Una workstation musicale per gli indefessi ricercatori della perfezione ... portatile
Quando però a parlarne è una casa come Roland allora tutti drizzano le orecchie. Negli ultimi anni, senza dubbio di smentita, è stata forse la casa costruttrice più prolifica con una percentuale di successi raggiunti davvero altissima. La svolta, come ricorderete benissimo, è venuta all'apparizione del D 50, strumento che è divenuto subito un riferimento anche per gli altri costruttori non solo per il suo alto contenuto di tecnologia ma anche per il modo di gestire i suoni e di proporsi all'utente, con menù e sottomenù, e per la presenza dello slot per le memory card. Questo livello, e vorrei dire vantaggio, sulla concorrenza è stato mantenuto intatto, almeno nel settore degli strumenti professionali, durante gli anni, che sono serviti ad apportare ulteriori miglioramenti a quanto era già, di base, eccellente.
Così tra uno strumento e l'altro, nell'attesa generale, ha fatto la sua comparsa la workstation Roland, di cui si parlava già da tempo. In principio tutto lasciava supporre che sarebbe stata un mix di caratteristiche di uno dei sequencer della serie MC con un modulo di suono alla D 50, il tutto assemblato sotto le vesti esteriori di una master già conosciuta: invece è stata una grossa sorpresa trovarsi un campionatore degno dell'S550 come fonte di suono interna. La spiegazione è giunta immediatamente a tutti coloro che fanno davvero uso di macchine come questa: infatti è sicuramente più versatile un campionatore di un "semplice" synth, non essendo legato ad una sintesi singola, con caratteristiche di suono, anche se di tutto rispetto, statiche, precise.
La grande qualità della W 30 Music Workstation, questo il nome per esteso, sta nel raggruppare tre strumenti già noti al mercato di ottima qualità; il sequencer interno è totalmente compatibile con le sequenze create con i prodotti della serie MC 500 e MC 300 oltre che a quelle create con il software Director per l'S550, così come lo è l'intera libreria di suoni creata per i campionatori di casa Roland, l'S 550, appunto, l'S50 e l' S330.
Dall'esterno
L'aspetto esteriore della W 30 è molto accattivante: da questa linea sono derivate le due master altrettanto belle A 50 ed A 80 che attualmente stanno spopolando grazie anche al software di sistema davvero di tipo amichevole ed altamente intuitivo.
Tutte le informazioni e lo scambio di dati con il musicista avvengono attraverso uno schermo - si è da definire tale perché è troppo bello per essere un semplice display - da 240 x 60 punti, con il contrasto regolabile, che finalmente può dire e mostrare molto di più di ogni suo predecessore.
All'estrema sinistra troviamo oltre all'ormai noto, amato ed odiato per la sua forma particolare, controllo della modulazione e del bending, un drive per la lettura-scrittura di dischi da 3.5". Spostandoci al centro, intorno allo scherno LCD, troviamo tutti i comandi che ci permettono di colloquiare con il software della W 30; un solo slider, quello del volume, circondato da alcuni tasti funzione dedicati al sequencer e tre tasti per la selezione della parte di strumento sulla quale si desidera intervenire denominati Performance, Sequencer, Sound. Al di sotto dello schermo si trovano altri sette tasti funzione, uno per l'uscita dalla pagina corrente, cinque (da Fl a F5) con funzioni prestabilite ed uno denominato USER assegnabile a delle funzioni particolari definibili dall'utente.
Alla destra dello strumento c'è un tastierino alfa-numerico che comprende anche i tasti di incremento e decremento ( + e -) oltre al tasto di Enter, al quale si ricorre spesso durante la programmazione dello strumento; per ultime, anche se sono le parti che si notano immediatamente osservando la W 30, ci sono due manopole che sostituiscono i tasti cursore, la prima, e lo slider di data entry, la seconda. Con uno schermo così ampio è senz'altro un'ottima idea l'aver sostituito i normali strumenti di spostamento con altri di questo tipo: il controllo oltre che più veloce risulta con l'uso anche più preciso, permettendo di muoversi agilmente tra le pagine, oltre sessanta, previste dal sistema operativo, davvero degno di nota che sembra ispirarsi ad un programma dedicato di edit per computer, talmente è minuzioso nei particolari e facilissimo da capire, quindi permettendo di sfruttare a pieno le caratteristiche dello strumento.
Il pannello posteriore, non privo della scritta W 30 in caratteri dal corpo di dimensioni generose, appare piuttosto «bucherellato»: una porta SCSI, opzionale con il kit KW 30, offre la possibilità di collegare lo strumento direttamente ad un hard disk esterno, per la memorizzazione ed il caricamento veloce dei banchi di suoni, oppure all'unità Roland CD-ROM CD 5.
Ci sono due ingressi per i pedali del volume e di dump, assegnabile ad altre funzioni, adiacenti ai terminali Midi. Un piccolo trim per la regolazione del guadagno del segnale in ingresso fa capire che siamo in prossimità dell'ingresso per catturare i suoni dall'esterno. Altri nove connettori, sempre di tipo jack da 1/4", servono alle otto uscite separate, di cui la numero uno serve anche da uscita mix mono, completamente assegnabili via software cd una presa per la cuffia.
La tastiera di controllo è la solita cinque ottave, 61 tasti dal feel veramente buono che, anche se non è pesata, offre una ec-cellente comodità di esecuzione, rispondendo sempre in modo esatto e calibrato a qualsiasi sollecitazione. Se lo strumento controlla delle unità esterne e viene lasciato per qualche minuto inattivo bisognerà fare attenzione al momento in cui si riprende a lavorare perché i tasti non rispondono al primo tocco ma solo al successivo, forse grazie ali' Active sensing, comando Midi sconosciuto ai più, che tiene impegnata la linea in mancanza di segnale.
Il software
Lo strumento viene consegnato con un corredo di quattro dischi, uno è il disco di sistema e gli altri tre con suoni e song dimostrative. Con questo bagaglio che forse può apparire esiguo è possibile cominciare da subito a suonare davvero, impiegando i suoni e le forme d'onda offerte dalla casa. La grande capacità di memoria della W 30 permette di avere in linea sempre 128 preset di forme d'onda sotto forma di dati che si possono usare nella creazione di suoni, fino a 64 per volta ai quali si possono però aggiungere forme d'onda aggiuntive, fino a 32, per avere un massimo di 96 patches sfruttabili in maniera simultanea.
Il sequencer è strutturato davvero in modo da soddisfare qualunque esigenza; circa 15 mila sono le note che possono restare in memoria, sotto forma di 20 song, ciascuna scritta sulle sedici tracce disponibili. Qualche tempo fa ho parlato, in occasione di un altro articolo, del mio odio verso i sequencer interni, che portano via, il più delle volte, solo memoria interna, senza essere di reale utilità al musicista; già in quell'occasione dicevo che ci sono delle eccezioni ed oggi siamo in presenza di una di queste: il software è uno dei più belli e completi che io abbia mai visto, soprattutto implementato all'interno di uno strumento, con una grande qualità, quella di essere estremamente facile da usare.
Mi sono sorpreso infatti durante la prova a scrivere parti su parti, usufruendo dei suoni interni, trovandomi perfettamente a mio agio anche nello scoprire funzioni particolari senza l'ausilio del manuale. Sia ben chiaro che il manuale è una parte dello strumento, per cui va letto attentamente al fine di poter sfruttare fino in fondo le qualità sonore-creative di questo tipo di di strumento ma con la W 30, ed il suo sistema operativo così immediato, devo confessare che anch'io sono stato preso dalla voglia di suonare subito, senza prima dare un'occhiata alle istruzioni.
Ogni volta che sullo schermo si richiama una pagina per l'accesso alle varie funzioni, ci si trova di fronte ad una configurazione tale che permette di avere sott'occhio tutto lo status della macchina; in pochi secondi si può tranquillamente passare dalla parte sequencer, anche se è in funzione, alla parte di edit dei suoni oppure al menù di assegna-zione delle tracce o, ancora, alla pagina di gestione Midi. Quando si sbaglia o si sta per attivare una funzione di tipo distruttivo, cioé senza la possibilità di tornare sui propri passi, il sistema pone la richiesta di conferma prima di eseguire il comando relativo, al pari di sistemi ben più evoluti.
Una pagina che mi ha lasciato veramente stupito e soddisfatto al tempo stesso è quella relativa alla funzione Micro Edit, attraverso la quale è possibile monitorare ogni singolo evento di una traccia specifica per correggere errori o apportare modifiche a quanto è stato registrato; inoltre si può anche sentire la parte assegnandola ad un suono ed un canale Midi diversi, magari relativi ad un modulo esterno, solo con la manopola di data entry che, per l'occasione, funziona da cue per un riascolto normale o al contrario del brano, o della traccia, su cui si sta lavorando. Finché non si registrano parti con un sequencer non si può apprezzare l'utilità di questa funzione ma, una volta provata, non se ne potrà più fare a meno.
Da ricordare, inoltre, che sono presenti tutte le funzioni tipiche di un sequencer, copy, merge, erase ecceterà, oltre ad una traccia aggiuntiva per la registrazione esclusiva dei dati di clock.
Gestione dei suoni
La parte del campionatore o, meglio, quella della gestione dei suoni, non è da meno di quella precedente; ogni passo nella costruzione di una nuova forma d'onda che sboccerà in un nuovo suono, è guidata dal sistema operativo che svolge funzioni che vanno dal VU meter, per stabilire un giusto livello d'ingresso del segnale da campionare, fino a dei filtri digitali che servono a pulire il suono campionato da rumori indesiderati.
Quest'ultima funzione è svolta in maniera particolare grazie ad una nuova tecnica impiegata dalla Roland, chiamata DI cioé Differential Interpolation, che valuta ciascun picco nella forma d'onda originale e ne calcola il giusto punto di campionamento così da ridurre totalmente i fenomeni di aliasing e di rumore di fondo.
Il grande schermo LCD offre il meglio di se durante la gestione delle forme d'onda, in fase di editing, quando si trasforma in un monitor grafico dalle impressionanti qua¬lità di precisione e risoluzione dell'immagine della forma d'onda visualizzata. I sedici suoni che compongono un banco della W 30 sono strutturati in questo modo: una parte è rappresentata dai dati campionati, le forme d'onda di base, mentre l'altra parte è composta dai parametri che servono a dare alle prime un aspetto sonoro definito.
Tra i Tone parameters, come li chiama il sistema, troviamo il controllo del volume, l'altezza del campionamento originale, la soglia dove deve cambiare il livello dinamico in riproduzione del suono e così via.
Tra gli Wave Data, cioé i dati relativi alle forme d'onda, si distinguono, a loro volta, due tipi, quelli modificabili e quelli presettati. Al secondo tipo appartengono quelle forme d'onda di uso comune, che trovano un largo impiego nell'uso quotidiano, mentre quelle del primo tipo possono essere modificate a piacere.
Ognuno dei patches, cioé i suoni finali, può essere assegnato ad una parte precisa della tastiera, facendo uso dei Patch Parameters, che sono d'aiuto all'utente nella gestione finale dei suoni, permettendogli di stabilire, ad esempio, quali suoni verranno interessati dall'aftertouch e quali no, quantificando anche il singolo intervento in valori numerici; anche il nome che si vuole dare ad un suono viene considerato come uno di questi parametri Master Keyboard
La parte dello strumento che svolge le funzioni di master keyboard non ha nulla da invidiare alle due parti che con essa coesistono; il sistema è altrettanto facile da capire che ne deriva un utilizzo immediato dello strumento anche durante il controllo di un intero set up Midi. La configurazione di base del sistema comprende la regolazione dei canali Midi interni ed esterni, la funzione locai ed il range di note suonabili,
variabile tra -2 e +2 ottave dall'estensione standard.
Attraverso due interruttori, sempre software sia chiaro, è possibile disattivare la trasmissione dei dati ai moduli esterni o attivare la ricezione dall'esterno verso i generatori interni. Tutte le funzioni Midi di base sono implementate e, soprattutto, grazie al grande schermo, è possibile avere sempre tutto sotto controllo. Se a qualcuno desse fastidio l'Active Sensing di cui si parlava prima, sappia che si può scegliere di disattivarne la trasmissione al pari della trasmissione del sincronismo Midi di controllo per tutte le funzioni per cui è previsto un segnale di clock.
Conclusioni
Senza dubbio il finale di questa prova, che si è rivelata un gran divertimento data la versatilità dello strumento, non può essere che pienamente favorevole nei confronti della W 30, che si è dimostrata una vera Workstation, sempre attiva e presente anche nelle programmazioni al limite, con una velocità di caricamento dei suoni e di esecuzione delle funzioni davvero meritevole di nota. Dato che, come ormai è buona abitudine in macchine di questo tipo, il sistema operativo è su disco aspetteremo con ansia una nuova versione dello stesso, chissà con quali altre nuove funzioni. Ma per ora sarà meglio imparare bene tutte quelle che sono già disponibili ...