23/10/2016
Prima
L’INTERVENTO
GIANFRANCO AMENDOLA
CARO direttore, “Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”: questa massima di elementare saggezza, coniata nel Parlamento europeo, viene troppo spesso dimenticata quando si parla di lotta ai rifiuti. Eppure essa costituisce la prima delle opzioni che l’Unione europea ed il nostro paese impongono nella scala di priorità della normativa ambientale, lasciando il recupero dei rifiuti solo al secondo posto.
Insomma, meglio prevenire, e cioè, come dice anche la nostra legge, adottare misure per limitare la quantità dei rifiuti, evitando che una sostanza, un materiale o un prodotto diventi rifiuto.
Specie e soprattutto a Roma, dove la situazione dei rifiuti è ormai al collasso. Non solo perchè la politica di settore è attualmente incentrata sul trattamento, con totale carenza delle fasi successive (un rifiuto, pur dopo il trattamento, resta un rifiuto); non solo perchè la raccolta differenziata (quella vera) è ancora troppo scarsa; non solo perchè occorre recuperare i ritardi di una pubblica amministrazione che, per decenni, ha troppo spesso operato al servizio del profitto dei privati. Ma soprattutto perchè si è aspettato troppo e adesso, se si vuole evitare che Roma (magari, con l’eccezione del centro storico) diventi un enorme immondezzaio, sono necessari interventi drastici, immediati e visibili che facciano capire ai romani che le cose stanno cambiando, scoraggiando anche un certo tipo di lassismo indotto dalla vista dell’attuale disastro.
Ma allora, che fare subito?
SEGUE A PAGINA VI