascere. Consegnammo i verbali alla Procura di Milano per verificarne l’autenticità e preservare l’indagine. Senza consentire che altri dettassero i tempi delle nostre scelte.

L’ipotesi che ci fu prospettata: qualcuno aveva sottratto illegalmente quei verbali dai computer dei pm. Solo mesi dopo abbiamo saputo che erano stati consegnati dal pm Paolo Storari all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo — convinti di un’inerzia investigativa della Procura — ed erano infine arrivati al Fatto consegnati dalla segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto. Quando fu perquisita, nell’aprile 2020, abbiamo raccontato l’esistenza dell’inchiesta (poiché sarebbe emersa dagli atti della sua indagine) ma scegliendo di non fare i nomi dei presunti aderenti alla loggia. Le vicissitudini processuali di Piero Amara e la sua propensione a creare inchieste farlocche (a Trani, a Siracusa, con l’obiettivo di distruggere le indagini della Procura di Milano su Eni) suggerivano cautela, in attesa che la Procura di Perugia e le altre al lavoro sulla presunta loggia Ungheria potessero effettuare almeno i primi riscontri. Ieri il Fatto ha dato conto di uno di questi riscontri: quello sull’accusa di corruzione rivolta da Amara al magistrato Marco Mancinetti, caduta secondo la Procura di Perugia che ha archiviato Mancinetti e chiesto ai colleghi di Milano di indagare Amara per calunnia. Abbiamo così tenuto fede al nostro impegno, consentendo per undici mesi ai magistrati di svolgere le indagini senza intromissioni. Ora che almeno una parte dei verbali segreti di Amara è stata depositata dalla Procura di Roma negli atti d’inchiesta su Marcella Contrafatto (dunque non sono più segreti, pur essendo ancora oggetto d’indagine di altre Procure) e che sono ormai pressocché impossibili gli inquinamenti probatori, abbiamo deciso di raccontare ai lettori che cosa Piero Amara ha riferito ai pm su quella che definisce “loggia Ungheria”. Alcuni verbali sono ancora secretati, ma molti dei nomi che contengono, di presunti affiliati o di personaggi coinvolti in relazioni e affari, sono ormai da mesi oggetto di chiacchiere e illazioni. Il numero delle persone a conoscenza di quei verbali è alto, in molte “stanze del potere”, e ciò rende possibili pressioni e ricatti. Meglio dunque scoprire le carte, sapendo che ciò che Amara racconta può essere vero, ma può essere anche falso e calunnioso. Il Fatto ritiene che sia giunto il momento di pubblicare tutto. I lettori potranno conoscere tutti i nomi fatti da Amara, sapendo (anche grazie agli articoli già pubblicati, sulle accuse a Mancinetti, Giuseppe Conte, Sebastiano Ardita) che ciascuno di quei nomi potrebbe essere vittima di una calunnia (ci risulta per esempio che il comandante della Gdf Giuseppe Zafarana abbia chiarito la sua posizione, come la pm Lucia Lotti). Qualcuno, in questi mesi, ha preteso più o meno velatamente di impartirci lezioni di giornalismo, insinuando che dietro la scelta di non pubblicare vi fossero chissà quali interessi e che, se si fosse trattato di Silvio Berlusconi (giusto per fare un nome) avremmo pubblicato tutto senza remore. Bene, chiunque potrà ora scoprire che c’è anche Berlusconi tra i nomi degli affiliati indicati da Amara. È l’ora di stroncare i chiacchiericci e le possibilità di ricatto nati da queste carte fuggite dal controllo della Procura di Milano. Così, da oggi, il Fatto Quotidiano vi racconta la vera storia della loggia Ungheria.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4949

Trending Articles