IL RITRATTO Gianfranco Miccichรจ
๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ - ๐๐ ๐ฉ๐ข๐ ๐ซ๐จ ๐๐ข๐ ๐ฅ๐ข๐จ ๐๐ข ๐ฉ๐๐ฉ๐ฬ ๐๐ง๐ญ๐ซ๐ ๐ง๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐จ๐ซ๐ญ๐ ๐๐๐ฅ ๐๐ข๐ฌ๐๐ข๐จ๐ง๐. ๐ฬ ๐ข๐ง ๐๐ฎ๐ ๐ ๐๐๐ฅ ๐๐ ๐ ๐ ๐๐๐ฅ๐ฅโ๐๐ฌ๐จ๐ซ๐๐ข๐จ ๐ฉ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ข๐๐จ ๐๐ข ๐. ๐ญ๐ซ๐ ๐ข๐ง๐ญ๐๐ฆ๐ฉ๐๐ซ๐๐ง๐ณ๐ ๐ ๐ฌ๐๐ฎ๐ฌ๐. ๐๐๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ฌโ๐๐ญ๐ญ๐จ๐ฏ๐๐ ๐ฅ๐ข๐ ๐๐จ๐ง ๐ฅโ๐๐ฑ ๐ฉ๐ซ๐๐ฆ๐ข๐๐ซ ๐ฉ๐๐ซ ๐ข๐ฅ ๐ ๐ซ๐๐ง ๐ญ๐๐๐ญ๐ซ๐จ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ฅ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข ๐ซ๐๐ ๐ข๐จ๐ง๐๐ฅ๐ข
di ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐
Raccontava
Marcello DellโUtri ai tempi suoi: โ
Per costruire il partito di Forza Italia usammo gli uomini di Publitalia. Non i piรน bravi, quelli ce li siamo tenuti per il fatturato. Ma quelli un poโ meno svegli. Le seconde file, diciamoโ.
Gianfranco Miccichรจ, viene da lรฌ. โMicci chi?โ direte voi, come capitรฒ al regista Luca Ronconi, quando Micci pretendeva di censurargli uno spettacolo a Siracusa, Le rane di Aristofane, anno 2002, che conteneva la caricatura di Berlusconi in scenografia. โ
Visto che il signor Ronconi prende soldi pubblici, non puรฒ pigghiare po โu culu il capo del governoโ, disse il meschino, spolverando 2,4 millenni di satira in un solo starnuto.
Miccichรจ non รจ un refuso, ma un uomo stupefacente per tante ragioni. Palermitano, classe 1954, appassionato di signorine, barche, aragoste, ma sempre pensando al bene pubblico. Cioรจ alla Sicilia, la regione piรน povera dโItalia, con la classe politica piรน ricca dโEuropa. Iracondo e insieme cardiopatico, capace di strillare e poi scusarsi. Di inveire sotto gli stucchi di Palazzo dei Normanni, lui presidente dellโAssemblea regionale, battere i pugni sul tavolo, pretendere prioritร di vaccinazione per i suoi deputati, โnoi qui rischiamo la vita!โ, e gridare: โOggi sono talmente incazzato che vorrei ammazzare a qualcuno! La seduta รจ tolta!โ. Per poi piagnucolare pentimento: โBrutte parole usaiโ.
ร la trottola trottante della politica siciliana, in circolazione dal lontano 1994, elezioni del 61 a zero nei collegi elettorali dellโisola, contro la gioiosa macchina di Achille Occhetto. Tre volte deputato, una volta addirittura a Bruxelles. Tre volte sottosegretario, una addirittura ministro, 2005-2006, dicastero dello Sviluppo e la Coesione territoriale. Infinite scissioni al suo attivo, partiti inventati e sciolti, Rivoluzione Sicilia, Sicilia Futura, Forza Sud, litigi furenti (con i giornalisti, con Tremonti, con gli ex presidenti di Regione: Crocetta, Lombardo, Musumeci) riappacificazioni con quasi tutti, salvo che con lโex ministro Angelino Alfano (โmi deve tutto, lโho inventato io, ma piuttosto che ringraziarmi si ammazzaโ) e con se stesso.
Fu tra i pupilli del primissimo Berlusconi, davanti al quale stava sullโattenti. E oggi lo รจ dellโultimissimo Matteo Renzi, accanto al quale lo scorso ottobre divorava lโagnello delle Dolomiti lucane al burro dโarancia, attovagliato allโEnoteca Pinchiorri, Firenze, 250 euro a coperto, vini esclusi, sognando di cucinare con lui il prossimo โpartito moderatoโ. Ideona che definisce โqualcosa di nuovo da concepire nellโIsola e poi esportare alle elezioni politiche nazionaliโ. Non lโeterna Democrazia cristiana siciliana, ci mancherebbe, prosperata multiforme nel Dopoguerra con i rimasugli dei latifondisti fascio/monarchici che assoldavano lo schioppo dellโonorata societร . Nรฉ quella sopravvissuta alle bancarotte amare dei bilanci regionali, o ai dolci cannoli di Totรฒ Cuffaro, detto Vasa Vasa, per via dei baci che imbraccia con lo schiocco anche ora, dopo 7 anni di condanna per mafia, 5 a Rebibbia, scontati con encomiabile realismo: โHo fatto errori e ho pagatoโ. Rendiconto che il nostro Miccichรจ, ai tempi degli arresti e del processo, neanche ammetteva: โCuffaro paga per tutti, perchรฉ รจ sicilianoโ. Cosa che a ben guardare non voleva dire niente allora, nรฉ oggi, a imminente rinascita politica comune. Lโennesima. Con un intero allevamento di gattopardi al seguito che si chiameranno Forza Italia Viva o qualcosa del genere.
Gianfranco nasce benestante, ma pigro. Padre alto dirigente del Banco di Sicilia. Lui studente da ultimo banco, il quotidiano Lotta continua in tasca, i riccioli al vento di Mondello, bar, ristoranti, serate fino allโalba. Risultato: due volte bocciato. Universitร interrotta. Compiuti i ventโanni, il babbo si scoccia, lo ripulisce, gli infila una grisaglia con cravatta e lo piazza allโIrfis, agenzia finanziaria per il mediocredito siciliano. La penombra dura qualche autunno, fino a quando sarร Marcello DellโUtri, nel luminoso anno 1984, a indicargli la via, quella dei fatturati di Publitalia, la concessionaria di pubblicitร delle reti Fininvest che hanno piazzato i famosi ripetitori in tutta la Sicilia. Gianfranco porta in dote un ricco contratto pubblicitario con lโamaro Averna. DellโUtri ringrazia, nominandolo responsabile dellโintera regione. Lui fa e un poโ anche si strafร . Nella Palermo dei ruggenti anni Ottanta il suo vizio รจ cosa nota. LโItalia lo scopre nel 2002, quando un suo collaboratore, tale Alessandro Martello, viene fermato dai carabinieri mentre alle dieci di sera sta entrando al ministero delle Finanze con 20 grammi di cocaina. Per gli investigatori che lo intercettano, li sta portando โverosimilmenteโ a โMiccichรจ Gianfranco, sottosegretario di Statoโ. Martello nega. Miccichรจ nega. Parla di indagini deviate e complotti a suo danno. Lโinchiesta si inabissa. E quando Gianfranco si sente al sicuro, va a confessarsi in tv da Giuliano Ferrara: โIn un periodo difficile della mia vita ho sniffatoโ. E ora? โOra dico ai ragazzi di stare lontani dalla drogaโ.
Nel frattempo le intemperanze del carattere lo fanno parlare prima di pensare. Si attribuisce una docenza universitaria nel curriculum, poi si scusa. Dice che intitolare lโaeroporto di Palermo a Falcone e Borsellino โtrasmette una immagine negativa a chi arriva in Siciliaโ. Poi si scusa. Dice che il generale Dalla Chiesa โmerita un supplemento di rispetto perchรฉ รจ lโunico non siciliano tra le vittime di mafiaโ. Quando gliene rammentano una dozzina โ tra le quali Anna Setti Carraro, Mauro Rostagno, Lenin Mancuso, Antonio Montinaro, eccetera โ si scusa. Se la prende con i cinesi che โsi portano via il tonno rosso con gli ultrasuoniโ. E con i Cinquestelle che chiedono il taglio dei vitalizi ai faraoni della Regione Siciliana: โNon รจ una proposta, รจ una vendetta. A me chi mi mantiene?โ. A Gian Antonio Stella che sul Corriere gli chiede conto dei mille corsi di formazione finanziati dalla Regione, replica: โAmmortizzatori sociali sono. Al Nord cโรจ la cassa integrazione per le fabbriche che chiudono? Qui, senza fabbriche, lโammortizzatore รจ questoโ. Il suo ce lโha da gran tempo incorporato. Oggi prova a perfezionarlo con lo specialista di Rignano per il gran teatro delle prossime elezioni siciliane: tutti i fantasmi convocati, quello di DellโUtri compreso.