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Tragedia nazionale 

Sul lavoro una strage senza fine Anche ieri due operai hanno perso la vita a Bergamo e ad Asti e altri due sono rimasti gravemente feriti Sbarra (Cisl): «Sanzionare pesantemente le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza»


 PAOLO FERRARIO

 Non si arresta la strage nei luoghi di lavoro, con una media di tre vittime al giorno. Anche ieri, due operai hanno perso la vita, mentre altri due sono rimasti gravemente feriti. A San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo, è morto un 36enne di nazionalità indiana. L’uomo è caduto da otto metri d’altezza, mentre stava effettuando la rimozione dell’amianto dal capannone di un’azienda. All’improvviso ha messo un piede sopra un lucernario, che ha ceduto. Sotto era stata posizionata una rete di protezione, che tuttavia non ha retto: il perché è in fase di accertamento da parte di Ats Bergamo, che ha inviato i propri tecnici per i rilievi. Un secondo lavoratore ha perso la vita ad Asti. Si tratta di un uomo di 56 anni che è rimasto ustionato all’interno di un esercizio commerciale. Il tecnico aveva ustioni sul 70% del corpo ed è morto all’arrivo in ospedale. Altri due operai, infine, sono rimasti feriti in modo grave. Sempre nella Bargamasca, a Casnigo, un camionista di 49 anni è stato investito da una sostanza liquida che stava sversando dalla cisterna del suo mezzo: il tubo con cui lo stava trasferendo è esploso e il liquido lo ha investito ustionandolo. A Caggiano, in provincia di Salerno, un agricoltore di 64 anni ha subito l’amputazione della gamba, rimasta incastrata nella trinciatrice applicata al trattore che stava guidando. La lunga scia di sangue sul lavoro è «una situazione incresciosa che reclama interventi urgenti per intensificare i controlli e sanzionare pesantemente le aziende che non rispettano le norme su sicurezza e tutela della vita», secondo il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. Mentre per il leader della Cgil, Maurizio Landini «serve una patente a punti affinché le aziende dove ci sono troppi incidenti non continuino a partecipare alle gare». Un «salto di qualità sulla sicurezza sul lavoro » è chiesta a gran voce dal presidente dell’Inail, Franco Bettoni. «Dobbiamo continuare a investire nella prevenzione – aggiunge – e l’Inail continuerà a fare questo insieme a tutte le parti sociali. Bisogna lavorare mettendo al centro i due elementi fondamentali: lavoratori e impresa. Sviluppando una cultura della sicurezza partendo dalla scuola», conclude Bettoni. Anche la politica di interroga sulle contromisure da prendere per contrastare la piaga degli infortuni sul lavoro. Per il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, «è fondamentale dotarsi di una Procura nazionale per i reati su igiene e sicurezza sul lavoro», mentre il vice-presidente del Senato, Roberto Calderoli, propone di utilizzare «una quota significativa del Pnnr per incentivare con risorse concrete la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, aumentando i dispositivi di protezione, rinnovando i macchinari e incrementando i corsi di formazione».

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