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Niente assicurazioni e flop incentivi dieci anni per ottenere i rimborsi

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terremoto in centro italia
L’ecobonus anti-sismico non funziona, frenato da un regolamento troppo difficile Tempi lunghi per rientrare degli anticipi
Tre governi (Monti, Letta, Renzi) non sono riusciti nell’intento di far pagare un premio per tutelare le case nelle zone a rischio

VALENTINA CONTE

ADEGUAMENTO SISMICO

«Il 60% degli immobili italiani è stato costruito prima della normativa antisismica del 1974», ragiona Filippo Delle Piane, ingegnere e vicepresidente Ance, l’associazione dei costruttori. «Di 5.800 ospedali, il 30% abbondante è a rischio sismico. Le 2 mila scuole sono decisamente vetuste, sebbene non necessariamente pericolose. È vero, il rischio zero, ammesso che esista, non sarà possibile per anni. Ma la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare non è più rinviabile. L’Italia spende 3 miliardi e mezzo ogni anno per le emergenze, tra dissesti idrogeologici e terremoti. Siamo il primo fruitore del fondo europeo per le calamità. Vorrà pur dire qualcosa». Eppure l’adeguamento sismico non è obbligatorio, lo diventa solo in caso di interventi di ristrutturazione rilevante. E certo, per le nuove costruzioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il vice dell’Ance: il trenta per cento degli ospedali non rispetta gli standard di sicurezza Ma Delrio ora punta a inserire le detrazioni per i condomini anche in chiave anti-terremoti

60%

Il 60% degli immobili è costruito prima delle nuove norme 1974 Le nuove regole di messa in sicurezza furono varate nel ‘74

 65%

Lo sconto per gli interventi anti-scosse sulle case a rischio
FOTO: ©FOTOGRAMMA
ROMA.

Adeguamento sismico degli edifici esistenti: non obbligatorio. Assicurazione per il danno da terremoto: non obbligatoria (e se facoltativa, neanche detraibile). Fascicolo del fabbricato: inesistente. Ecobonus al 65% per gli interventi antisismici: c’è dal 2012, prorogato fino alla fine di quest’anno, ma non funziona. La prevenzione in Italia fa acqua da tutte le parti. Al punto che ora il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio - che non crede nell’assicurazione per legge perché la ritiene una tassa - pensa di estendere il piano sugli ecobonus ai condomìni con il criterio della cessione del credito (un piano da 4-5 miliardi attraverso un fondo tra Cassa depositi e prestiti e privati), non solo per gli interventi di riqualificazione energetica, ma anche in chiave anti-terremoti. L’unico modo forse per smuovere la stasi deleteria di un Paese che si sbriciola con troppa e drammatica facilità.

ASSICURAZIONI

C’ha provato Monti, poi Letta, infine Renzi. L’assicurazione obbligatoria (e detraibile) contro le calamità naturali, non è mai passata. Bloccata nel 2012 dal Parlamento contro il “governo delle banche e delle assicurazioni”, quello tecnico dei professori. Ma anche nel 2013 sotto Letta, perché lo Stato “non può lavarsi le mani dal compito di ricostruire”. Poi anche l’esecutivo Renzi nel 2014 si è arreso (nonostante le insistenze dell’allora ministro Lupi dopo l’alluvione in Liguria). Temendo la rivolta dei consumatori al grido di “basta altre tasse”. Va detto che non tutte le case sono assicurabili, dipende dalla zone di pericolosità sismica. Oppure lo sono, ma a costi proibitivi. Il proprietario di un appartamento di 80 metri quadri a Roma, terzo piano in zona semi- centrale, se crollasse il palazzo incasserebbe sì e no il 20% del suo valore. Le prime case dell’Aquila venute giù sono state ripagate al 100%. Le seconde al 60-80%.

DETRAZIONI

L’ecobonus al 65% (quello per le riqualificazioni energetiche, tipo finestre e caldaie a condensazione) è stato esteso sin dal 2012 agli interventi antisismici. Allora era anzi al 36%, portato poi al 50 e infine al 65% (da Letta). E di proroga in proroga è ancora attivo fino alla fine dell’anno. Ma non funziona. Perché vale solo per le prime case in zona antisismica 1 e 2 (su 34 milioni di abitazioni in Italia, 15 milioni sono seconde, specie nei piccoli paesi tipo Amatrice). Il 65% della spesa per la “messa in sicurezza statica” viene rimborsato dallo Stato in 10 anni, a fronte di anticipi molto ingenti per questo tipo di interventi (anche 30 mila euro per un appartamento di media grandezza in un condominio di quattro piani e mezzo milione di esborso totale). E terzo ostacolo: la capienza Irpef. I redditi medio-bassi che pagano poche tasse rischiano di non poter detrarre nulla.

FASCICOLO DEGLI IMMOBILI

È il libretto di manutenzione della casa. Ti dice quando fare le revisioni periodiche per garantire l’efficienza della struttura. Come per l’auto. Peccato che vale solo per le nuove costruzioni post 2008. E a quelle precedenti cosa succede? «La manutenzione programmata semplicemente non esiste», spiega Rino La Mendola, vicepresidente del consiglio nazionale degli architetti. «La casa, dopo il collaudo, non la controlla più nessuno, come se le norme puntassero alla stabilità eterna. Ma i materiali non sono per sempre. Tra ossidazione delle armature e carbonatazione del calcestruzzo, assistiamo a un deterioramento del patrimonio esistente che nessuno monitora. Dell’auto sappiamo tutto e la verifichiamo di continuo. Della casa niente. Almeno finché crolla».


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