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L’infinita altalena del governo Cinque fronti aperti in 24 ore

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Dal sicurezza bis (multe fino a 1 milione per le ong) al caso Spadafora


Alessandro Trocino


ROMA Si comincia con parole di fuoco, scontri durissimi, inviti alle dimissioni, emendamenti bomba. Poi, verso sera, torna il sereno. O quasi. Perché a fine giornata arriva un pacchetto fiscale della Lega contenente anche una sorta di condono per i capitali all’estero, con un’immediata bocciatura da parte dei 5 Stelle. E si riapre il caso Spadafora, che dopo l’intervista a Repubblica era stato attaccato da Matteo Salvini, ma difeso da Luigi Di Maio. Giornata complicata per il governo, con un decreto sicurezza bis che vede schierati militarmente i due fronti, Lega e M5S, e finisce con un compromesso. Clima disteso sulle autonomie con il vicepremier leghista che getta acqua sul fuoco.
Salvini vuole portarlo a casa a tutti i costi. Prevedendo la valanga di emendamenti 5 Stelle tesi a smontarne l’impianto, fa balenare un testo che gli assegna i superpoteri. I 5 Stelle resistono e ottengono il ritiro dell’emendamento, ma in cambio cedono su altro. La 5 Stelle Anna Macina parla di «generale condivisione». E in effetti anche M5S, come la Lega, ha un emendamento che prevede l’immediato sequestro cautelare e la successiva confisca delle navi delle Ong che non ottemperano ai divieti, sin dalla prima violazione. Sull’aumento delle multe, che Salvini vuole portare fino a un milione di euro, i 5 Stelle non presentano emendamenti ma non si opporranno. Obiettivo, svenare le Ong.
Tensione continua, invece, sul caso Spadafora. Il sottosegretario M5S attribuisce a Salvini la responsabilità di alimentare la «deriva sessista» con gli insulti alle donne. Il vicepremier si irrita: «Se questo signore ritiene di essere al governo con fascisti, razzisti, sessisti e omofobi, si dimetta». Di Maio lo blinda: «Spadafora non si dimette, punto». Salvini ammorbidisce i toni e spiega: «Noi regaliamo diritti alle donne con il Codice rosso». Pronta la replica del M5S: «Gravissime le sue parole, i diritti alle donne non si regalano».
Se il vice leghista ha annunciato incontri con le parti economiche per «scrivere insieme la riforma», facendo irritare il premier Conte, gli uffici del vicepremier M5S fanno sapere che «l’impegno del ministro Di Maio è massimo e costante, in quanto incontra sindacati e aziende ogni giorno. E non lo fa per spot».
La cronologia
La mattina era iniziata con emendamenti bomba poi quasi tutti
i fuochi si sono spenti
Il ministro M5S Barbara Lezzi spiega: «Nonostante tutte le riunioni, ancora non c’è nessun testo». Poi ribadisce i paletti: «Fondo di perequazione, introduzione dei fabbisogni standard ed essenziali di prestazione, per non creare cittadini di serie A e B». Salvini risponde quasi mellifluo: «Noi siamo pronti. Ma se gli amici dei 5 Stelle hanno bisogno di tempo per capire meglio, noi siamo pazienti».
«Con noi nessun condono passerà mai. Bisogna, invece, arrivare al carcere per i grandi evasori». Così M5S boccia il nuovo pacchetto fiscale della Lega che prevede la «pace fiscale 2» e misure per favorire il rientro dei capitali all’estero.


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