25/5/2016
SPETTACOLI
Parla Gene Simmons leader del gruppo Il 31 maggio nei cinema lo show di Las Vegas
“I Kiss si salvano ma fare musica oggi è un lusso”
CARLO MORETTI
È “LA CRISI
I ragazzi scaricano senza pagare. Da fan hanno mandato in crisi le etichette. Così non nasceranno più nuovi Beatles
MARKETING
Abbiamo una catena di ristoranti, ma restiamo quelli che hanno venduto più dischi in America
PRINCE
I giornalisti mi hanno interpretato male: non ho mai detto che la morte di Prince è stata patetica”
LA LINGUA più lunga del rock. E non solo perché la sua linguaccia esibita sul palco è diventata negli anni uno dei marchi di fabbrica dei Kiss, ma soprattutto perché a ogni intervista le sue opinioni suscitano un coro di polemiche. Nell’ultima, a Newsweek, il bassista Gene Simmons aveva detto che «la morte di Bowie è stata tragica, visto che era malato, quella di Prince patetica, drogato com’era di antidolorifici».
Poi Simmons si è scusato ma la frittata era fatta.
Poi Simmons si è scusato ma la frittata era fatta.
L’occasione per parlargli è la proiezione per una sola sera nei cinema italiani, il 31 maggio, del film-concerto Kiss rocks Vegas, sullo show che la band hard rock americana da più di 100 milioni di dischi tenne nel 2014 all’Hard Rock Hotel & Casino di Las Vegas.
È appena tornato dal Texas dove ha avuto qualche problema.
«Eravamo a Dallas per l’apertura di un ristorante della nostra catena Rock & Brews ma è arrivato un uragano e non sono potuto tornare a Los Angeles».
Era lo stesso giorno in cui si scatenava un altro uragano, quello provocato dalle sue dichiarazioni a “Newsweek”.
«È triste quando i giornalisti travisano il senso di ciò che dici. Per avere un’idea di cosa io abbia pensato della morte di Prince basta cercare un filmato su YouTube con le parole: Cnn, Gene Simmons e Prince Tribute (l’intervista è del 24 aprile, quella con Newsweek del 10 maggio, ndr). Qualcuno mentendo ha detto che io avrei pronunciato quelle brutte parole su Prince, ma non è vero».
Quindi lei non ha mai detto che la morte di Prince è stata patetica perché provocata dall’abuso di antidolorifici?
«Che si sia ucciso così lo dice il suo medico, le droghe uccidono e sono un nemico per chiunque. Ma Prince era un genio e su questo non c’è dubbio».
Ha avuto occasione d’incontrarlo negli ultimi anni?
«No, lo incontrai all’inizio degli anni Ottanta, credo fosse il suo primo tour: portai a un suo concerto in un piccolo club di New York la mia fidanzata di allora, Diana Ross; poi andammo a salutarlo nei camerini ed era incredibile trovarlo di persona così timido dopo averlo visto dominare il palco in quel modo».
Cosa ricorda del concerto che vedremo in questo film?
«Eravamo andati a Las Vegas per fare delle prove del tour e per testare alcune nuove macchine, i nostri show sono sempre stati molto tecnologici e in quell’occasione avevamo introdotto anche nuovi lanciafiamme. Originariamente non era previsto il pubblico, ma poi cambiammo idea e lasciammo entrare qualche migliaio di spettatori per sera, facemmo nove concerti di fila. La sfida più grande fu portare uno show dei Kiss in un teatro, cercando di non dargli fuoco».
I Kiss oggi sono ormai un marchio e uno straordinario fenomeno di marketing: strategie utili in questi tempi di crisi della discografia?
«Il più grande problema per le nuove band è che non ci sono più le case discografiche e che i ragazzi scaricano musica senza pagarla. Non è la pirateria o la mafia o chissà chi a far danni, sono i fan ad aver ucciso le case discografiche. Se nessuno paga più per la musica e tu non hai i soldi per pagare l’affitto devi fare un altro lavoro e non puoi più essere un musicista a tempo pieno. Questo non danneggia noi, o gli U2, o i Rolling Stones, ma chi comincia oggi. Dove sono i nuovi Beatles? Non ci sono. Amo i Radiohead ma se vai per strada nessuno conosce il nome del loro chitarrista».
«Lei sta parlando con un ragazzo fortunato ad essere in una band chiamata Kiss, prima tra le band d’America per numero di dischi d’oro in tutte le categorie. Il che è piuttosto interessante non avendo mai puntato sui singoli, eppure piazzammo una hit come I was made for lovin’ you ».
Come vedrebbe Donald Trump nel ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America?
«Me lo chiedono tutti perché è noto che lo conosco. Ma è importante che le persone famose non esprimano le loro intenzioni di voto né che indichino ad altri chi votare. L’importante è votare secondo coscienza. A chi interessa poi per chi voterò io?».
Lei è figlio di un’immigrata israeliana, avrà qualcosa da dire almeno sull’idea di Trump di costruire un muro sul confine con il Messico?
«Sono tempi difficili, le opinioni si polarizzano, la gente è arrabbiata, dovremmo sostenerci più che dividerci in fazioni. Non so quale sia la risposta giusta sul tema dell’immigrazione, avrei bisogno di più informazioni. Del resto anche in Europa ci si divide sull’arrivo in massa di persone dal Medio Oriente. Mi dica: lei vorrebbe costruire un muro intorno alla Spagna? Lei magari no, ma altri lo vorrebbero».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA
LA STAR
Gene Simmons, 66 anni bassista dei Kiss è conosciuto anche con il nome del suo personaggio: il Diavolo Sopra, l’arrivo a Las Vegas I Kiss resistono a tutto?