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Il lodo tra Salvini e Di Maio: ecco la prescrizione differita

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Quasi pace - Il M5S ottiene lo stop dopo il primo grado e l’applicazione a tutti i reati, la Lega l’entrata in vigore nel 2020. Davigo: “Gli effetti? Si vedranno quando sarò morto” 

 di | 9 novembre 2018

L’accordo c’è. Quindi il contratto, ossia il governo, non è saltato, come minacciava sul Fatto di ieri Luigi Di Maio in caso di frattura. In meno di un’ora, ieri mattina a Palazzo Chigi, lui e Salvini hanno formalizzato l’intesa sulla prescrizione, una rogna più o meno risolta già in nottata. E allora strette di mano, tra il premier Giuseppe Conte, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e i due vicepremier. Ma se ieri non è stata guerra, da oggi non sarà pace. Perché nella maggioranza è caos calmo, fatto di verità diverse ed emendamenti che sembrano stilettate. Con i Cinque Stelle che gridano vittoria, perché la riforma della prescrizione si farà nelle modalità che pretendevano: ovvero dentro il disegno di legge Anticorruzione (a cui è stato abbinato un ddl presentato dal grillino Andrea Colletti) e fermando la decorrenza dei termini dopo la sentenza di primo grado per tutti i reati, senza limiti.
Però il Carroccio ha incassato una contropartita, già proposta da Bonafede lunedì alla delegazione leghista che aveva incontrato, ossia lo slittamento dell’entrata in vigore della riforma al 2020, a cui si aggiunge una condizione tutta politica: entro la fine del 2019 il governo dovrà realizzare una riforma del processo penale per snellirne i tempi. Altrimenti il Carroccio farà traballare la prescrizione. Un rischio insito nell’emendamento che verrà presentato entro lunedì: “La riforma entrerà in vigore un anno esatto dopo l’approvazione del ddl Anticorruzione”.
E l’avviso all’alleato grillino lo scandisce uscendo da Palazzo Chigi il ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, già avvocato del Giulio Andreotti che fu prescritto: “La delega al governo sul processo penale scadrà un mese prima rispetto all’entrata in vigore della prescrizione. La riforma del processo va fatta entro il 2019, altrimenti ci sarà un altro tavolo in cui valuteremo correzioni all’altra norma. Così siamo tutti garantiti”. Ergo, senza il nuovo processo, la Lega proverà a far slittare ancora la riforma a 5Stelle, con una proroga. O peggio, varerà proposte per smontarla. “I voti si troverebbero”, ammicca un leghista dentro la Camera. Attorno a lui, gli echi dell’ira degli altri, delle opposizioni. Perché in mattinata, nella riunione congiunta delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali, invocavano la presenza di Bonafede, che invece su Facebook celebrava l’accordo. Nel frattempo Lega e 5Stelle si sono votati l’allargamento del disegno di legge Anticorruzione alla prescrizione. E sono dovuti intervenire i commessi per scongiurare la rissa. Poi Forza Italia ha occupato i banchi del governo in Aula. Fuori, le voci di chi dice di aver vinto ma che deve già tutelarsi. Per esempio Di Maio, che al fattoquotidiano.it dice: “Prescrizione e riforma del processo penale sono leggi separate”.
Ma Bongiorno lo ripete, ovunque: “Riforma del processo e prescrizione sono inscindibili”. Intanto si tratta. Perché il Carroccio ha presentato una pioggia di emendamenti contro le norme sulla trasparenza di fondazioni e partiti, anche queste nel ddl “spazza-corrotti”. E per ritirarli vuole innanzitutto che il Movimento ritocchi il limite di 500 euro sopra il quale andranno rese pubbliche tutte le donazioni. “Noi vorremmo alzarlo un pochino”, conferma Igor Iezzi, capogruppo in Affari costituzionali. Però il M5S fa muro. E spara contro il solito nemico, Giancarlo Giorgetti: “Il tetto dei 500 euro lo ha voluto lui, per noi poteva essere di 100 euro”.
Dal Carroccio rispondono: “Il Movimento fa un favore alla piattaforma di Casaleggio, Rousseau, che incassa in gran parte donazioni sotto i 500 euro”. Al Fatto, il vicecapogruppo del M5S Francesco Silvestri: “Questa polemica è quasi un favore a Rousseau, che rendiconta tutto. E noi non facciamo le norme su misura della piattaforma”. E il limite dei 500 euro si può toccare? “Le cose si cambiano se c’è una buona ragione. E io questa ragione finora non l’ho sentita. La Lega si affidi a noi, in tema di trasparenza”. Nel frattempo la capigruppo ha stilato il calendario dei lavori sul disegno di legge, che dovrà essere in aula lunedì 19. Poi ci sono i malumori in casa 5Stelle: repressi.
Però si palesa Andrea Colletti, avvocato, ex capogruppo del M5S in commissione Giustizia: “L’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione a gennaio 2020 è una cagata pazzesca”. Lui l’avrebbe voluta dal rinvio a giudizio, e subito. E ora pensa di presentare un emendamento per cancellare il rinvio al 2020. Infine, Piercamillo Davigo, consigliere del Csm: “La prescrizione si applica solo ai reati commessi dopo la sua entrata in vigore. Gli effetti della riforma si vedranno quando sarò morto”.

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