cronaca
ELENA DUSI
SUL rapporto fra cibo e salute, solo l’anno scorso sono usciti 35mila articoli scientifici. Testi tecnici, impossibili da leggere per un profano. Ma importanti per chi desidera nutrirsi in maniera corretta. Ecco perché uno scienziato, una nutrizionista e una giornalista si sono incontrati per tradurre tutta questa conoscenza in un libro. Il risultato — La dieta Smartfood. In forma e in salute con i 30 cibi che allungano la vita — è uscito il 25 febbraio per Rizzoli e oggi è arrivato alla settima ristampa, con 85 mila copie vendute. «Ci hanno definito un caso editoriale.
Probabilmente perché mettiamo insieme tre professionalità così diverse e uniamo alla base scientifica il linguaggio semplice » spiega Lucilla Titta, autrice insieme a Pier Giuseppe Pelicci ed Eliana Liotta.
Titta (la nutrizionista) e Pelicci (uno dei più importanti scienziati italiani, scopritore nel ’99 del primo gene legato all’invecchiamento in un mammifero, il topo) dirigono da qualche anno il progetto di ricerca Smartfood all’Istituto europeo di oncologia di Milano (Ieo). Liotta è una giornalista. «Attorno al cibo ruotano tante ideologie» spiega Pelicci. «Quella vegana e vegetariana. Quella fast food e quella slow food. A noi interessava solo fornire informazioni scientifiche. In questo forse abbiamo risposto a un bisogno».
Alla fine degli anni ’90 la scienziata ha iniziato a scoprire alcuni geni che accelerano o rallentano l’invecchiamento. Di recente ci si è accorti che alcune sostanze contenute nei cibi possono influenzare questi geni, attivandoli o inibendoli (almeno in parte). Tutti questi frammenti di Dna hanno un aspetto in comune: sono legati al modo in cui il nostro corpo consuma energia. Più mangiamo e il nostro metabolismo accelera, più i geni dell’invecchiamento si attivano. Più digiuniamo e il consumo di energia rallenta, più entrano in funzione i geni allunga-vita. Cibo e invecchiamento — ci si è accorti — sono legati da un vincolo strettissimo, molto più di quanto non si sospettasse. E vari esperimenti sugli animali hanno dimostrato che lunghi digiuni estendono la vita, addirittura fino al 30%. Agli uomini non si può chiedere di seguire diete troppo estreme, ma il libro racconta quali molecole presenti in vari prodotti vegetali mimano l’effetto del digiuno, attivando i geni della longevità senza bisogno di sottoporsi a regimi ascetici.
«Occupandomi da sempre di longevità, questo legame con il cibo non poteva non colpirmi» spiega Pelicci. «Per questo abbiamo deciso prima di far nascere il progetto di ricerca Smartfood, poi di raccogliere le informazioni in un libro». Nel laboratorio dello Ieo sono state studiate prima di tutto le arance rosse dell’area dell’Etna. «L’esposizione agli sbalzi di temperatura di quell’area — spiega Pelicci — induce i geni a produrre grandi quantità di sostanze particolari, chiamate antocianine». Purificate, queste molecole sono oggi sottoposte a varie sperimentazioni, per testare il loro effetto anti- obesità e di protezione nei confronti dei tumori. «Altre molecole allo studio provengono dalle cipolle » spiega Pelicci. Il prossimo passo per il team di Smartfood (presente anche su Facebook) sarà quello di ampliare l’offerta di ricette “smart”.