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LA MASCHERA DI DI BATTISTA

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13/11/2018
COMMENTI
Il commento

Daniele Vicari
Sono troppo paesanotto per avere una idea romantica delle "puttane". Ascoltando però De André, leggendo Bukowski e vivendo ai margini della metropoli romana per decenni, ho sviluppato un certo rispetto per quelle donne che spesso sono semplicemente schiave, e pur provenendo dal mondo chiuso e aspro della montagna, fin da ragazzo ho capito che il termine è dispregiativo, maschilista. Lo capii conoscendo una ragazza che batteva su via dei Monti Tiburtini, prima che costruissero il "Sandro Pertini", dopo averle offerto una colazione la feci piangere perché la definii « bella mignotta » , scherzando. Avevo rivelato a lei e a me stesso il mio antico retaggio maschilista. Le sue lacrime furono una punizione definitiva, disvelatrici dei miei limiti umani e culturali.
Non sarò mai politically correct, quindi non mi metto a giudicare il linguaggio "scurrile" il "turpiloquio", che pratico, e fino a ieri non mi è mai venuto in mente niente su Alessandro Di Battista. Non so se quel ragazzo sia consapevole del fatto che dando delle puttane ai giornalisti si è smascherato da solo. Perché tutti noi, simpatizzanti o antipatizzanti del M5S sappiamo benissimo che lui e molti come lui sono dei privilegiati, e pur di avere e mantenere il Potere hanno fatto, fanno e faranno una serie interminabile di "concessioni". Di Maio ha detto sì in un fiato al Tap e all’Ilva, dopo aver vinto la campagna elettorale dicendo che MAI li avrebbe approvati, per cosa se non per mantenere il Potere?
Ma ci sono i puri come Di Battista, ok, il ragazzo con "le mani pulite" perché mica è al governo, lui è in America Latina. Beato lui.
Lucio Battisti di Poggio Bustone (Rieti) e Rino Gaetano del Nomentano ( Roma), per farsi un giro in Sud America come quello di Alessandro hanno dovuto riempire le classifiche di capolavori, giusto per fare esempi di ragazzi provenienti " dal basso". Ernesto Guevara, giovane medico argentino asmatico, si fece un giro simile con la sua "Poderosa" per poi tuffarsi nella rivoluzione armata rischiando la pelle, non per farsi rieleggere a furor di popolo in un comodo parlamento ben riscaldato. Insomma, non è per caso che Alessandro è lì perché questo privilegio glielo hanno concesso gli italiani che, consapevolmente, lo hanno preferito a " quelli di prima"?
Non faccio parte della schiera di persone di sinistra che ha votato M5S ( la mia sinistra è nei movimenti, in qualche municipio o amministrazione locale), ma non faccio nemmeno parte dei detrattori ad ogni costo. Ho sempre riconosciuto la capacità del M5S di rimettere in moto generazionalmente il desiderio di fare politica, merito non da poco, in una paese sclerotizzato. Non mi convince lo scherno quotidiano contro i "ripetenti", stupidaggini da Twitter, non adatte per capire la natura e la complessità del Movimento che è al governo con il 32% dei voti. Vivo con fastidio il verticismo di quel Movimento che produce inadeguatezze, paura del giudizio, inanità, mancanza di libertà intellettuale, cose di cui danno prova ogni giorno gli eletti. Mi ha interessato l’anelito ambientalista, abbandonato da quasi tutti gli altri partiti, ma ormai sfilacciato, non condivido nulla delle posizioni ambigue se non feroci sulla immigrazione, sulle Ong, il giustizialismo da ultima spiaggia che mi ha stancato al punto che mi sono augurato fino alla fine che la povera Raggi fosse assolta.
E poi esistono le idee, le ideologie, le " tensioni etiche", che al confronto con la durezza del governare territori o il Paese mostrano la corda, e se saltano fuori quotidianamente termini come "fascismo", "illiberali", "incoerenti", ormai anche da osservatori mai ipercritici con quel Movimento, qualcosa significherà, ed è puerile se non stupido prendersela con chi queste cose le scrive, riportandole, analizzandole, come fanno i giornalisti, anche quando magari non sono all’altezza del compito o sono schierati. Anche i giornalisti sono esseri umani, possono sbagliare, o no? Soprattutto chi governa, mai dovrebbe dimenticare che questo è il paese in cui moltissimi giornalisti vivono sotto scorta proprio per aver fatto emergere le mafie capitali, ma anche le storie dei Regeni, dei Cucchi, i misteri di stato e d’azienda… e dar loro dei cani da riporto è più che abbietto, è una chiara emerita, insulsa stupidaggine.
Ma il tema vero, credo, sia un altro, purtroppo per loro, sono stati proprio i 5 Stelle, i loro dirigenti, ad aver fatto credere che ai primi consigli dei ministri avrebbero risolto i problemi degli italiani, e ora non possono lamentarsi se intorno a loro sentono scricchiolare il consenso, perché è questo ora il loro problema, la loro paura: perdere il Potere.
Forse avrebbero qualcosa da imparare proprio dalle puttane, che fingono per mestiere di provare piacere dinanzi a uomini incapaci di trovare l’amore in altro modo, sanno infatti queste donne che se un uomo durante l’amplesso pattuito si lascia sfuggire «ti amo», non è detto che lo stia dicendo proprio a loro, forse non lo dice a nessuno. E’ una finzione, per trarne conforto, vantaggio, esattamente come accacde con il Potere. Ma se la puttana piange, allora cade la finzione.
Questo mi pare sia accaduto a Di Battista e Di Maio in questi giorni, la loro non è una classica caduta di stile, è più una caduta "di maschera".

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