IL DOCUMENTO DEL GOVERNO
CON IL SI AL REFERENDUM ADDIO ITALEXIT
DIVENTEREMO GLI SCHIAVI D'EUROPA
di GIUSEPPE PALMA
avvocato costituzionalista
Ho già scritto, proprio sulla Verità, della costituzionalizzazione del vincolo esterno Ue attraverso la modifica degli articoli 55 e 70 della costituzione. Pertanto non mi ripeterà. Dì contro, i «figli destituentì» e i prestìgìatorì del Si sostengono che il vincolo esterno Ue in Costituzione è già previsto dall'art. 117 della Carta, che a costituzione vigente cioè dopo la riforma del 2001) parla di potestà legislativa che deve rispettare i «vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario», divenuti semplicemente «vincoli derivanti dal1”Unione Europea» con il testo di revisione costituzionale Renzi-Boschi. Ma non è cosi. Lo scopo della riforma - su stessa ammissione di Palazzo Chigi- non è quello di rendere più efficiente la macchina dello Stato, bensì di rispondere unicamente all`«esigenza di adeguare l'ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea».
A fugare ogni dubbio ci ha pensato addirittura il governo quando ha illustrato al Senato le ragioni della riforma. Il documento ufficiale che inchioda Renzi & Co. è la Relazione illustrativa al disegno di legge costituzionale presentato dall'esecutivo al Senato l`8 aprile 2014. Nel documento è scritto testualmente:
«Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l'esigenza di adeguare l'ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea [...]: il complesso di questi fattori ha dato luogo ad interventi di revisione costituzionale rilevanti, ancorché circoscritti, che hanno da ultimo interessato gli articoli 81, 97, 117 e 119, della Carta (costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio avvenuta nel 2012, rido), ma che non sono stati accompagnati da un processo organico di riforma in grado di razionalizzare in modo compiuto il complesso sistema di governo multilivello articolato tra Unione Europea, Stato e Autonomie territoriali».
Un linguaggio, come sovente avviene, complesso e prolisso per affermare la nostra dipendenza dalle élite economiche europee. Cosa assai diversa da quanto viene affermato oggi in costituzione.
I vincoli esterni di cui all'articolo 117 trovano infatti la propria radice genitrice nei Trattati sottoscritti dal nostro Paese. Quindi, se un domani volessimo liberarci dei vincoli tipizzati dal 117 sarebbe sufficiente denunciare i Trattati stessi. Nel caso dei Trattati europei, la denuncia avverrebbe facendo leva sull'articolo 5o del trattato sull'Unione europea (quello che al primo comma sancisce che «ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall`Unione››), quindi un atto unilaterale che non necessita di particolari motivazioni.
Se invece la riforma costituzionale dovesse superare anche la prova referendaria, con la tipizzazione del vincolo esterno Ue attraverso la modifica degli articoli 55 e 70 della Costituzione (quest`ultimo è stato cambiato passando da 9 a oltre 4.00 parole), i nostri obblighi nei confronti dell'ordinamento europeo non discenderebbero più per Trattato, bensì addirittura per costituzione, con la conseguenza che se un domani volessimo liberarci dai vincoli Ue non sarebbe sufficiente la sola denuncia dei Trattati, ma occorrerebbe una nuova revisione costituzionale attraverso la procedura aggravata prevista dall'articolo 138 della Costituzione.
Questa, nero su bianco, e la verità. Tutto il resto è propaganda di regime.