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Italiani con la Nato al confine russo L’ira di Mosca “Politica distruttiva”

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In Lettonia 140 militari. Grillo: “Renzi ci trascina in guerra”. Il Quirinale:“ Iniziativa nota da due mesi”
VINCENZO NIGRO
ROMA.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha confermato ieri in un’intervista alla Stampa che assieme ad altri Paesi alleati, l’Italia nel 2017 invierà un contingente simbolico di 140 soldati in uno dei 3 Paesi baltici, la Lettonia. Non è un’operazione militare, «è una presenza a rotazione in un paese Nato, una mossa che tecnicamente poteva essere decisa anche a livello di Stato maggiore », spiega a Repubblica il generale Vincenzo Camporini, ex capo della Difesa italiana. Una presenza simbolica, per mostrare solidarietà ai paesi ex-sovietici che sono alla frontiera con la Russia di Putin. E infatti il segretario Nato nella sua intervista l’ha presentato come uno dei tanti contributi che l’Italia offre all’Alleanza, quasi a compensare il fatto che le spese italiane per la Difesa da anni rimangano ben sotto il 2 per cento del bilancio, obiettivo comune Nato.
In poche ore le parole di Stoltenberg hanno creato una polemica politica che di sicuro ha fatto sorridere di soddisfazione Vladimir Putin. Da Mosca la portavoce del Ministero degli Esteri risponde a una domanda dell’Ansa dicendo che «la politica della Nato è distruttiva, l’Alleanza è impegnata a costruire nuove linee di divisione in Europa ». «Non si tratta di una politica di aggressione contro la Russia - replica il ministro degli Esteri Gentiloni - bensì di rassicurazione e difesa dei nostri confini come Alleanza».
La decisione di schierare truppe a rotazione è del vertice Nato di Varsavia di luglio, ma in un momento di tensioni rinnovate con la Russia, la conferma del segretario Nato diventa il pretesto per attacchi politici al governo italiano. Beppe Grillo accusa il premier di «trascinare l’Italia verso la guerra e il disastro economico, mentre la Russia è un partner essenziale». Critiche ancora da destra, con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia che sostiene che «la decisione di schierare truppe italiane è un’idiozia degna della fallimentare politica estera di Barack Obama».
La “questione russa” è talmente delicata che perfino l’ex premier Enrico Letta, sostituito da Renzi a Palazzo Chigi, dichiara che «francamente, ho più di un dubbio sul senso dell’improvvisa scelta di schierare truppe Nato in Lettonia al confine con la Russia».
A Varsavia, nel vertice del 7/8 luglio scorso, la decisione era stata confermata da Renzi nella conferenza stampa finale. Ma soprattutto è l’evoluzione di un coinvolgimento militare più massiccio, anche della stessa Italia, nel Baltico: nel 2015 ben 4 caccia intercettori dell’Aeronautica erano stati rischierati in Lituania per 6 mesi, fornendo alla Repubblica baltica quella difesa aerea di cui il paese ex-Urss non dispone. Un intervento molto più massiccio e perfino più costoso della rotazione di 140 alpini.
Ieri il premier Renzi e i principali ministri del suo governo sono stati ricevuti a pranzo dal capo dello Stato Sergio Mattarella per un incontro prima del prossimo Consiglio Ue. Renzi scherzando ha fatto una battuta al capo dello Stato, dicendo che «con Gentiloni si stava progettando l’invasione della Russia... ».
La questione dei soldati in Russia non è entrata nel pranzo al Quirinale, anche perché Mattarella, capo supremo delle Forze armate, ne era informato dai giorni di Varsavia. Il presidente – dicono i suoi collaboratori - «è sorpreso del clamore improvvisamente sollevato per una iniziativa già nota da un paio di mesi».
In un intervento proprio al Nato Defence College di Roma, Mattarella aveva confermato che con la Russia «il dialogo rimane centrale, ma vanno prese in considerazione le richieste di rassicurazione da parte dei nostri alleati dell’Est europeo».
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Il piccolo contingente sarà dispiegato nel 2017 Gentiloni: “Nessuna aggressione”
LA DIFESA
Militari Usa impegnati in esercitazioni Nato nei Paesi baltici

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