8/7/2018
CRONACA
L’inchiesta sulle raccomandazioni
ANTONELLO CASSANO CHIARA SPAGNOLO,
Dai nostri inviati
MATERA
Una rete di favori tra « politici di pari schieramento delle Regioni vicine » , costruita grazie alla gestione clientelare della sanità. Ovvero il “sistema Pd”, che parte dalla Basilicata e si allarga alla Puglia e alla Campania per lambire anche la Calabria e arrivare al Parlamento. La gip di Matera Angela Rosa Nittis non ha dubbi sul fatto che dietro le raccomandazioni che hanno fatto truccare concorsi e assegnare incarichi nelle aziende sanitarie di Matera, Potenza e Bari, ci fosse un sistema partitico. E nemmeno che il dominus fosse il governatore lucano Marcello Pittella, ai domiciliari da venerdì, sostituito in giunta dalla vicepresidente Flavia Franconi.
Quella rete di amicizie e favori, in ventiquattro ore si è trasformata in muro di silenzio, come dimostra lo stringato comunicato del Pd regionale firmato dal segretario Mario Polese: « Non abbiamo dubbi sul fatto che il presidente saprà dimostrare la sua estraneità» . Muti anche il sindaco di centrodestra Matera Raffaele De Ruggieri, la segretaria dem di Potenza Maura Lacantore e il suo collega materano Claudio Scarnato. Mentre all’assemblea Pd a Roma il senatore Salvatore Margiotta si è presentato sorridente, evitando però accuratamente di rispondere alle telefonate dei giornalisti. È stato lui, secondo le ipotesi della guardia di finanza, a informare il braccio operativo di Pittella, il manager Pietro Quinto, delle indagini in corso.
La fuga di notizie è datata 29 maggio 2017, da quel giorno il telefono di Quinto, che prima aveva permesso di ricostruire 14.000 telefonate in tre mesi, resta praticamente muto. La posizione del parlamentare è al vaglio degli investigatori, che monitorano anche i rapporti del commissario dell’azienda sanitaria con « membri del precedente Governo nazionale, parlamentari in carica e non, consiglieri e assessori regionali » . Tutti della stessa parte politica, visto che la caratteristica di Quinto – come dice la direttrice sanitaria della sua stessa azienda Maria Benedetto ( anche lei in carcere) – « è il mobilismo » più che il trasversalismo. Non è un caso che dal suo ufficio o dal suo telefono passino le figure di spicco del Pd nazionale e lucano. L’ex viceministro agli Interni Filippo Bubbico, per esempio, che nel concorso per l’assunzione di otto amministrativi all’Asm raccomanda una certa Angela Stella Rosano, facendola inserire nella “ lista verde” del presidente, tra i candidati che avrebbero dovuto avere un punteggio prestabilito a prescindere dalle prove svolte. Oppure l’allora viceministro all’I-struzione De Filippo, che si fa portavoce con Pittella delle istanze di don Angelo Gallitelli ( segretario del vescovo di Matera Caiazzo), che vuol fare ammettere la sorella Maria e un amico a un corso di formazione a numero chiuso.
E per dimostrare che il sistema Pittella non fosse limitato alla sola Basilicata, nell’ordinanza si citano gli scambi di favori con la Puglia. In primis la richiesta del deputato di Scelta civica Gaetano Piepoli di inserire il figlio nella Fondazione Matera 2019, a cui Quinto risponde con la sollecitazione a sistemare il suo pargolo, Giuseppe, presso la Procura generale di Bari. E poi la partecipazione di Luigi Fruscio, protetto del dg dell’Asl di Bari Vito Mantanaro, a un concorso truccato a Matera, che gli permise di piazzarsi in una posizione tale da essere poi assunto – grazie a una convenzione – nell’azienda pugliese. Fruscio è un altro esponente che gravita nel mondo dem, « vicino al governatore Michele Emiliano » scrive la gip e anche all’ex assessore Filippo Caracciolo, ha avuto incarichi alla Regione ed è stato assessore in quota Pd nella sua Barletta. Sul fronte campano, invece, l’intreccio di interessi tra governatori viene fuori con la vittoria di un concorso lucano da parte dell’ex parlamentare dem Lucia Esposito, molto vicina al presidente Vincenzo De Luca.
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