Quantcast
Channel: Articoli interessanti
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4971

Carola merita il Nobel

$
0
0
COMMENTI
Il commento

di Mario Vargas Llosa
Carola Rackete, la capitana della nave Sea-Watch 3, che per 17 giorni ha vagato nel Mediterraneo con a bordo 42 migranti salvati in mare, ha attraccato lo scorso venerdì mattina a Lampedusa, nonostante il divieto delle autorità italiane. Ha fatto bene a farlo. È stata immediatamente arrestata dalla polizia italiana, e il ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, si è affrettato ad avvertire la Ong spagnola Open Arms, che naviga nelle vicinanze con decine di migranti salvati in mare, che «se osasse avvicinarsi all’Italia, subirebbe la stessa sorte della giovane tedesca Carola Rackete», la quale rischia carcere e multa.
Il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, ha risposto: «Dal carcere si esce, dal fondo del mare no».
Quando le leggi, come quelle invocate da Matteo Salvini, sono irrazionali e disumane, è un dovere morale non rispettarle, come ha fatto Carola Rackete.
Che altro avrebbe dovuto fare, se no? Lasciare che le morissero quei poveri migranti salvati in mare che, dopo 17 giorni alla deriva, si trovavano in condizioni fisiche molto precarie, in imminente pericolo di vita in alcuni casi?
l continua a pagina 26
segue dalla prima pagina L a giovane tedesca ha violato una legge stupida e crudele, secondo le migliori tradizioni dell’Occidente democratico e liberale, agli antipodi delle quali c’è proprio ciò che la Lega e il suo leader, Matteo Salvini, rappresentano: non il rispetto della legalità, ma una caricatura faziosa e razzista dello Stato di diritto. E sono proprio lui e i suoi seguaci (troppo numerosi, tra l’altro, e non solo in Italia, ma in quasi tutta l’Europa) che incarnano i comportamenti selvaggi e la barbarie di cui accusano i migranti. Non meritano di essere qualificati diversamente coloro che avevano deciso che i 42 sopravvissuti della Sea-Watch 3, piuttosto che calpestare il sacro suolo d’Italia, potevano annegare o morire di malattia o di fame. Grazie al coraggio e alla dignità di Carola Rackete, almeno questi 42 sfortunati si salveranno, visto che già cinque Paesi europei si sono offerti di accoglierli.
Sull’immigrazione ci sono crescenti pregiudizi che alimentano il pericoloso razzismo che spiega la rinascita nazionalista in quasi tutta l’Europa, la minaccia più grave al più generoso progetto in atto della cultura della libertà: la costruzione di un’Unione europea che domani possa competere da pari a pari con i due giganti internazionali, gli Stati Uniti e la Cina. Se trionfasse il neofascismo di Matteo Salvini e compari, ci sarebbero Brexit ovunque nel Vecchio continente e un triste futuro attenderebbe i suoi Paesi, divisi e ostili, per poter resistere agli abbracci mortali dell’orso russo (vedi Ucraina).
B enché le statistiche e i pareri di economisti e sociologi siano concludenti, prevalgono i pregiudizi: gli immigrati vengono a togliere il lavoro agli europei, portano molteplici crimini e violenze, soprattutto contro le donne, le loro religioni fanatiche impediscono loro di integrarsi, con loro cresce il terrorismo, e così via. Niente di tutto questo è vero, o, se lo è, è esagerato e snaturato fino a estremi irrealistici.
La verità è che l’Europa ha bisogno di immigrati per mantenere i suoi alti standard di vita, perché è un continente in cui, grazie alla modernizzazione e allo sviluppo, sempre meno persone devono sostenere una popolazione di pensionati vasta e in continuo aumento. Non solo la Spagna ha il tasso di natalità più basso dell’anno; molti altri Paesi europei la seguono da vicino. Gli immigrati, che ci piaccia o meno, finiranno per colmare questa lacuna. Invece di bloccarli e perseguitarli, dobbiamo integrarli, rimuovendo gli ostacoli che impediscono di farlo.
Questo è possibile a condizione di sradicare i pregiudizi e le paure che, sfruttati instancabilmente dalla demagogia populista, creano Matteo Salvini e i suoi seguaci.
Naturalmente, l’immigrazione deve essere orientata in modo che vada a beneficio dei Paesi di accoglienza. Conviene ricordare che si tratta di un grande tributo all’Europa da parte di quelle migliaia di infelici in fuga dai Paesi subsahariani governati da bande di ladri e spesso di fanatici che hanno trasformato il patrimonio nazionale nella grotta di Ali Baba. Oltre ad aver stabilito regimi autoritari ed eterni, saccheggiano le risorse pubbliche e mantengono i loro popoli nella miseria e nella paura. I migranti fuggono dalla fame, dalla mancanza di lavoro, da quella morte lenta che è, per la stragrande maggioranza di loro, l’esistenza.
Non è un problema dell’Europa? La verità è che lo è, almeno in parte. Il neocolonialismo ha devastato il Terzo Mondo e ha contribuito in gran parte a mantenerlo sottosviluppato. Naturalmente, la colpa è condivisa con chi ha fatto sue le cattive abitudini ed è stato complice di chi li sfruttava. Non c’è dubbio che, alla fine, solo lo sviluppo del Terzo Mondo manterrà nelle loro terre quelle masse che ora preferiscono annegare nel Mediterraneo ed essere sfruttate dalle mafie, piuttosto che restare nei loro Paesi di origine, dove sentono che non c’è più alcuna speranza di cambiamento.
L’Europa ha bisogno di immigrati per mantenere i suoi alti standard di vita e una vasta popolazione di pensionati. Ciò che è fondamentale in Europa è una trasformazione della mentalità. Aprire le frontiere a una immigrazione che è necessaria e regolarla in modo che sia propizia e non fonte di divisione e di razzismo, affinché non faccia crescere un populismo che ha già avuto orribili conseguenze in passato.
Non bisogna mai smettere di ricordare che i milioni di morti delle ultime due guerre mondiali furono opera del nazionalismo e che questo, inseparabile dai pregiudizi razziali e inevitabile fonte delle peggiori violenze, ha lasciato ovunque il segno delle atrocità che ha causato e che potrebbe causare di nuovo se non lo fermiamo in tempo. Dobbiamo affrontare i Matteo Salvini dei nostri giorni con la convinzione che non sono altro che il prolungamento di una tradizione oscurantista che ha riempito di sangue e cadaveri la storia dell’Occidente e sono stati il nemico più acerrimo della cultura della libertà, dei diritti umani, della democrazia, che non avrebbero potuto prosperare e diffondersi nel mondo se i Torquemada, gli Hitler e i Mussolini avessero vinto la guerra contro gli Alleati.
Scrivo questo articolo a Vancouver, una bellissima città dove sono arrivato da qualche giorno. Questa mattina ho fatto colazione in un ristorante del centro dove ho avuto una conversazione con quattro "nativi" che erano di origine giapponese, messicana, rumena e uno solo era nordamericano.
Tutti e quattro avevano un passaporto canadese e sembravano contenti della loro sorte e di capirsi benissimo. Questo è l’esempio da seguire in Europa, quello del Canada.
Dobbiamo seguire con attenzione il processo di Carola Rackete e chiedere che i giudici salvino l’onore e le buone tradizioni dell’Italia, oggi calpestati da Salvini e dalla Lega. Sono sicuro che non sarò l’unico a chiedere il premio Nobel per la pace per questa giovane capitana quando sarà il momento.
Traduzione di Luis E. Moriones Diritti mondiali di stampa in tutte le lingue riservati a Ediciones EL PAÍS, SL, 2019.
Mario Vargas Llosa, 2019.

Viewing all articles
Browse latest Browse all 4971

Trending Articles