NONC'ÈDICHE
di Daniele Luttazzi
All’alba del 20 marzo 2003 gli Stati Uniti bombardavano la capitale Baghdad. Venti anni di guerra in Iraq e in Siria sono costati 1.790 miliardi di dollari e 584.000 morti. (Corriere del Ticino, 20.03)
In tanti, per fortuna, stanno sottolineando l’ipocrisia della Corte penale internazionale dell’Aja che ha emesso un mandato di cattura per Putin“criminale di guerra”: e i criminali delle guerre Usa e Nato degli ultimi 20 anni? Eppure, bastava che la Corte leggesse il blog di quel comico che nel 2006 ricordava le accuse possibili contro George Bush: “1) Guerra di aggressione contro una nazione che non rappresentava una minaccia immediata per gli Stati Uniti (una guerra che ha ucciso 2.500 americani e ne ha mutilati oltre 20.000) uccidendo tra 50 e 100.000 uomini, donne e bambini iracheni innocenti. 2) Cospirazione per indurre il Congresso degli Stati Uniti ad approvare una guerra non necessaria e illegale. 3) Violazione del diritto statunitense e internazionale; uso della tortura, del sequestro e della consegna di prigionieri di guerra catturati in Iraq e in Afghanistan e nel corso della cosiddetta Guerra al Terrore. 4) Privazione illegale delle protezioni costituzionali ai cittadini americani, negando loro il diritto fondamentale di vedere il proprio caso esaminato in un tribunale, di ascoltare le accuse contro di loro, di essere giudicati in un tribunale pubblico da una giuria e di avere assistenza legale. 5) Spionaggio di cittadini americani e delle loro comunicazioni da parte della National Security Agency e di altre agenzie di polizia e di intelligence statunitensi, in violazione del Primo e Quarto Emendamento e del Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa). 6) Ostacolo alle indagini e copertura delle informazioni sull’esposizione deliberata dell’identità di un agente Cia sotto copertura, Valery Plame. 7) Ostacolo alle indagini sugli attacchi dell’11 settembre e menzogne agli investigatori del Congresso e della Commissione bipartisan sull’11 settembre. 8) Violazione del giusto processo e di altri diritti costituzionali di migliaia di cittadini e residenti legali, arrestandoli e facendoli sparire o deportandoli senza udienze. 9) Abuso di potere, indebolimento della costituzione e violazione del giuramento presidenziale rifiutando deliberatamente di amministrare oltre 750 atti convertiti in legge dal Congresso: azioni che, se non contestate, renderebbero il Congresso un corpo inutile e il presidente un dittatore. 10) Negligenza criminale nel non aver fornito le truppe americane di un equipaggiamento adeguato prima di inviarle in guerra, negligenza criminale nell’andare in guerra contro una nazione debole senza alcuna pianificazione per l’occupazione e la ricostruzione postbellica”. Scriveva ancora quel comico nel 2006: “Saddam Hussein non aveva né armi di distruzione di massa né legami con al Qaeda. Dal 2003, milioni di pacifisti nel mondo protestano contro la guerra di Bush: basata su bugie, strumentalizzava in modo cinico il dolore suscitato dall’attentato dell’11 settembre per giustificare l’invasione illegale dell’Iraq. Una giornalista, Judith Miller, all’epoca scrisse quattro articoli sul New York Times che accreditavano l’ipotesi di un Saddam con le armi di distruzione di massa. In realtà stava facendo propaganda insieme ad altri giornalisti embedded, coi quali poi venne travolta dal Cia-gate”. Quando quel comico ne parlò sul blog, un centinaio di blogger di Tocqueville.it (famigerata galassia web di centrodestra) glielo intasarono di propaganda pro-Bush per spalleggiare il giornalista del Foglio Christian Rocca, che con Ferrara e Rossella era uno dei maggiori propagandisti italiani della guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq (bit.ly/3n4ydmm). Come allora, anche oggi in Italia i guerrafondai embedded attaccano i pacifisti: per gli stessi motivi, con la stessa malafede, e con lo stesso torto. (1. Continua)