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Pisapia-Boschi, Mdp in rivolta “Quell’abbraccio proprio no”

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le scelte dei partiti
Giuliano Pisapia e Maria Elena Boschi si sono incontrati sul palco della Festa dell’Unità di Milano

Speranza accusa: “La foto ha fatto storcere il naso al nostro popolo” Ma per l’ex sindaco di Milano “è stato solo un gesto di buona educazione”
GIOVANNA CASADIO
ROMA.
«Giuliano, quella foto con Maria Elena Boschi a un pezzo del nostro mondo ha fatto storcere il naso...». Roberto Speranza, uno dei fondatori di Mdp, l’ha fatto presente al telefono a Giuliano Pisapia, che del nuovo partito politico della sinistra dovrebbe essere il leader.
Un abbraccio è solo un abbraccio. Un gesto di cortesia e buona educazione alla Festa dell’Unità di Milano: ha spiegato subito Pisapia. Però i militanti demoprogressisti si scatenano sui social. Non c’è solo il tweet del politologo Gianfranco Pasquino (“@giulianopisapia dimostra con abbracci e parole di non sapere cosa vuole”, o quello di Chiara Geloni, collaboratrice di Pierluigi Bersani, sul combinato disposto abbraccio- risalto sui media con «l’apertura del Tg1», ma parte il processo a quale sarà la linea politica del nuovo partito della sinistra: abbraccio con Renzi o alternativa a Renzi? Il vice segretario del Pd, Maurizio Martina, soddisfatto commenta: «Quell’abbraccio significa che non ci sono veti».
In Mdp monta il malcontento. Quindi, pioggia di post su Facebook e di tweet, perché «Maria Elena, la madrina della riforma costituzionale poi bocciata dal referendum del 4 dicembre, è l’icona del renzismo». Massimo Paolucci, eurodeputato dalemiano, tiene il punto: «Uno può abbracciare chi vuole, anche Belzebù, e non è quindi una questione di buona educazione che va benissimo, ma c’è bisogno di un chiarimento: siamo tutti d’accordo a costruire una cosa alternativa al Pd di Renzi? Questo è il punto». Paolucci è ieri sera a Ogliastro Cilento per un dibattito a cui partecipano Antonio Bassolino, ancora nel Pd, e altri due demoprogressisti Arturo Scotto e Enrico Rossi, il governatore della Toscana. Rossi tenta di minimizzare il risvolto politico dell’abbraccio, però ammette: «Le parole di Giuliano sono chiare e per un progetto alternativo a Renzi. Certo bisogna stare più attenti ai simboli. Non bisogna disorientare ». E a chi nella piazza cilentana chiede conto di com’è che Pisapia abbia detto di sentirsi a casa alle Feste dell’Unità, Paolucci chiosa: «Ma poi, quali Feste dell’Unità, ora che hanno fatto la festa all’Unità, chiudendola! ».
Sempre sui social: «Si crea confusione». «L’abbraccio mortale ». «Una delusione totale». Federico Fornaro, senatore ex dem ora Mdp: «Boschi non l’abbracciavamo prima, non l’abbracciamo adesso». Antonio Panzeri, anche lui eurodeputato, ex dem: «Sì quell’immagine crea disagio. Ma non è l’abbraccio in sé, piuttosto avere detto “sono a casa mia qui”: bisogna avere la coerenza e chiarire con Pisapia quale è la strada che si vuole fare insieme». Domani nel coordinamento che Mdp convoca, si parlerà degli abbracci simbolici e politici. «Noi siamo alternativi al Pd perché vogliamo rimettere l’articolo 18, la patrimoniale sui grandi redditi... », è il leit motiv di Speranza. «Forse ci vuole considerazione per i militanti Mdp, al di là degli abbracci», afferma Stefano Di Traglia, ex portavoce di Bersani. Mentre Nicola Fratoianni, il segretario di SI, fa pressing perché di unità si smetta di dibattere inutilmente e ci si confronti sulle questioni.
Anche Renzi spinge sull’acceleratore del programma del Pd. Ad ottobre ci sarà la conferenza programmatica. Ad organizzarla un gruppo a cui partecipa anche la minoranza: Andrea Orlando e Michele Emiliano (che l’hanno sfidato alle ultime primarie), Sergio Chiamparino, Graziano Delrio, Maria Elena Boschi, Tommaso Nannicini, e il vicesegretario Martina.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Martina: “Questo è il segnale che sono caduti i veti tra democratici e Campo Progressista”
FESTA DELL’UNITÀ

FOTO: ©ANSA
ROBERTO SPERANZA
È uno dei fondatori di Articolo 1, il movimento dei Democratici e Progressisti nato dopo la scissione con il Partito democratico

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