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L’ultimo tentativo una lettera europeista ma sul sito no euro

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POLITICA
Paolo Savona
L’economista che divide

“Dire di più non potevo, avrei sconfessato la mia vita. Tornerò alle mie passeggiate”
VALENTINA CONTE
ROMA
Chiuso nel silenzio, per «rispetto istituzionale», il professor Savona è «sereno». Nonostante la bufera che si è appena scatenata dopo le parole durissime del Capo dello Stato nei suoi confronti, definito come sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’euro. E dunque inadatto al ruolo di ministro dell’Economia. «Mi sono messo a disposizione del Paese, ora mi faccio da parte, ma non posso rinnegare il pensiero di una vita», confida ai più stretti collaboratori. «Torno ai miei studi e alle passeggiate a Villa Borghese». Sono trascorse solo poche ore dal comunicato a sua firma fatto pubblicare sul sito scenarieconomici. it (dopo aver avvertito Salvini e Di Maio).
Un breve scritto pensato per «rassicurare» i critici. Per stemperare «la scomposta polemica» - la definisce - sulle sue idee. Ma anche per mandare un segnale al Colle, pronto a ricevere di lì a poco il premier incaricato Conte con la lista dei ministri e il suo nome nella casella più prestigiosa. «Voglio una Europa diversa, più forte, ma più equa», scrive Savona.
Un’Europa da cambiare, non da distruggere. Elenca i punti per riformarla. Cita il programma gialloverde, con rimandi a pagine e paragrafi. Sembra farsi interprete della «volontà del Paese». Il Quirinale però si impunta. Non trova alcuna abiura di quello che ormai percepisce come “piano B” per tornare alla lira, attributo a Savona. Cerca senza esito una qualche limatura alla nota posizione anti-tedesca dell’ex ministro dell’Industria nel governo Ciampi. Comincia così a maturare il punto che poi Mattarella scandirà in serata: «Se si vuole discutere di uscita dall’euro lo si deve fare apertamente». Senza nasconderlo, insomma.
Qualche dubbio arriva pure da una prima occhiata al sito in cui compare il comunicato di Savona. Lì c’è anche il famigerato “piano B”. E poi una simulazione sul collasso dell’euro, «unica in Italia».
Collegamenti a pagine Facebook dal titolo «Game over Europa»: fine dell’Europa. Un sondaggio dal titolo “Sotto casa di Mattarella se non incarica Savona?”. Il 94% risponde sì.
Provocazioni? «Senz’altro», rassicura Antonio Maria Rinaldi, ex alunno di Savona e suo collaboratore oltre che docente alla Link Campus University («Ma io sono arrivato prima dei grillini», precisa). «Non è vero che il professor Savona vuole l’uscita dell’Italia dall’euro, Mattarella è stato consigliato male», spiega. «Il “piano B”, a cui anch’io ho contribuito, è solo un’elaborazione accademica, tra l’altro presentata in una sede universitaria aperta a tutti. Un mero insieme di scenari possibili in caso di shock. Non troppo dissimili da quelli che la Germania sta preparando e di cui, un mese fa, ha dato conto la Die Welt. Ma perché i tedeschi possono attrezzarsi e noi no?».
Rinaldi fa l’esempio dell’estintore: «È bene che esista, ma poi tutti speriamo di non doverlo usare. D’altro canto, la casa Europa rischia di non reggere a un incendio, perché costruita con molti limiti. E se non viene potenziata e l’euro crolla, meglio avere un piano B che non averlo».
La sintonia con i grilloleghisti è nata proprio su questi temi, che Savona «sostiene da sempre»: rivedere la partecipazione dell’Italia in Europa. «Perché deve sconfessarli ora?».
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