Uccide il ladro dopo 38 furti la folla applaude: siamo con te

Dalla nostra inviata

monte san savino ( arezzo)

Con una picconata hanno sfondato un vetro e lui, nel letto sul soppalco del capannone in cui vende pneumatici e biciclette alla periferia di Monte San Savino (Arezzo) si è svegliato. Da anni dorme lì per proteggere le sue bici dalle razzie dei ladri. Ai carabinieri ha detto di aver preso la pistola dalla cassaforte, una Glock semiautomatica regolarmente detenuta da dieci anni: « Ho sparato nel buio».

Sono le 3.47 della notte fra martedì e mercoledì quando Fredy Pacini, 57 anni, commerciante, chiama il 112. Quattro minuti dopo richiama e dice che serve un’ambulanza: « C’è uno a terra ferito » . Quando però arrivano i soccorsi per Vitalie Tonjoc, 29 anni, moldavo, incensurato, in Italia dallo scorso settembre, è troppo tardi. Tentano di rianimarlo, ma muore sul piazzale del capannone, raggiunto alla gamba da due dei cinque colpi di pistola sparati da Pacini che adesso è indagato dalla procura di Arezzo per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa.

Erano in due i ladri, spiegano i carabinieri, avevano guanti e passamontagna, un piccone e un cacciavite. Adesso cercano il complice che è riuscito a fuggire ed eventuali basisti. Pacini era rientrato l’altra notte da poco nell’alloggio che si è fatto costruire quattro anni fa dentro l’azienda. Si lamentava di essere stato vittima di 38 tra furti andati a segno e quelli soltanto tentati, ma ai carabinieri ne risultano denunciati sei: due dei quali nel 2014 per un bottino di circa 40 mila euro in biciclette, gli altri, sono dei tentativi falliti.

Appena la notizia si diffonde il ministro dell’Interno Matteo Salvini posta un tweet in cui annuncia che arriverà in Parlamento la nuova legge sulla legittima difesa: «Io sto con chi difende se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi » . Più tardi il vice premier prova a telefonare al commerciante che però spiega Alessandra Cheli, una dei suoi legali, «non se l’è sentita di parlare col ministro » . Pacini ha passato la mattina nella caserma dei carabinieri a Monte San Savino, poi è tornato in officina e in negozio e quando la gente lo ha visto ha applaudito: « Fredy siamo con te » , gli hanno urlato ma lui ha tirato dritto. È sceso dall’auto senza un cenno di saluto, il viso segnato dalla notte insonne e dalla tensione. Sul cancello del capannone alcuni abitanti della zona hanno attaccato con il nastro adesivo il cartello "# IostoconFredy" che presto è diventata anche una pagina Facebook con migliaia di adesioni, creata allo scopo di « raccogliere ed organizzare iniziative di solidarietà in favore del commerciante».

Gli investigatori intanto stanno ora cercando di ricostruire la dinamica di quello che è successo: Pacini si sarebbe affacciato alla finestra della stanza con vista sui pneumatici, era solo con il suo cane un Labrador, e ha sparato dall’alto verso il basso, nel buio, in direzione dei rumori che aveva sentito. L’impianto di allarme era disinnescato. Vitalie è stato colpito all’interno del capannone dove era appena entrato sfondando il vetro, da lì ha provato a scappare, ma ha fatto soltanto pochi metri, in direzione del retro del negozio di biciclette che dá su un canale e sui campi e dove è stato trovato un cancello aperto e forzato. Poi è crollato a terra privo di sensi, probabilmente uno dei colpi di pistola gli ha reciso l’arteria femorale. Adesso i carabinieri cercano l’uomo che era con lui, stanno controllando le telecamere e ascoltando altri imprenditori della zona. Nella notte era scattato almeno un altro allarme, ma sul posto non era stato trovato nessuno. La procura di Arezzo interrogherà forse già oggi e comunque entro la settimana Fredy Pacini, mentre è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima.