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Il sindacalista che assumeva i figli e le nuore

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CRONACA
Livorno

Segretario della Cisl cittadina per 12 anni. Posti di lavoro nel Caf anche ai giocatori della sua società di basket
ernesto ferrara,
Dal nostro inviato
livorno
Prima il figlio, poi la figlia. Quindi la prima nuora e poi persino la seconda. Senza contare tutti i contratti di collaborazione che negli anni ha fatto rimediare ai suoi giocatori, almeno 5 atleti della squadra di basket di cui è patron. Non c’è dubbio che la famiglia venga prima di tutto per Giovanni Pardini, per 12 anni segretario della Cisl di Livorno. E da una settimana nella bufera per i familiari assunti al Caf del sindacato durante gli anni in cui è stato alla guida — o comunque in posizioni di vertice — nella Cisl labronica.
Il caso scuote Livorno: « Pardini? Ah beh sì, quello che ha assunto tutta la famiglia » , mormorano nei bar intorno a via Goldoni, dove c’è il Caf. Dentro bocche chiuse, rabbia, imbarazzi: « Il figlio? Sì lavora qui ma si vede poco». Ieri i delegati hanno eletto il successore di Pardini, Filippo Giusti: « Del passato non mi chiedete. Io farò una casa di vetro » , annuncia. « Nessuno ascoltava le nostre denunce », lamenta però un dirigente spiegando che la parentopoli era nota da anni. Resta da capire come mai sia esplosa solo in aprile, quando nel Caf Cisl è sbarcata pure la nuova compagna del figlio Gabriele, Elena Anca Goleanu. A quel punto sono scattate le ispezioni interne della Cisl nazionale, ai vertici è rimbalzata l’immagine di un dirigente che per anni ha usato il sindacato per la sua famiglia, sono emerse pure sponsorizzazioni poco chiare. Per Pardini è suonato il gong: d’accordo con la segretaria nazionale Annamaria Furlan il capo toscano Riccardo Cerza lo ha invitato a dimettersi. « Ho il compito di far rispettare le regole. Pardini aveva già raggiunto il limite massimo dei mandati — ha spiegato — . Dall’entrata in vigore del nostro codice etico, nel 2015, sono impegnato a farlo rispettare in tutti i territori. Le regole vietano certi comportamenti che che riteniamo inopportuni».
In effetti quelli di Pardini ricordano il Cetto La Qualunque reso celebre da Albanese. Altro che articolo 15 del codice etico Cisl, quello che impedisce ai dirigenti del sindacato “di conferire incarichi a parenti e affini entro il terzo grado” imponendo che “posizioni già esistenti devono essere sanate”. Pardini con il quotidiano Il Tirreno si è giustificato così: «Le assunzioni non mi sono mai state contestate in questi anni ed escono fuori ora? Comunque io non c’entro. Mio figlio lo assunse l’ex segretaria Carla Benzi. E poi il Caf non è della Cisl» . Benzi smentisce. Ma qualcosa di vero nelle parole di Pardini c’è: i Caf non sono gestiti da Cisl ma da Elda srl, che è 100% Cisl. È lì che lavora Gabriele dal 2004: in quegli anni il babbo guidava la potente categoria dei bancari Cisl. È lì che viene assunta l’ex nuora. Con un contratto a tempo determinato che però non verrà rinnovato, visto che nel frattempo la storia con Gabriele finisce. Nel 2014 al Caf arriva anche l’altra figlia, Elena. In quegli anni Pardini con la famiglia ricompra la gloriosa Libertas Liburnia Basket. E i Caf livornesi Cisl si riempiono di cestisti: « Almeno 4- 5 negli anni » , si racconta. Alla vigilia della pensione Pardini fa il colpaccio e inciampa sulla nuova nuora, Elena Goleanu. Proprio lei, la presidente della Libertas. Allenata da chi? Dal compagno Gabriele. Annata nera peraltro: 30 sconfitte su 30 partite. Che dolore per babbo Pardini: la retrocessione in C e ora la fine di un’epoca.
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