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di Adriano Scianca
Quello sul politicamente corretto รจ il classico dibattito in cui hanno piรน o meno tutti torto. Ci sono quelli alla Pio e Amedeo che, contro le censure, evocano un registro linguistico anni Ottanta e quell'innocenza comunicativa che tuttavia รจ andata perduta per sempre. Ci sono quelli, come Michele Serra, che su Repubblica tuonano contro l'ยซinquisizione online che promulga sentenze e commina peneยป, in pratica i suscettibili che denunciano l'era della suscettibilitร . E poi ci sono quelli, come il fumettista Zerocalcare recentemente su Internazionale, che negano l'esistenza del politicamente coretto, almeno in Italia. (l'ultima รจ un'obiezione interessante e non limitata al solo, pompatissimo, disegnatore romano. Vediamone le ragioni.
Si dice (ed รจ vero) che si tratta di un dibattito vecchio. Negli Usa la gran parte delle critiche al fenomeno - che quindi doveva essere in atto da prima ancora - risalgono a fine anni Ottanta, inizio anni Novanta: La chiusura della mente americana, di Allan Bloom, รจ del 1987, La cultura del piagnisteo, di Robert Huges, รจ del 1993,La ribellione delle รฉlite, di Christopher Lasch, รจ del 1994. Si dice (ed รจ vero) che la violenza e la mancanza di obiezioni del politicamente corretto nei campus americani non ha equivalenti da noi, dove l'opinione pubblica sovranista, eccessi verbali compresi, รจ molto ben rappresentata in tv, sui giornali, in politica.
L'impressione, tuttavia, รจ che chi muove queste obiezioni per lo piรน intenda dire che il politicamente corretto da noi non esiste... purtroppo.
Che, insomma, fosse per loro lo importerebbero subito, proprio nella versione della campus left statunitense. Il che non รจ poi cosรฌ rassicurante. Bisogna inoltre aggiungere che il fatto che l'Italia arrivi tardi su certe tendenze globali non significa che prima o poi non arrivi comunque. Soprattutto di questi tempi.
ln fin dei conti la nostra intera vita sul Web - cioรจ una fetta consistente della nostra vita tout court - si svolge su piattaforme con regole ispirate alla versione piรน estrema del pensiero unico. Basta poi lavorare in una grande azienda, anche italiana, per doversi ormai sorbire un corso di aggiornamento sulla ยซdiversityยป.
E se personaggi come Laura Boldrini o Michela Murgia suscitano per lo piรน sarcasmo, essi hanno comunque la capacitร di dettare un'agenda che, ripetuta mille volte, alla fine sarร interiorizzata senza piรน ironia alcuna.
Insomma, malgrado le semplificazioni, il politicamente corretto non รจ affatto un'invenzione, anche in Italia. Di quali antidoti disponiamo?
Dal punto di vista individuale occorre reagire alla dittatura della permalositร cominciando col non essere permalosi, riscoprendo una luciditร e un senso personale del reale e del ridicolo. Occorre poi concepire il sรฉ come inserito in una comunitร di destino ampia, ariosa, non in un'asfittica nicchia sociologica portatrice di specifici diritti. Dal punto di vista collettivo, va rifondato un canone nazionale, una norma, un centro. Vaste programme, senza dubbio. Ma l'alternativa รจ gettarsi sui carri armati del bigottismo postmoderno armati di un senso comune che non รจ piรน comune: finirebbe molto male.ย