𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞: 𝐨𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢 𝐚𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢
di 𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐃𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐨𝐥𝐢𝐬 e 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐦𝐨 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐢𝐧𝐢
Ora la questione della pioggia di finanziamenti –leciti –a Matteo Renzi si fa politica. Perché Giuseppe Conte e i Cinque Stelle vogliono rilanciare una proposta di legge già depositata alla Camera per vietare a eletti e membri del governo di percepire soldi oltre un certo tetto da Stati o società estere. “Mi colpisce molto che un senatore prenda soldi da enti pubblici di uno Stato estero – ha detto ieri l’ex premier a Otto e mezzo –, ma lo risolveremo con una legge sul conflitto di interessi. Mi ha colpito poi che un pagamento arrivi da parte di uno dei Benetton proprio mentre noi ci battevamo contro la concessione di Autostrade. Mi chiedo come Iv si sia approcciata alla cosa”. Un attacco dritto, mentre anche anche Fratelli d’Italia vuole presentare un testo sul tema.
P E RÒ prima bisogna ripartire dalla proposta di legge depositata dal M5S alla Camera, a prima firma dal deputato Francesco Berti. Un testo che all’articolo 1 prevede il divieto per parlamentari membri di governo, presidenti delle Regioni e loro assessori di percepire “contributi, prestazioni o altre utilità di valore complessivo superiore a 5.000 euro, erogati, anche indirettamente, da governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia”. Norma presentata mentre l’Italia parlava dei viaggi di
Renzi in Arabia Saudita da Bin Salman, fautore – a dire del fu premier – di un “nuovo Rinascimento”. In questi mesi la proposta di legge del M5S era rimasta ferma. Ma ora i 5S vogliono inserire la norma di Berti nella proposta di legge sul conflitto di interessi, finora rimasta ingolfata nella commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Vittoria Baldino, capogruppo M5S in commissione: “Vogliamo evitare la commistione tra interesse pubblico e privato. Quindi vorremmo assicurarci che ogni parlamentare faccia gli interessi del proprio Stato”.
Non solo. Il 23 novembre a Montecitorio dovrebbe arrivare in aula un testo unificato per regolamentare l’attività di lobbying, che ha tra i primi firmatari anche il 5Stelle Francesco Silvestri. Una legge importante, sostiene Silvestri, “perché a oggi non esiste ancora un testo che regoli il rapporto tra lobby e decisori pubblici, mentre con questa legge ogni rappresentante di interessi dovrebbe iscriversi a un registro e aggiornare l’agenda degli incontri”.
Un’ipotesi, quella della legge, a cui sta lavorando anche FdI, che sul rapporto Renzi-Arabia Saudita si stacca dagli alleati del centrodestra che gridano all’accanimento giudiziario. Il partito di Meloni sta studiando un ddl per evitare che un parlamentare possa ricevere soldi da uno Stato estero. “Non è possibile che un rappresentante del popolo venga finanziato da un altro Paese” spiega al Fa t t o il capogruppo alla Camera di FdI Francesco Lollobrigida. Anche Andrea Delmastro, responsabile Giustizia di FdI, è sulla stessa linea: “Se Renzi non capisce che i finanziamenti dall’estero sono inopportuni politicamente, servirà una legge per
impedirglielo”. Opinioni e proposte che in passato sarebbero piaciute anche ai renziani.