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Le accuse di Nicolais “Avvertimmo tutti a casa di Fico c’era pure Di Maio”

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politica e giustizia

L’intervista
L’ex capogruppo grillino avverte: la sindaca Capuozzo riferì al direttorio M5S

TESTIMONE  Il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo dopo l’interrogatorio a Napoli

CONCHITA SANNINO ALESSANDRO NICOLAIS EX CAPOGRUPPO M5S

DAL NOSTRO INVIATO
QUARTO.
Ci furono incontri riservati sul caso Quarto. Anche a Posillipo, nell’appartamento napoletano del presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico, in cui arrivò il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Ecco perché i vertici sapevano. Rosa Capuozzo, il sindaco dell’implosione a cinque stelle, parlò di Giovanni De Robbio e delle sue relazioni opache al direttorio.
Repubblica è in grado di raccontare le mezze verità e alcune bugie pronunciate dai big del Movimento. A squarciare il velo, l’ex capogruppo grillino Alessandro Nicolais, già sentito in Procura. L’uomo accusato da Di Maio di voler «aumentare i gettoni di presenza». Nicolais replica: «Indegno sparare sul mio onore». Si dice colpito dall’«estrema superficialità con cui tutto questo è stato gestito».

Nicolais, parli chiaro.

«Premessa. Tuttora non mi spiego una cosa: perché De Robbio non fu espulso a luglio, dopo l’esposto anonimo inviato al direttorio contro di lui?».

Cosa c’era nell’esposto?

«Che non aveva la residenza a Quarto, quindi non era a posto con i requisiti. Ma quella violazione non fu scandagliata...».

È per questo che lei, intercettato con la Capuozzo, dice: quelli del direttorio “sono una chiavica”?

«Beh sì, se ce ne fossimo liberati allora. Ma chi poteva sapere quello che c’era dietro?» 

Quante volte la Capuozzo ha incontrato i due big campani?

«Le rispondo come ho fatto col pm Woodcock: i contatti tra sindaco e direttorio c’erano, eccome. I più recenti, a dicembre. A casa di Fico. Me lo ha detto Rosa, e me lo confermò il vicesindaco Andrea Perotti, che c’era. Con loro, Di Maio».

Ma ciò non smentisce Fico e Di Maio quando dicono che nulla sapevano e nulla avevano capito?

«Mi sembra il bis dell’interrogatorio. Rosa e il vice non me lo hanno riferito, il sindaco era chiusa in una sorta di bunker virtuale con i vertici. Gli stessi che ora fanno gli azzeccagarbugli. Ma allora di cosa diavolo parlavano?».

In un’occasione Fico è venuto anche a Quarto. Lei c’era?

«Sì, era luglio. Andai io a prendere Fico, insieme al sindaco, con la mia auto e lo portammo dai consiglieri».

Quella volta la Capuozzo parlò a Fico di De Robbio?

«Sì. De Robbio doveva diventare presidente del consiglio comunale, ma il sindaco riferì a Fico che non era d’accordo e per lei era già incrinato il rapporto di fiducia. Oddio, non parlò di ricatti. E se lo avesse fatto davanti a me, io l’avrei personalmente accompagnata a denunciare».

Ma il sindaco come spiegò la sua avversione?

«Gli raccontò che De Robbio faceva richieste, era pressante. Per esempio, voleva che Rosa incontrasse alcuni imprenditori interessati alla gestione dello stadio ».

Stiamo parlando dell’impianto su cui avevano messo gli occhi le società vicine al clan. Il sindaco non ha ceduto alla camorra, ma lo stadio è stato tolto all’antiracket.

«In quell’occasione la Capuozzo si comportò bene. Disse a Fico che gli amici imprenditori di De Robbio non dovevano bypassare i filtri, ma chiedere l’incontro per via istituzionale come tutti».

Di Maio sostiene che la chat con la Capuozzo si riferisse alla sua espulsione, non a De Robbio. Lei sapeva che stavano per cacciarla?

«Ma sta scherzando? È un’assoluta sciocchezza. Di Maio mi ha gettato nel tritacarne irresponsabilmente, ripescando un vecchio screen shot. Sa cosa le dico? La qualità degli uomini si vede nei momenti di difficoltà»

Come finisce la lezione di Quarto?

«È finita male, visto che il bel risultato era viziato da voti di camorra. Il sindaco e i suoi? Ultimi giapponesi. La lezione è che se fossero stati applicati trasparenza e condivisione, tanto sbandierati e in cui credo ancora, non staremmo a parlare di questa debacle ».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
,,Gli incontri tra la prima cittadina e il direttorio si tennero a Posillipo, c’era anche il vicepresidente della Camera Del Robbio faceva pressioni, voleva che si stabilissero contatti con degli imprenditori e i vertici del Movimento sapevano‘‘


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