5/12/2018
POLITICA
Le cene di Arcore
Soldi a Karima e al suo compagno in cambio del silenzio sul bunga bunga. Ghedini nega " Calunnie, quereliamo"
Piero colaprico,
milano
Torna il fantasma dei cinque milioni di euro, un fantasma appiccicoso, litigioso e, nelle telefonate intercettate, decisamente famoso. Silvio Berlusconi - per alcuni osservatori a sorpresa, per altri del tutto legittimamente - è uscito assolto dalla Cassazione ( ormai nel 2012) sulla questione del «bunga bunga» con Ruby Rubacuori. Sono cadute per lui le accuse di concussione e di aver pagato una prostituta minorenne, ma è anche vero che l’ex leader del centrodestra continua ad essere rinviato a giudizio, a Milano e in varie città, per un’altra accusa. Molto pesante e comunque ricorrente nel suo curriculum: aver pagato testimoni per tacere, omettere, dimenticare.
Per negare le feste a luci rosse che si tenevano ad Arcore, mascherare chi c’era e che cosa accadeva. Ed è in questo filone, potenzialmente letale per l’immagine di Berlusconi, che arriva ieri d’improvviso la dichiarazione (attraverso comunicato) di uno degli ex avvocati di Karima El Mahroug: Ruby - così fa sapere l’avvocato Egidio Verzini - durante lo scandalo scoppiato grazie alle inchieste giudiziarie milanesi, ha ricevuto da Silvio Berlusconi «un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico » . Sempre stando a Verzini, che per due mesi era stato legale di Ruby, sino a una rottura mai del tutto chiarita a suo tempo, due milioni « sono stati dati a Luca Risso», ex compagno della giovane d’origine marocchina e padre della loro figlia, e tre «sono stati fatti transitare dal Messico a Dubai e sono esclusivamente di Ruby». Di più al momento non è dato sapere, nel senso che Verzini sostiene di aver preso la decisione « di rinunciare all’obbligo del segreto professionale » seguendo, forse recuperando dopo sette anni, un « dovere etico e morale » . E attacca, come regista del pagamento, uno degli uomini da tempo più vicini a Berlusconi. Cioè, per Verzini l’operazione che ha portato i soldi all’ex minorenne era stata « interamente diretta dall’avvocato Ghedini».
Ghedini annuncia il contrattacco, parla di calunnia, spiega come «l’insussistenza di qualsiasi passaggio di denaro tramite la banca indicata» potrà essere certificata dall’autorità giudiziaria e dallo stesso istituto di credito. Parlano di « fantasie » gli altri legali di Berlusconi e annunciano altre querele contro Verzini, che è nella lista testi del futuro processo Ruby- ter, che avanza con passo da lumaca a Milano.
Se è presto per comprendere la questione, va ricordato che Ruby ha sempre smentito di essere stata pagata. Certo, mentre parlava al telefono, ripeteva concetti come «Silvio mi ha detto cerca di passare per pazza (...) e avrai da me qualsiasi cosa. Con il mio avvocato gli abbiamo chiesto cinque milioni » . In casa gli è stato trovato un appunto, con la scritta «4,5 milioni da B.». Molto chiare anche le intercettazioni delle altre frequentatrici delle feste: «Papi è la nostra fonte di lucro».
Quelle di Arcore non erano, come raccontava Berlusconi, « cene eleganti » e aleggiano ancora sulla sua sorte di ottantaduenne.