cronaca
Drogato e senza patente quando ha travolto una donna. Ora l’attore di “1993” rischia fino a 12 anni
STELLA CERVASIO CONCHITA SANNINO
È il trentaduenne attore, interprete promettente di cinema e serie tv d’autore ( Acab, o le serie 1992 e 1993 su Sky), arrestato nella notte di venerdì, per aver ucciso — mentre era al volante della sua Audi 3 sotto l’effetto di cannabis e cocaina — Ilaria Dilillo, quarantottenne dipendente di uno studio legale del salernitano, che stava rientrando a casa sul suo scooter.
Diele, fermato subito dopo dalle pattuglie della Stradale, mentre è in stato di choc allo svincolo di Montecorvino Pugliano, viene portato in ospedale, dove racconta confusamente ciò che ricorda. Risponde alla dottoressa Chiara D’Amore, chiede di uscire pochi minuti, di fumare. Poi si sottopone alle visite cliniche da cui emerge con certezza che ha fatto uso di droghe. Brucia un altro paio di sigarette all’esterno dell’ospedale guardato a vista da poliziotti inviati dalla dirigente Grazia Papa. Non sa ancora che rischia fino a 12 anni di carcere, in virtù della nuova legge recentemente entrata in vigore.
È quasi l’alba di sabato quando Diele entra nel carcere di Fuorni. Quasi muto. Addosso, lo stesso abito elegante, giacca e cravatta scura, con cui aveva lasciato il matrimonio di amici, tre ore prima, ai Sassi di Matera. L’ultima festa da uomo libero, prima di una notte di follia fatta — secondo i primi riscontri in mano agli inquirenti — di più gesti estremi: non solo guidare dopo aver “tirato”, ma rimettersi al volante per fare Matera-Roma nonostante avesse la patente già sospesa. Peraltro, con un’auto senza assicurazione.
In più, tutto potrebbe essere accaduto per un secondo di distrazione dovuto allo smartphone, o al display del lettore cd. Elemento che affiora da un paio di testimonianze. Lo dice, ad esempio, Ferdinando Giordano, ex concorrente del Grande Fratello: uno dei primi a fermarsi per prestare soccorso. «Ho visto quell’uomo in condizioni disperate. Diceva qualcosa, pare che si fosse distratto per colpa del cellulare ».
Stamane, è prevista l’udienza di convalida del gip. E lui sarà chiamato a rendere il primo interogatorio, anche alla presenza del pm Elena Cosentino della Procura di Salerno. Chissà se la ricostruzione sarà la stessa che aveva affidato all’inizio, con gli occhi lucidi di lacrime, appena ha capito che per Ilaria, quella donna là a terra, non c’era più nulla da fare.
«La guida era tranquilla, all’improvviso ho sentito un botto enorme, si sono aperti gli airbag, ho visto del fumo», è il racconto. «Anche il parabrezza si è spaccato. Allora ho cercato di non perdere il controllo del volante, è stata una frenata violenta. Appena sono sceso, ho visto questo scooter quasi agganciato a un mio parabrezza. Poi, la donna a terra. Mi sono messo a urlare aiuto, si è fermato qualcuno, ha cercato di darmi una mano e dopo è arrivata la polizia». La ricostruzione della Stradale confermerà che è stato il povero corpo di Ilaria a spaccare il parabrezza, prima di volare per oltre cento metri.
Ieri, a Pastena, comune alle porte della città costiera, commozione e grida ai funerali della Dilillo: «Non salvatelo perché è uno famoso. Vogliamo giustizia», alzano la voce le amiche. La stessa richiesta la avanza suo padre, Nicola, carabiniere in pensione: «Sono solo, adesso. Dopo la recente morte di mia moglie, Ilaria per me era tutto: un sostegno, una forza, una ragione per andare avanti. Si dice legge più dura, ma sempre si trovano i cavilli, le attenuanti ». Una richiesta di efficacia della pena arriva anche dal parroco, «e non è sete di vendetta », dirà don Francesco Coralluzzo.
Ma c’è dolore, e silenzio, anche a Siena, in casa dei genitori di Domenico: «Siamo distrutti. Con lui non ci abbiamo ancora parlato. Sono state le forze dell’ordine ad avvertirci nel tardo pomeriggio», dicono i genitori a Repubblica. «Adesso non fatene un mostro. Dietro a una disgrazia, c’è sempre chi gli vuole bene e soffre come un cane per quello che è successo. A chi scrive cose cattive anche su internet chiedo di immedesimarsi nel dolore di tutti noi. Massimo rispetto per chi non è più tra i vivi ma sappiate che qui c’è una famiglia devastata. Questi eventi aprono gli occhi su fatti che di solito vediamo in tv e fanno capire che non bisogna giudicare. Soffrono tanto i parenti della donna. Anche noi soffriamo con loro».
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I genitori: “Non fatene un mostro”. Ma i parenti della vittima dicono: “Paghi senza sconti”
Domenico Diele con Tea Falco in una scena della fiction su Tangentopoli andata in onda su Sky
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SALERNO.
«Il sedativo no. Non voglio. Comunque sì, ve lo dico subito. Ho fatto uso di droghe», mormora al pronto soccorso. È un uomo disperato, che sa di dover pagare. «Che cosa ho combinato? Io non lo so, devo capire. Io non l’avevo vista, quella donna sullo scooter. Com’è stato possibile che sia morta? L’ho uccisa io? Come ho fatto a rovinare tutto così, che cosa ho combinato, che cazzata ho fatto», si agita in corsia Domenico Diele, prima di finire in una cella con l’accusa di omicidio stradale.