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Bossi e Belsito condannati “Hanno truffato lo Stato” Confiscati 48 mln alla Lega

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politica e giustizia

Nuova sentenza a Genova: 2 anni e sei mesi al leader, quasi 5 all’ex tesoriere. L’accusa: fondi pubblici usati per spese personali
GIUSEPPE FILETTO
GENOVA.
Dalla casa dell’ex tesoriere della Lega Nord, Maurizio Balocchi, a Chiavari, partivano i documenti per chiedere il finanziamento pubblico al partito. Ma quella - per il Tribunale di Genova - era poi diventata una truffa ai danni dello Stato. E ieri è stata decisa una confisca record di 48 milioni di euro, da prelevare dalle casse del Carroccio. Morto Balocchi, nel 2010, la cassa e i segreti del Carroccio erano andati “in eredità” al suo portaborse, Francesco Belsito. I quattrini che Camera e Senato tra il 2008 e il 2012 avevano destinato al partito per il suo funzionamento e le attività istituzionali, finivano invece nelle disponibilità della famiglia di Umberto Bossi. Sulla base di questa ricostruzione, i giudici di primo grado hanno condannato il Senatur e Belsito per truffa: il primo a 2 anni e mezzo; l’altro a 4 anni e 10 mesi, più l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. La confisca, però, potrà essere applicata quando la sentenza sarà confermata in Cassazione. Anche se la Procura della Repubblica, nel frattempo e per evitare di non trovare più in centesimo, può chiedere il sequestro preventivo e cautelativo delle somme. Fino al giudizio di terzo grado. C’è di più: il Parlamento è parte lesa nel processo. Perciò i giudici hanno stabilito le provvisionali di un milione di euro, da pagare in solido tra i condannati: circa 225mila euro spettano alla Camera, oltre 755mila euro al Senato.
A investire i soldi pensava Belsito: in diamanti e conti correnti offshore a Cipro e in Tanzania. E li metteva nelle disponibilità della famiglia Bossi. Successivamente, una parte di quattrini è tornata nel forziere del Carroccio. Tanto che Belsito al processo ha dichiarato: «La Lega ci ha guadagnato nelle operazioni; però, una parte è stata spesa dal partito». Ma è stato difficile ricostruire come.
Per il Senatur è la seconda condanna in 10 giorni. Per il portaborse, che era stato sottosegretario nel governo Berlusconi, è la quarta in un mese. A inizio luglio i giudici milanesi hanno comminato 2 anni e 3 mesi a Bossi; un anno e sei mesi al figlio Renzo, “il Trota”; due anni e 6 mesi all’ex tesoriere. Belsito e l’ex segretario della Lega, per somma di condanne e alla fine del giudizio in Cassazione, rischiano di finire in galera. Anche se Bossi presumibilmente la eviterebbe per le sue condizioni di salute. Il pm Paola Calleri, che ha coordinato l’inchiesta, nell’accusa ha sostenuto che nel periodo in esame erano stati presentati rendiconti irregolari in Parlamento, appunto per ottenere indebitamente fondi pubblici. Sicché, ieri sono stati condannati anche tre revisori dei conti: Diego Sanavio (due anni a 8 mesi), Antonio Turci (due anni e 8 mesi) e Stefano Aldovisi (un anno e 9 mesi). Cinque anni di carcere e interdizione perpetua dagli uffici a ciascuno dei due faccendieri: Paolo Scala e Stefano Bonet hanno dovuto rispondere di riciclaggio. Le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria a suo tempo hanno individuato nei due gli “spalloni” che hanno trasferito il bottino all’estero.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Rendiconti irregolari al Parlamento tra 2008 e 2012. Il “bottino” sparito in gran parte all’estero
Francesco Belsito, ex tesoriere, e Umberto Bossi, fondatore della Lega

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