𝗝𝗮𝗻𝗲𝘁 𝗬𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻 𝗜𝗹 𝗱𝗶𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗧𝗲𝘀𝗼𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗨𝗻𝗶𝘁𝗶 𝗵𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗿𝗮𝗽𝗿𝗲𝘀𝗼 𝗺𝗶𝘀𝘂𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗲𝗯𝗶𝘁𝗼
di 𝗦𝗲𝗿𝗴𝗲𝗷 𝗦𝗮𝗲𝗻𝗸𝗼, osservatore internazionale, Inforos 09.08.2021.
All’inizio della scorsa settimana, la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti 𝗝𝗮𝗻𝗲𝘁 𝗬𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻 annunciava che il Paese ha raggiunto il limite legale del debito, richiedendo misure di emergenza. Una lettera fu già inviata al Congresso degli Stati Uniti, con la ministra che esorta i legislatori a prendere provvedimenti il prima possibile. In precedenza, Yellen avvertì che se il limite finanziario non verrà aumentato entro il 1° ottobre, quando inizierà il nuovo anno fiscale negli Stati Uniti, l’amministrazione di Joe Biden dovrà affrontare grossi problemi. Ciò può riguardare principalmente la capacità del governo di ripagare i debiti sui suoi obblighi, poiché proprio in questo periodo si assisterà a notevoli spese di bilancio. Gli esperti suppongono che gli attuali problemi di debito degli Stati Uniti siano un’eredità della grave crisi economica del 2007-2008. Da allora, il Paese ha dovuto alzare più volte il tetto del debito, con battaglie politiche costantemente divampate al Congresso tra democratici e repubblicani. Questi ultimi, tra l’altro, già affermano che non sosterranno l’innalzamento del tetto del debito se il presidente Biden e i democratici non mettono in discussione il taglio delle spese o altre misure di alleggerimento del debito nazionale. Va ricordato che nel 2019 il Congresso degli Stati Uniti sospese il limite di prestito, o tetto del debito, fino al 31 luglio 2021 e lo fissò a 22 trilioni. Attualmente, il limite è stato raggiunto e ammonta a 28,5 trilioni, dimensione enorme degli obblighi del governo degli Stati Uniti sul PIL del Paese da quando iniziarono le registrazioni negli anni ’50.
L’indicatore del debito nazionale degli Stati Uniti è decollato lo scorso anno, quando le autorità spesero molto per combattere la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze. In caso di ulteriore aumento dell’onere del debito, gli Stati Uniti rischiano di avere di fronte a un default, che metterà a repentaglio i posti di lavoro e i risparmi dei nordamericani. A proposito, la storia degli USA non ha mai visto il default. Gli analisti finanziari avvertono che un potenziale default potrebbe innescare una crisi finanziaria globale, dato che la maggior parte del commercio mondiale si basa sul dollaro USA. Di conseguenza, l’insolvenza si verificherebbe in Paesi con l’economia del tutto legata al dollaro USA. Va notato che nel profilo del debito pubblico statunitense, circa un terzo sono titoli di Stato acquistati da compagnie assicurative e fondi pensione. Un altro terzo da società di investimento e banche. Il resto è detenuto da altri paesi. Per il momento, Giappone e Cina sono i maggiori detentori di obbligazioni del Tesoro USA. La Russia ha ridotto gli investimenti nel debito nazionale degli Stati Uniti dal 2014, a causa delle sanzioni economiche: mentre nel 2010-2013 gli investimenti russi superavano i 170 miliardi di dollari, oggi sono solo 7 miliardi di dollari. Questo fatto offre la speranza di affrontare gli effetti diretti della rivalutazione negativa dei prestiti statali nordamericani, con la Russia poco danneggiata dai problemi del debito nazionale degli Stati Uniti. Inoltre, il Russian National Wealth Fund (NWF) si è generalmente sbarazzato dei dollari, ad eccezione dell’oro coi prezzi fissati in dollari.
Il punto da sottolineare qui è che l’aumento del debito nordamericano è una routine. A questo proposito, gli esperti si aspettano che l’amministrazione Biden affronti tale problema alla vecchia maniera: prima o poi, il Congresso alzerà ancora il tetto, nonostante la resistenza repubblicana, sarà semplicemente costretta a farlo. Altrimenti, il lavoro delle agenzie governative degli Stati Uniti sarà ostacolato, cosa che né i democratici né i repubblicani desiderano. Tutti sono consapevoli che il default sospenderà il collocamento di nuove obbligazioni federali e locali per finanziare il bilancio, e il Paese potrebbe benissimo affrontare una crisi di gestione. Si ritiene che un compromesso tra i partiti preveda la drastica revisione del tetto del debito statunitense, portandolo immediatamente a 33-35 trilioni di dollari. Così, ciascun partito avrà la sua parte. I repubblicani scambieranno il passaggio del disegno di legge con le ambizioni ridotte dei democratici che controllano le camere del Congresso. A loro volta, i democratici, una volta accorciate leggermente infrastrutture ed iniziative “verdi”, potranno evitare un lungo e faticoso confronto coi repubblicani e stimoleranno rapidamente la crescita del PIL. Per tale motivo preciso il mancato aumento del tetto del debito equivarrà a spararsi a un piede, anche entrambi, il che è paragonabile al suicidio. Inoltre, gli Stati Uniti non possono permettersi il default del loro debito nazionale astronomico, se non altro perché non si tratta più di economia, ma di prestigio e prospettive dell’esistenza degli USA.
In conclusione, faremo una breve digressione, che però è direttamente collegata al debito pubblico statunitense. I nordamericani vivono da tempo indebitati, non è più un grosso problema. In effetti, vivere a credito negli USA è facile e piacevole. Soprattutto se parliamo della nazione. Questo iniziò più di 200 anni fa col primo segretario del Tesoro del Paese Alexander Hamilton, raffigurato su una banconota da 10 dollari; il suo monumento è di fronte all’edificio del Tesoro degli Stati Uniti. Molti considerano Hamilton un genio. E suggerì solo una cosa: come diventare ricchi essendo poveri come un topo di chiesa, in barba a tutte le regole e le motivazioni degli affari. Alla fine del XVIII secolo non c’era traccia di capitale in America. E poi Hamilton disse “Qual è il problema? Prendiamo in prestito da qualcuno e iniziamo per SEMPRE a vivere a credito!”. E così, con denaro preso in prestito, i nordamericani eressero i loro primi edifici. Più tardi quegli edifici furono messi in pegno, e la costruzione aggressiva continuò. Ciò avvenne per contagio a ritmo esponenziale. Costruivano e pignoravano, e così via all’infinito… Gli Stati Uniti hanno costruito “tutto” in due secoli e continuano a farlo al momento, senza badare a quanto e da chi hanno preso in prestito… L’unica domanda è quanto durerà questa bella vita a credito?