il viaggio di trump
Primo incontro in Vaticano e invito a non tradire l’intesa di Parigi La replica: “Non ho ancora deciso”. Impegno comune per la pace
PAOLO RODARI
CITTÀ DEL VATICANO.
«Francesco ha cercato di convincere Trump a restare fedele agli accordi di Parigi. Ma Trump gli ha detto di non avere ancora deciso». Con queste parole pronunciate ieri sull’Air Force One è stato il segretario di Stato americano Rex Tillerson a descrivere non soltanto la moral suasion tentata da Bergoglio con Trump sul clima durante il loro primo incontro avvenuto in Vaticano, ma anche una certa distanza che su questo tema delicato ancora esiste fra i due. La disparità di vedute non è di ieri. Da tempo la Santa Sede conosce le diffidenze del mondo repubblicano in merito: «Quando Francesco stava scrivendo la “Laudato si’”, la sua enciclica ecologica – ha detto monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, capo dell’Accademia delle scienze – le lobby del petrolio Usa hanno cercato di fermarlo ». Il Papa ieri ha provato a convincere Trump dell’infondatezza delle sue posizioni, regalandogli proprio la sua enciclica ecologica che il presidente ha accettato facendo buon viso a cattivo gioco. Erano le 8,30 quando Trump si è affacciato alla porta della biblioteca apostolica vaticana sorridendo. Francesco l’ha accolto con un «bienvenido», seppure la tensione sul suo viso era palpabile. «È un grandissimo onore essere qui», gli ha detto Trump prima del meeting privato.
Migranti, promozione della pace, dialogo interreligioso con particolare riferimento al Medio Oriente e alla tutela delle comunità cristiane, sono stati questi gli altri fuochi affrontati. In particolare, le strategie per combattere il terrorismo, che per il Papa devono sempre passare dal negoziato, dalla messa in campo delle uniche armi consentite, quelle diplomatiche. Le regioni più complicate del mondo sono state evocate nell’incontro, quanto accade in Siria, Libia e nei territori controllati dall’Isis. Trump ha affermato che gli Stati Uniti e la Santa Sede condividono molto valori fondamentali e cercano di impegnarsi nel mondo per promuovere i diritti umani, combattere le sofferenze umane e proteggere la libertà religiosa. E ha rinnovato l’impegno del suo Paese per combattere la carestia globale, annunciando una spesa di oltre 300 milioni di dollari in Yemen, Sudan, Somalia e Nigeria. Al termine del colloquio il clima era più disteso. Trump ha donato al Papa un cofanetto di libri di Martin Luther King. Mentre Bergoglio, davanti anche alla moglie Melania e alla figlia Ivanka, gli ha donato oltre alle sue encicliche un messaggio per la Giornata della pace del 2017. Qui Francesco formulava un appello al disarmo e alla abolizione delle armi nucleari, invitava alla non violenza come sfida per i leader mondiali e chiedeva di farsi carico della crisi migratoria.
«Grazie, grazie. Non dimenticherò quello che lei ha detto... Buona fortuna», ha salutato Trump prima di congedarsi e passare a incontrare il segretario di Stato Pietro Parolin. «Buena suerte», ha risposto Bergoglio che in merito al messaggio per la pace ha detto: «Glielo dò perché sia strumento di pace». «Di pace abbiamo davvero bisogno», ha risposto il presidente.
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SCURO IN VOLTO
Il Papa posa serio accanto a Trump sorridente con Melania e Ivanka
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