È tornato ad Arcore come ai vecchi tempi. L’ultima volta, il 29 settembre, in occasione di una ricorrenza speciale: l’85esimo compleanno di Silvio Berlusconi. C’erano gli amici di una vita – oltre al festeggiato, Fedele Confalonieri, Adriano Galliani, Gianni Letta – e Marcello Dell’Utri si è sentito di nuovo a casa. Durante gli anni passati nel carcere di Rebibbia – nel 2014 è stato condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, libero dal 2019 – il fondatore di Publitalia e poi di Forza Italia aveva interrotto molti rapporti dentro al partito e anche Berlusconi si faceva sentire raramente. Ma la sentenza di assoluzione di Appello nel processo Trattativa Stato-mafia (in primo grado era stato condannato a 12 anni) ora gli ha riaperto le porte di villa San Martino. E non solo per ripercorrere con “Silvio”, come lo chiama lui, il viale dei ricordi e dell’epopea berlusconiana. No, Dell’Utri nell’ultimo mese è tornato ad Arcore due volte e sente spesso Berlusconi per parlare di libri, ma soprattutto di politica. Per tornare a farla attivamente.

È stato lui, come raccontano fonti ben informate dentro Forza Italia confermando l’indiscrezione pubblicata ieri dal Corriere, a favorire la cena di metà ottobre a Firenze tra Matteo Renzi e Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana e proconsole di Berlusconi sull’isola. Dell’Utri, palermitano, è sempre stato il punto di riferimento di Arcore in Sicilia ed è stato lui ad allevare Miccichè in Publitalia facendolo diventare, negli anni Duemila, il frontman dei successi azzurri sull’isola a partire dal 61 a 0 del 2001. Uno scenario che Dell’Utri e Miccichè vorrebbero ripetere con il cosiddetto “laboratorio Sicilia”. Un patto con Renzi, siglato nella stellata Enoteca Pinchiorri di Firenze, per far confluire sull’isola Italia Viva e Forza Italia e costruire un grande centro moderato da sperimentare prima in Sicilia e poi alle elezioni politiche del 2023. L’alleanza inizierà con una collaborazione dei gruppi all’Ars – si chiamerà “Italia Viva-Futura Sicilia azzurra” – e poi diventerà stabile in vista dei prossimi appuntamenti elettorali: prima le Comunali di Palermo in primavera e poi le Regionali in autunno. A confermarlo è stato pochi giorni fa lo stesso Miccichè parlando a Repubblica del progetto “Forza Italia Viva”: “Credo che il destino di Renzi sia nel centrodestra”. In realtà l’operazione è più articolata e ha un riflesso nazionale: il patto Renzi-Miccichè servirebbe per costruire, prima in Sicilia e poi a Roma, quel terzo polo “centrista” che si distacchi dall’alleanza giallorosa e dai sovranisti. Oltre ai renziani e ai berlusconiani, nell’isola il capogruppo di Iv in Senato, Davide Faraone, ne sta parlando anche con gli esponenti di Azione e +Europa, ma anche con Totò Cuffaro che ha riesumato la Democrazia Cristiana alle Comunali e ora vuole tornare centrale alleandosi con Miccichè e i renziani. Strategia che serve anche a Berlusconi che per ora deve tenersi buoni Salvini e Meloni per il Quirinale, ma dopo non esclude di staccarsi dai sovranisti. “Preferisco un centrodestra guidato da Berlusconi che da Meloni” ha detto ieri Renzi. Il terzo polo siciliano avrebbe come perni due condannati per i rapporti con Cosa Nostra: prima Dell’Utri e poi Totò Vasa Vasa Cuffaro che ha scontato 7 anni per favoreggiamento con la mafia. I contatti sono avviati e il primo obiettivo è quello di trovare un candidato appetibile per il dopo-Orlando a Palermo: il nome arriverà a Natale.

Dell’Utri, nel frattempo, si muove. Raccontano che nelle ultime settimane sia stato sull’isola per incontri politici con una lunga tappa ad Agrigento in vista delle Regionali. Dopo l’assoluzione, d’altronde, è tornato centrale, anche mediaticamente: nell’ultimo mese prima sono arrivati gli auguri per i suoi 80 anni con una paginata acquistata sul Corriere, poi un trafiletto di elogio sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore e infine una lunga intervista al Foglio a cui ha affidato i suoi “diari”. Anche ad Arcore gli hanno riaperto le porte. E lui non ha nessuna intenzione di andarsene, di nuovo.