12/6/2018
Prima
L’editoriale
Mario Calabresi
Matteo Salvini incassa il risultato che cercava: la nave Aquarius non attraccherà in un porto del nostro Paese. Può dire agli italiani che alzare la voce paga e che lui ha cambiato la situazione in 24 ore. È successo grazie a Salvini o è successo perché in Spagna ora c’è un governo socialista? È successo perché ha trovato in Europa una persona che rappresenta il suo esatto contrario: il nuovo premier spagnolo Sánchez. Se fosse stato per i suoi amici ungheresi, polacchi e austriaci, i migranti salvati da navi italiane (sì, perché sull’Aquarius c’erano donne e uomini recuperati dalla nostra guardia costiera) sarebbero rimasti in mezzo al mare.
È stato fortunato Salvini, la sua partita giocata sulla pelle di 629 sventurati avrebbe avuto esiti diversi e forse drammatici se in Spagna non fossero arrivati al governo i socialisti. Il successore di Rajoy, però, non ha deciso di aprire il porto di Valencia perché spaventato dalle minacce ma per un gesto umanitario. È convinto anche lui di aver vinto e di aver dimostrato qualcosa all’Europa.
A quell’Europa che porta la responsabilità di aver lasciato l’Italia da sola, facendo trionfare i populismi e la rabbia.
La strategia però non può essere quella di trovare un porto diverso ogni giorno dove far attraccare le navi, ma è frenare le partenze dalla Libia e lavorare nei Paesi d’origine dei flussi. Di questo il Ministro della Propaganda non si sta curando e per questo le partenze sono ricominciate.
Se ci sono due vincitori c’è anche un grande sconfitto: il Movimento 5 Stelle. Costretto a inseguire, a balbettare, a cancellare prese di posizione divergenti o a restare in silenzio.
Gli elettori, ci dicono i risultati del voto di domenica, se ne sono già accorti.
Il nostro primo ministro, come previsto, è costretto a parlar d’altro. Il governo Salvini si è ufficialmente insediato ieri.