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โ†ง

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Sono di pochi giorni fa le immagini di un povero immigrato ignudo rincorso da ben otto agenti di polizia nella fontana delle Naiadi disegnata nel 1901 da
Mario Rutelli
; una specie di triste remake di Dolce Vita. Ma via Nazionale, che parte da lassรน, piazza della Repubblica o Esedra, per scivolare giรน, verso il centro, รจ da sempre una specie di termometro della cittร . Nata per essere un Vialone di delizie verso la Rama unitaria. che si voleva โ€œhaussmannizzataโ€, ha conosciuto gli ultimi splendori a metร  anni Novanta del Novecento, col Palazzo delle Esposizioni in grande spolvero e le librerie Melbookstore che aprivano.
Oggi, invece, gli orologi pubblici issati su pali spesso sghembi e su scatole pubblicitarie, prive di pubblicitร , indicano tutti l'ora sbagliata. I negozi, i pochi rimasti dopo l'ondata di lockdown, sono tristi, patetici, sudamericani.
Quello che dovrebbe essere un vialone che introduce il turista dalla stazione verso gli splendori del centro va al contrario come i salmoni, โ€œporta lo squallore della stazione giรน, fino a piazza
Venezia, e forse anche oltre, verso via del Corsoโ€, dice al Foglio Anna Coliva, vivace storica dell'arte. E intanto fervono - si fa per dire - i lavori. Mentre nelle cittร  evolute (facciamo il solito annoso paragone, Milano) si discute di urbanistica tattica, qui siamo ancora al sampietrino sรฌ sampietrino no. Lo stradone adesso รจ di nuovo cantierato, stanno togliendo di nuovo i sampietrini, per questa autostrada che sarร  liscia e adatta allo sfrecciare dei motorini.
Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito e avvocato, e pro asfalto, dice al Foglio. Basta che lo mettano, perรฒ, quest'asfalto. Ha scritto nei giorni scorsi una lettera al Corriere, per lamentare che questi cantieri son deserti, cantieri che bloccano la circolazione da mesi.
Non si pretende che lavorino di notte - non siam mica in occidente - ma almeno di giorno sรฌ. Anche quando fa loro piรน comodo. โ€œDa qualche giorno perรฒ hanno ripreso". dice Napolitano. A Roma, si sa, ci accontentiamo di poco. Coliva non รจ โ€œnรฉ per l'asfalto nรฉ per il sampietrino, tutto dipende da come viene fatto il lavoroโ€, se รจ fatto bene va benissimo anche il sampietrino, del resto Milano, sempre Milano, non รจ che toglie il pavรฉ dal suo centro anche trafficatissimo. Poi ci sono le leggende, che a ogni giro di giostra di sampietrini se ne mettano sempre meno, sempre un po' piรน larghi, e qualcuno se li mette in saccoccia, carissimi come sono. Nelle laterali, qualcuno sta meglio. Via XXIV maggio, che porta al Quirinale. รจ stata chiusa per otto mesi proprio per rimettere i sampietrini. e sarร  lunga trecento metri: sarร  stata fatta a regola d`arte. almeno. E quante memorie. lรฌ: di fronte al Quirinale aveva casa l`Avvocato. mancato nel 2003, in un attico che si voleva addirittura decappottabile. con un ingegnoso (troppo ingegnoso) soffitto retrattile. che poi non si fece. nel palazzo di massimi antifascismi chic. Carandini Albertini. E scendendo invece giรน,
nell'ultimo tratto di via IV Novembre, ora asfaltatissima tipo curvone di Le Mans, dove resiste la bellissima libreria Tonibolini, il Duce aveva ratto costruire all`immaginifico architetto Brasini un palazzone da โ€œVia col Vento", atto, si dice, a coprire la visuale a quegli antifascisti di lassรน (รจ il palazzo Ina). Ma arrivati a piazza Venezia, ecco che l'asfalto finisce, ricomincia il sampietrino, finisce il
regno del bitume. Improvvisamente. A Roma, assistiamo infatti a un'epoca tardo-asfaltatoria, l`asfalto ormai padrone della carreggiata guadagna anche i marciapiedi, in questa nuova modalitร  duale per cui prima si fa una corsia (mesi, anni, ingorghi) poi quella opposta, e nel mezzo rimane una cicatrice come da scontri della litosfera, una dorsale insanabile che rimarrร  come firma sartoriale del metodo Raggi. E ci sarร  qualcosa di psicoanalitico se una cosa, una cosa sola si sapeva fare a Roma, le
strade, e adesso siamo conciati cosรฌ.
A via Nazionale, intanto, resistono avamposti di abbigliamento: il negozio Socrate protesta per gli eterni lavori.
Perรฒ non รจ certo mai stata strada di grandi eleganze, nonostante le
architetture maestose. Sopravvivono soprattutto profumerie e negozi di intimo, ottici e farmacie.
โ€œPoteva essere la nostra Oxford Street, come posizione รจ meravigliosa. Perรฒ, non so come mai, non ci รจ mai riuscitaโ€, riflette Coliva.
Gabriele D'Annunzio abitava al civico 100, o 114. Di qui scorrazzavano sui calessi e sulle carrozze le sue dame e i principi dei suoi libri, bellissimi e raffinatissimi idealizzati, nobili come a Roma (chiedere a Leopardi, che parlava di โ€œmancanza di tuonoโ€, nel senso di tono) non se ne sono in realtร  mai visti.
โ€œE' sempre stato il luogo di passaggio di un`antropologia accidiosaโ€, dice Coliva. โ€œRicordo che Franca Valeri si spingeva qui insieme al suo caro amico Roberto Capucci per cercare i costumi di โ€œParigi o caraโ€, il film diretto da suo marito Vittorio Caprioli. Perchรฉ solo a via Nazionale trovavano quei negozi con quel gusto... Insomma, di quelle signore, impiegate, magari vestite giร  con le piume alle otto di mattina". Andavamo a via Nazionale, un tempo, si diceva soprattutto per la Banca d'Italia, e la botta di vita era il giorno dell'anno con le โ€œconsiderazioni finaliโ€ del governatore di turno; trionfo d'auto blu e di potenti e gessati, sotto i palmizi, e perรฒ con la Bce รจ venuto un po' meno tutto questo epos. Il passeggio ora รจ a due velocitร , quello impiegatizio lento e ciondolante e quello turistico in ciabatte, che corre su alla stazione. Poi le auto fumiganti che aspettano lo sblocco della Ztl alle 18. Altro che cittร  dei quindici minuti: Roma รจ la cittร  dei dodici mesi, tempistica minima per qualunque rattoppo. A piazza della Repubblica รจ stata chiusa per piรน di un anno la famigerata fermata della metropolitana, per via di quei tifosi che inopinatamente saltellarono sulle scale mobili. I commercianti han fatto compleanni e funerali del loro commercio, con torte e candeline.
โ€œSenza un soldo, il romano รจ un gran signore, nessun operaio si lascerร  disturbare all'ora di colazioneโ€, scrive Emile Zola nel diario del suo viaggio a Roma del 1894.
โ€œRispetto a Parigi, qui c'รจ una miseria piรน paziente e piรน allegra della nostra, a causa del clima. Ci si accontenta di ben poco, non si hanno molti bisogni, e si vive sotto un bel cieloโ€.
โ†ง

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