Quantcast
Channel: Articoli interessanti
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4949

La Russia risolverà la questione afghana con veri partner

$
0
0

 A Kabul veniva formato un nuovo governo, ma la comunità mondiale non ha fretta di riconoscerlo

Sergej Saenko, osservatore internazionale, InfoRos 09.09.2021

l movimento dei taliban potrà benissimo sventolare bandiere: i militanti hanno stabilito il controllo su tutte le province afgane, compreso il ribelle Panjshir, annunciando il nuovo governo. Uno temporaneo, va notato, col nome completo governo dell’Emirato islamico dell’Afghanistan (IEA) e il mullah Mohammad Hassan Akhund a primo ministro. Il Paese aderirà alle leggi della sharia, aveva detto il giorno prima il leader del movimento talib Haibatullah Akhundzada. Allo stesso tempo, i taliban espressero il desiderio di avere relazioni normali coi Paesi vicini e gli altri, basate su rispetto e interazione. Il capo del movimento notava l’impegno del nuovo governo a rispettare tutte le leggi e gli accordi internazionali, le risoluzioni e gli obblighi che non contrastano con le leggi islamiche e i valori nazionali. Nonostante queste dichiarazioni, molti Paesi non hanno fretta di riconoscere i taliban a nuovo governo dell’Afghanistan. Ad esempio, il 7 settembre vide la segretaria stampa della Casa Bianca Jen Psaki affermare che la decisione di Washington dipenderà dai passi che i taliban prenderanno in futuro. Va notato che anche la Turchia, un tempo sostenitrice dei taliban insieme al Qatar, non ha fretta di riconoscere il nuovo governo dell’Afghanistan e aspetta ulteriori mosse. Tuttavia, non si può dire che la comunità mondiale abbia perso interesse per l’Afghanistan. Almeno, in alcuni Paesi, se si segue la stampa mondiale, non dispiace negoziare coi taliban. Anche gli Stati Uniti, i principali colpevoli di ciò che è accaduto in quel Paese, adottano misure per in qualche modo fare la differenza. Così, in questi giorni, il segretario di Stato nordamericano Anthony Blinken visitava Qatar e Germania. Entrambi pronti ad assumere il ruolo di intermediari nello stabilire contatti tra occidente e taliban. Non è passato molto tempo da quando i politici di UE e Stati Uniti affermarono che non avrebbero mai riconosciuto il violento cambio di potere in Afghanistan.

Prima della visita di Blinken in Qatar, la stampa occidentale ipotizzò che potesse intrattenere colloqui coi taliban, per la prima volta dopo l’ascesa al potere. Non è una sorpresa: questo Paese ospita l’ambasciata del movimento, se così si può dire. In precedenza, qui si svolsero anche le trattative cogli Stati Uniti. Inoltre, oltre al segretario di Stato, il capo del Pentagono Lloyd Austin visitava il Qatar nel tour in Medio Oriente. Per coincidenza o meno, lo stesso giorno apparve sul quotidiano turco Yeni Safak un’intervista al portavoce dei taliban Zabihullah Mujahid, dove annunciò che il primo piano economico è già in fase di attuazione nel Paese: gli inviati di Qatar e Turchia iniziarono a lavorare all’aeroporto di Kabul. Così, i turchi intrapresero la protezione parziale dell’aeroporto della capitale. Tuttavia, se Blinken o Austin ebbero colloqui coi taliban in Qatar, questi si svolsero dietro le quinte. Prima del viaggio, il segretario di Stato si limitò a dire che non c’erano piani per negoziare coi taliban. L’amministrazione di Joe Biden è apparentemente acerba per abbandonare la posizione di rifiutarsi di negoziare col movimento fin quando non soddisfa le condizioni stabilite da Stati Uniti ed occidente. Ad esempio, Washington insisteva sulla formazione di un governo “inclusivo” in Afghanistan che coinvolga non solo i rappresentanti dei taliban. Come possiamo vedere, tale condizione non è stata finora soddisfatta. Eppure gli Stati Uniti, come riporta il Wall Street Journal citando fonti, già ripristinavano i fondi per i programmi di assistenza umanitaria all’Afghanistan congelati col passaggio di potere. Così, i taliban, che hanno mostrato una meravigliosa facilità nel prendere il controllo dell’intero Paese, sembrano agire altrettanto facilmente e rapidamente ad eliminare l’isolamento diplomatico. La cerimonia di proclamazione del nuovo governo coinvolgerà gli inviati stranieri divenendo un test di quanto lontano sia andato tale processo. Secondo al-Jazeera, gli inviti erano già stati inviati e ricevuti da Turchia, Qatar, Iran, Pakistan, Cina e Russia. Come dichiarò il 7 settembre il direttore del Secondo Dipartimento per l’Asia del Ministero degli Esteri russo, Zamir Kabulov, l’ambasciatore russo a Kabul Dmitrij Zhirnov sarà presente alla cerimonia

Va notato che il futuro dell’Afghanistan è diventato il focus dell’incontro tra i ministri degli esteri del G7 dell’8 settembre. Inoltre, se su seguono le dichiarazioni del ministro degli Esteri giapponese Toshimitsu Motegi, avrebbero dovuto partecipare anche rappresentanti di Russia e Cina. Tuttavia, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Marija Zakharova affermava che i russi non sanno nulla della riunione del G7 sull’Afghanistan coinvolgendo Mosca e Pechino. Secondo lei, Mosca riceveva segnali da Parigi e Berlino su un possibile incontro sulla questione, ma non si trattava del G7. Zakharova chiariva che Russia ed occidente hanno strade diverse da seguire per risolvere la situazione in Afghanistan, e la visione del problema di Mosca è diversa da quella dell’occidente. La Russia è ben consapevole dell’importanza e complessità del problema afghano, ma a quanto pare intende risolverlo insieme ad alleati e partner, in primis nella Shanghai Cooperation Organization (SCO) e i BRICS. Pertanto, il 9 settembre sarà caratterizzato da un vertice in videoconferenza degli Stati componenti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), con l’Afghanistan in cima all’agenda. In seguito, le parti devono fissare gli accordi chiave in una dichiarazione congiunta. E il 16 e 17 settembre Dushanbe ospiterà un incontro dei leader della SCO – Kazakistan, Kirghizistan, India, Cina, Russia, Pakistan, Tagikistan e Uzbekistan. Anche l’Afghanistan sarà uno degli argomenti chiave di discussione, essendo vitale per gli Stati della SCO, dato che cinque degli otto Paesi dell’organizzazione confinano coll’Afghanistan.

In conclusione, dobbiamo dire che il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolaj Patrushev si recò in visita in India l’8 settembre per incontrare il Consigliere per la sicurezza nazionale Ajit Doval e il Primo ministro Narendra Modi. Non è necessario essere uno scienziato per presumere che i colloqui di Nikolaj Patrushev con la leadership indiana si concentravano sulla situazione in Afghanistan. Si prega di notare che Mosca e Nuova Delhi hanno un approccio generalmente aggregato al tema, poiché interessate alla stabilità dell’Asia centrale.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4949

Trending Articles