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Più aumentano le bollette più perdono acqua

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In Italia si spreca il 40% delle risorse idriche per colpa degli acquedotti e in alcune zone si arriva al 70%. Ma dal 2007 al 2015 le famiglie hanno subito rincari del 61% 


di Antonio Castro

   Paghiamo sempre di più per fargli buttare l'acqua che dovremmo consumare. Tradotto: il costo al metro cubo lievita neppure si trattasse di vino alla mescita.
   Se è vero che l'Italia è uno dei Paesi al mondo più ricchi di fonti potabili e di disponibilità (teorica) di approvvigionamento idrico, siamo anche a livelli record per dispersione e «vetustità» della rete di distribuzione. Vale a dire: abbiamo una rete di acquedotti e tubazioni che fanno letteralmente acqua da tutte le pani. Dalla fonte al rubinetto si perdo quasi un litro per ogni litro erogato. Secondo l'Istat (dati marzo 2017) «il volume di perdite idriche totali nelle reti dei comuni capoluogo di provincia, ottenuto sottraendo i volumi erogati autorizzati ai volumi immessi in rete, ammonta nel 2015 a 1,01 miliardi di metri cubi, corrispondenti a una dispersione giornaliera di 2,8 milioni di metri cubi di acqua per uso potabile».  
  Considerando che ogni giorno ciascun italiano consuma mediamente 245 litri, vuol dire che ne perdiamo nel trasporto e in altre utilità (fontanelle, forniture gratuite ad enti pubblici, dispersioni per manutenzioni), circa il 40%, a livello nazionale. 
   Poi saltano fuori casi eclatanti: le perdite di acqua potabile arrivano al 68,8% a Potenza, male anche Campobasso (67,9%), Cagliari (59,3), Palermo (54,6%), e a Bari (52,3). Mentre a Roma la dispersione idrica media viene calcolata intorno al 44,1%, Milano ha appena il 16,7% di perdite. I pure città - solitamente virtuose - devono segnalare perdite importanti: come Aosta (24,5%), Bolzano (26,5%) e Genova (27,4%).
    Se ne buttiamo tantissima non è che il costo al metrocubo scenda. Anzi, lievita.
    Cittadinanza attiva ha incrociato i dati dei consumi e dei costi in bolletta. Ne è saltato fuori che dal 2007 al 2015 una famiglia tipo (3 persone), ha subito rincari del 61,4% rispetto al 2007. Mediamente - spiega l'associazione dei consumatori - «la famiglia tipo sostiene una spesa di € 376 per il servizio idrico integrato, con un aumento del 5,9% rispetto alla spesa sostenuta nello corso del 20l4»
    A scorrere la classifica regionale salta fuori che «le regioni centrali si contraddistinguono in media per le più elevate tariffe applicate al servizio pubblico integrato con 511 euro annuali». E hanno anche subito i rincari maggiori (+9,2% rispetto al 2014 e +82,5% rispetto al 2007), segue l'area settentrionale (+5,1% rispetto al 2014 e +61,9% rispetto al 2007) e quindi quella meridionale (+3,2% rispetto al 2014 e +44,7% rispetto al 2007). Il Paradosso è che sono proprio queste le Regioni (Lazio, Toscana, Umbria), a subire le maggiori carenze e i più alti rincari tariffari. 
    Per ricchezza di fonti potabili (e precipitazioni) 1'Italia non dovrebbe, in teoria, soffrire la siccità che viene ora sbandierata aggrappandosi così allo stato di calamità. Il problema italiano è la "captazione" dell'oro blu. Vale a dire n'uscire a trattenere bacini di n'serva quanto scende dal cielo.
   Non più tardi della settimana scorsa è stato presentato dall'Associazione nazionali bonifiche (Anbi), il Progetto nazionale per il recupero delle risorse idriche. Sono 218 progetti per un valore complessivo di 20 miliardi di euro, per il recupero delle risorse idriche. L'Anbi ha già progettato di costmire 2.000 piccoli e medi invasi. Il renziano Erasmo D'Angelis, ex direttore de 1' Unità e oggi capo di #Italiasicura - la struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio sul dissesto idrogeologico - ammette il paradosso:
L'Italia è il Paese europeo più ricco di acqua con circa 302 miliardi di metri cubi di precipitazioni annue, ma è pessimo per quanto riguarda le infrastrutture per la cattura e la conservazione». 
In sostanza riusciamo a conservare appena «il 10 e l'11% delle acque». 
   Chissà se tra 20 anni di quanto lieviteranno le tariffe. 
E se saremo ancora in emergenza idrica. Si accettano scommesse.



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