di Antonio Padellaro | 6 OTTOBRE 2021
Ho visto e sentito in tv cose che voi umani non potreste immaginare. L’italovivo Faraone che esulta per la “straordinaria affermazione” di Carlo Calenda (giunto terzo su quattro a Roma), in merito al quale successone è il medesimo, sempre pragmatico Calenda a ricordare che la sua non “era una corsa di testimonianza”, ma voleva stranamente farsi eleggere sindaco o almeno andare al ballottaggio. Comprensibile, tuttavia, che per Matteo Renzi e i suoi cari perdere, comunque e dappertutto, rappresenti uno scopo nella vita. E che dire delle pensose analisi sul danno elettorale che avrebbe subito il partito della Meloni dal documento di Fanpage, trasmesso da PiazzaPulita, sui fasci in doppiopetto in FdI? Visto che Chiara Valcepina, la dama nera immortalata con il braccio teso, è entrata alla grande in consiglio comunale a Milano? A dimostrazione che, probabilmente, saranno in tanti i camerati, vecchi e nuovi, pronti a mobilitarsi nella Capitale dove il Michetti chi? (spassosa controfigura di Giorgia) si prepara a dare l’assalto ai Colli fatali.
Vogliamo parlare della “sconfitta dei populisti”, magnificata dal Giornale Unico come una formidabile resurrezione della democrazia riemersa dalle catacombe dove giaceva murata dai perfidi grillini? Interpretazione che avrebbe un minimo di fondamento se l’ex elettorato cinquestelle fosse domenica ritornato in massa alle urne per convertire il voto cattivo in un voto buono (per esempio al Pd) e con il capo cosparso di cenere. Sembra invece che dentro il 46% di astenuti (senza contare il 40% complessivo della destra populista col botto) ci sia una quota consistente di elettori che cinque anni fa avevano puntato su sindaci di cambiamento, come l’Appendino e la Raggi e che domenica, evidentemente delusi, hanno preferito non recarsi ai seggi. Sui motivi della frustrazione di tanti cittadini italiani che avevano creduto nel Movimento dovrà lavorare a fondo Giuseppe Conte. Anche perché se, allora, la protesta del Paese era stata incanalata, grazie soprattutto al M5S, nelle istituzioni rappresentative, oggi che quei voti sono evaporati a soffrirne è soprattutto la democrazia. Ma allora cari colleghi a reti unificate diteci, per cortesia, cosa diavolo c’è da esultare?