IL PASSATO E IL FUTURO
Quando giungerà il momento di decidere (probabilmente in occasione del prossimo bilancio) non basterà fare processi al passato e pronunciare giudizi sommari. Occorrerà dire con franchezza agli elettori quali siano le scelte possibili
Non è stato difficile per il governo inscenare uno scontato processo al «mostro di Genova». Gli imputati sono due vecchie conoscenze contro
cui i Cinque stelle e la Lega hanno già combattuto altre battaglie: in prima
fila l’Italia dei partiti, cinica, incompetente e corrotta; in seconda fila un colosso della economia a mezza strada tra il pubblico e il privato, che può essere facilmente accusato di essersi arricchito alle spalle dei suoi connazionali.
L’atto di accusa e il giudizio sono entrambi sommari e discutibili, ma era inevitabile che una tale posizione, durante una grande tragedia nazionale, suscitasse una approvazione entusiasta. Per un governo che è al potere da pochi mesi e non ha ancora commesso errori irreparabili, il disastro di Genova è stato una battaglia imperdibile.
cui i Cinque stelle e la Lega hanno già combattuto altre battaglie: in prima
fila l’Italia dei partiti, cinica, incompetente e corrotta; in seconda fila un colosso della economia a mezza strada tra il pubblico e il privato, che può essere facilmente accusato di essersi arricchito alle spalle dei suoi connazionali.
L’atto di accusa e il giudizio sono entrambi sommari e discutibili, ma era inevitabile che una tale posizione, durante una grande tragedia nazionale, suscitasse una approvazione entusiasta. Per un governo che è al potere da pochi mesi e non ha ancora commesso errori irreparabili, il disastro di Genova è stato una battaglia imperdibile.
Resta da vedere se e quante volte questa situazione possa ripetersi. Luigi Di Maio e Matteo Salvini non possono ignorare che esiste nella loro alleanza una inconfessata fragilità. I due partiti hanno storie diverse, devono rispondere a elettori che non hanno gli stessi interessi e hanno fatto promesse che sono incompatibili.
Hanno cercato di legarsi l’uno all’altro con un contratto; ma i contratti appartengono alla nostra storia elettorale, l’Italia ha una lunga tradizione di coalizioni zoppicanti e i condomini di Palazzo Chigi rischiano di fare la stessa fine di alcuni dei loro predecessori. Sanno che basta un passo falso o uno screzio improvviso perché il castello delle loro speranze crolli con la stessa rapidità con cui è stato costruito. Faranno il possibile, quindi, per non inciampare nelle molte buche disseminate lungo la loro strada. Se vi riusciranno, se saranno capaci di evitare una crisi con qualche ragionevole compromesso, ne prenderemo atto e non mancheremo di congratularci. La continuità può essere in molti casi il minore dei mali, se non addirittura, una virtù della democrazia.
Vi è un ostacolo, tuttavia, che questo governo non può ignorare. Prima delle elezioni i due partiti hanno parlato di Europa in termini inquietanti. Sapevano che molte delle loro promesse non sarebbero piaciute a Bruxelles, ma davano la sensazione di non attribuire ai vincoli dell’Europa alcuna importanza e di pensare addirittura che dell’Unione Europea si potesse fare a meno. Quando hanno capito che questa linea non sarebbe stata accettata da molti dei loro potenziali elettori, hanno smesso di fare processi all’Europa ma non hanno rinunciato a formulare promesse che non sarebbero stati in grado di mantenere. Quando giungerà il momento di decidere (probabilmente in occasione del prossimo bilancio) non basterà fare processi al passato e pronunciare giudizi sommari. Occorrerà dire con franchezza agli elettori quali siano le scelte possibili. Occorrerà ricordare al Paese il suo debito e spiegargli che uno Stato conserva fiducia e credibilità soltanto quando può dare la convincente dimostrazione di poterlo pagare. Occorrerà convincere la commissione di Bruxelles e i nostri partner maggiori che il governo ha diritto alla loro fiducia e può superare le sue numerose contraddizioni. Di qui ad allora sarà bene non dimenticare che i processi al passato sono molto più facili di una credibile politica per il futuro.
19 agosto 2018 (modifica il 19 agosto 2018 | 20:25)