Sorpresa, c’è un conflitto d’interesse verde sulla spazzatura napoletana, che forse spiega perché il tema è molto più sentito in Lombardia che in Campania. Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che giovedì dal pulpito di Napoli ha lanciato l’allarme sul rischio a gennaio di una nuova emergenza rifiuti in Campania, e sulla necessità di scongiurarne di nuove in futuro attraverso la realizzazione di un termovalorizzatore in ogni provincia campana, detiene 3500 azioni ordinarie di A2a.
Si tratta della multi-utility dell’energia nata dalle fusioni di due partecipate dei comuni di Milano e di Brescia che gestisce l’unico impianto di termocombustione dei rifiuti attivo sul territorio campano, quello di Acerra (Napoli).
Il dato si ricava dalla dichiarazione patrimoniale che i ministri sono tenuti per legge a pRoberto Ficoubblicare sul sito del governo, e pone Salvini e le sue dichiarazioni in una situazione di – sia pur piccolo – conflitto d’interesse. Non che le sue parole abbiano provocato chissà quale sconquasso: il valore delle azioni di A2a è salito da 1,49 a 1,51 euro, un flusso assolutamente normale. E se per assurdo il leader della Lega fosse riuscito a suscitare un entusiasmo tale negli investitori da produrre un’impennata del 20% (stiamo ragionando di pura fantasia), il suo guadagno sarebbe stato la poco roboante cifra di 1043 euro. Non è questo il punto. Il punto è che A2a ha dichiarato in passato la volontà di realizzare un nuovo termovalorizzatore a Napoli ed è interessante e degno di riflessione che a perorare con forza la causa di nuovi inceneritori in queste aree – dove sono nati e vivono ministri e leader politicRoberto Ficoi Cinque Stelle che si oppongono senza se e senza ma, da Luigi Di Maio a Sergio Costa passando per Roberto Fico– sia un ministro “lumbard”, un politico che ha il suo core-business politico tra Milano (è anche ex consigliere comunale) e dintorni, ed è persino azionista di un’azienda leader del settore.
“Ha queste azioni da venti anni”, replicano fonti dell’entourage di Salvini interpellate dal Fatto “da quando sono iniziate le liberalizzazioni nel settore, ed è tutto pubblico”. Delle mire di A2a su un ipotetico impianto a Napoli c’è traccia in atti ufficiali. Lo ricorda l’ex governatore azzurro della Campania Stefano Caldoro in un lungo post con il quale risponde alle critiche di Salvini sull’immobilismo degli amministratori locali. E spiega, dal suo punto di vista, perché durante la sua presidenza, dal 2010 al 2015, a Napoli e Salerno i progetti si sono bloccati (“per l’opposizione dei due sindaci, Luigi de Magistris e Vincenzo De Luca”), e quindi a Napoli non si è andati oltre la fase “di dialogo competitivo con la disponibilità a realizzazione l’impianto da parte dell’impresa A2a”.
Le preoccupazioni di Salvini sullo scoppio di una nuova emergenza rifiuti – a gennaio si fermerà una linea di Acerra – potrebbero esplodere a settembre 2019, quando l’impianto che brucia 800mila tonnellate annue di materiale potrebbe fermarsi interamente per una manutenzione straordinaria.
Divisi sugli inceneritori non previsti nel contratto di governo (“Ormai c’è un sistema di termovalorizzatori sicuri”, insiste il ministro dell’Interno), Salvini e Di Maio si lanciano segnali di pace su un altro tema che spesso viene confuso con il primo, quello della “Terra dei Fuochi”, i roghi tossici. Oggi il premier Conte e sette ministri si raduneranno a Caserta per firmare un protocollo di intesa per azioni urgenti contro i roghi. “Il Governo del cambiamento – attacca Conte su Facebook – dichiara guerra a mala gestione e traffici illeciti che per troppi anni hanno devastato un territorio meraviglioso”. Conte sta pensando di utilizzare l’esercito per presidiare i territori dove sono più frequenti gli incendi velenosi. Luoghi che tutti sanno ma che vanno in fumo periodicamente lo stesso.